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Ragno violino, è psicosi dopo i morsi: decine le chiamate al centro antiveleno. L'esperto: “Rischio legato a infezioni, attenzione a vestiti e lenzuola a terra”

Dopo il decesso di un 23enne in Puglia (la cui morte, più che al veleno del ragno, sarebbe stata causata da uno choc settico causato da infezioni secondarie) e i morsi registrati in Veneto, da giorni si discute dei rischi determinati dal ragno violino, con il centro antiveleno di Verona che registra decine di chiamate al giorno. Ecco i consigli di Ivan Petri, collaboratore del Muse per l'aracnologia

Foto di “Aracnofilia - Associazione Italiana di Aracnologia”
Foto di “Aracnofilia - Associazione Italiana di Aracnologia”
Di Filippo Schwachtje - 24 agosto 2024 - 16:02

TRENTO. Dal centro antiveleno di Verona al gruppo Citizen Science del Muse, sono molti in questi giorni i cittadini che chiedono chiarimenti dopo i recenti casi di morsi da ragno violino registrati nell'estate (uno dei quali, anche se in via probabilmente indiretta, ha portato al decesso di un 23enne in Puglia). Si tratta, dicono gli addetti ai lavori, di una sorta di 'psicosi' legata a questa particolare specie di aracnide, una delle due (insieme alla mamignatta, la vedova nera europea) di rilevanza medica nel nostro Paese, che sta portando decine di persone a chiamare il centro di Borgo Trento, dice l'Arena, per chiedere agli esperti come riconoscere il morso del ragno violino dalla semplice puntura di una zanzara (operazione di fatto molto difficile, almeno nelle prime ore successive al morso), mentre le notizie di morsi si diffondono (l'ultima risale a pochi giorni fa a Venezia). Ma qual è l'effettiva pericolosità del ragno violino? Per rispondere alle domande più comuni sulla specie il Dolomiti ha contattato Ivan Petri, collaboratore del Muse per l'aracnologia. 

 

“Innanzitutto – dice l'esperto – la specie non è ancora presente in Trentino, dove non sono state registrate segnalazioni. La specie si sposta però molto facilmente con il trasporto merci. Nel nostro territorio ci sono stati casi di morsi di ragno che hanno causato necrosi, una sintomatologia simile a quella causata dal veleno citotossico del ragno violino, ma non è stato possibile stabilire con certezza la specie responsabile. Di certo con l'aumento delle temperature (e il continuo aumento) il rischio di espansione della specie in Trentino c'è: le prime segnalazioni, visto che si tratta di un ragno 'mediterraneo' e abituato alle alte temperature, me le aspetterei per esempio nelle città ed in generale nelle zone di fondovalle, dove la colonnina di mercurio registra valori più alti. Indicativamente, dalla Pianura Padana in giù si tratta di un ragno presente e piuttosto facile da trovare”. 

 

Come anticipato, al contrario della maggior parte dei ragni, che possiedono un veleno neurotossico, il ragno violino inietta nel morso un veleno citotossico in grado di causare necrosi: “Di fatto non abbiamo quindi un antidoto – continua Petri – ed il rischio è che dal morso, tra l'altro indolore visti i denti molto piccoli del ragno violino, si formi una ferita aperta a causa della morte dei tessuti interessati. Il problema principale in caso di morso sta proprio qui: di per sé il veleno non causa direttamente la morte della persona, il pericolo è di contrarre delle infezioni secondarie nel momento del morso o in seguito, a causa di eventuali tratti esposti. Infezioni che possono poi portare, come successo recentemente in Puglia, al decesso per setticemia. Diciamo che se il morso è segnalato ed eventuali complicazioni sono gestite con prontezza, con la prescrizione dei corretti antibiotici, normalmente il problema viene risolto. Per questo credo che la fobia che si è scatenata negli scorsi giorni non sia giustificata. D'altra parte bisogna però ricordare che il ragno violino è l'unica specie di rilevanza medica in Italia (insieme alla mamignatta) tra le 1700 specie di ragni presenti nella penisola”. 

 

Come collaboratore del Muse, Petri è molto attivo anche sul gruppo Facebook Citizen Science del museo trentino dove, come anticipato, negli ultimi giorni sono diversi i cittadini che hanno chiesto se quello trovato in casa fosse effettivamente un ragno violino: “Il problema – continua – è che ad un occhio inesperto si tratta di una specie facilmente confondibile con altre presenti normalmente nelle nostre case e non di rilevanza medica. Gli elementi da valutare sono la presenza di sei occhi, disposti in tre gruppi da due, rispetto agli otto solitamente presenti nei ragni e la 'famosa' macchia a forma di violino sul dorso, che però risulta parecchio sbiadita negli esemplari più giovani”. Visto il morso praticamente indolore, eventuali sintomi si iniziano a notare normalmente nelle ventiquattro ore successive: “Inizialmente il morso è simile alla puntura di una zanzara, poi l'area interessata si può gonfiare. In alcuni casi il tutto si risolve spontaneamente con un po' di irritazione, in altri invece è richiesta l'ospedalizzazione e le conseguenze, in particolare dal punto di vista dermatologico, possono essere a lungo termine. Se ci si dovesse accorgere del morso è in ogni caso importante contattare un centro antiveleno e cercare di fotografare il ragno per accertarne la natura”. 

 

Il consiglio principale, conclude Petri, è quello di non lasciare vestiti o lenzuola per terra all'interno delle nostre case: “E nel caso di sbatterli bene prima dell'utilizzo. Il ragno violino infatti non crea una ragnatela, ma fila della 'seta' dietro a mobili o battiscopa e indumenti lasciati a terra rappresentano per la specie un'opportunità perfetta per riposarsi durante il giorno. Nel momento poi in cui l'indumento viene indossato, il ragno si sente costretto e reagisce con il morso. Diciamo che con un po' di accortezza da parte nostra il numero di morsi potrebbe abbassarsi drasticamente. D'altra parte è poi fondamentale istruire le persone sul fatto che, purtroppo, anche da noi esistono specie di ragno di rilevanza medica. Il ragno violino è poi relativamente piccolo (con un corpo che arriva al massimo ai 1,5 centimetri) e come detto si trova frequentemente all'interno delle case, aumentando il rischio di contatto con l'umano".

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