Contenuto sponsorizzato

''Prima è salita sugli alberi, poi ha tentato di sabotare i recinti. Scava compulsivamente perché la sua voglia di libertà è fortissima. Da animalista dico 'meglio l'abbattimento'''

A parlare è Bernd Nonnenmacher del ''Parco del lupo e dell'orso della Foresta Nera'' che nel 2010 ha accolto l'orsa Jurka la prima 'orsa problematica' del Trentino e che si appresta a ricevere anche Jj4. Il suo intervento è nel finale del film ''Pericolosamente Vicini'' ed andrebbe ascoltato anche in casa nostra in Italia dove per alcune frange di animalisti l'argomento abbattimento è totalmente tabù: ''Noi in quanto animalisti abbiamo dovuto riflettere e chiederci se veramente le stavamo facendo un favore''

Di Luca Pianesi - 05 ottobre 2024 - 18:54

TRENTO. ''Noi in quanto animalisti abbiamo dovuto riflettere e chiederci se veramente le stavamo facendo un favore. Questo significa doverli abbattere, detto molto francamente. Può sembrare una soluzione drastica ma da animalista penso sia la cosa più giusta da fare. Non catturarli non rinchiuderli o sedarli''. A parlare è Bernd Nonnenmacher del Parco del lupo e dell'orso della Foresta Nera il centro che ha accolto l'orsa Jurka nel 2010 e che oggi è al lavoro per accogliere anche Jj4 ancora reclusa al Casteller. Le sue parole sono dense di significato e le pronuncia alla fine del docufilm di Andreas Pichler ''Pericolosamente vicini. Vivere con gli orsi'' che è andato in onda venerdì sera, in chiaro, su Rai3 e nello stesso giorno ha vinto il premio Prix Italia sezione 'Tv Documentary' a Torino.

 

Una pellicola che fornisce tantissimi spunti di riflessione e di analisi del fenomeno convivenza uomo-grandi carnivori. Partendo dalla tragedia di Andrea Papi, ucciso nei boschi sopra Caldes dall'orsa Jj4 l'anno scorso, la pellicola affronta diversi temi che la questione porta con sé: la rabbia degli allevatori, politici che hanno cavalcato la questione strumentalizzandola per fini elettorali, pessima gestione amministrativa del fenomeno, le estremizzazioni di chi parla di invasione e di chi, dall'altro lato è favore a prescindere, con una parte del mondo animalista diventata a sua volta parte integrante del problema e più in generale il messaggio che laddove si affronta l'argomento facendosi guidare dall'emotività si sbaglia sempre. Serve, invece, affidarsi alla scienza, agli studiosi, ai tecnici, ai forestali, a chi affronta razionalmente la questione e tra questi non si può non citare proprio Bernd Nonnenmacher.

 

Il suo discorso a fine film è di quelli importanti, che se ascoltato potrebbe davvero aiutare tutti a fare un deciso passo avanti verso la convivenza. Catturare gli orsi è peggio che ucciderli e lo dice con coscienza. ''Non siamo uno zoo - spiega - siamo un progetto di protezione degli animali. Salviamo gli animali sapendo che qui possono trovare condizioni migliori. Jurka è stata la prima orsa problematica del Trentino. Nel 2010 siamo riusciti a trovare una soluzione per lei qui nella Foresta Nera ma all'epoca non ci rendevamo conto di cosa significasse rinchiudere un orso selvatico''.

 

 

Nonnenmacher spiega, quindi, cosa ha fatto maturare in lui e negli altri animalisti tedeschi che gestiscono il parco negli anni questa drastica convinzione. ''La prima reazione di Jurka è stata di salire sugli abeti e di guardarsi intorno. Osservando l'orsa quotidianamente abbiamo notato come come abbia preservato il suo istinto di libertà fino ad oggi. Togliendole poco a poco quell'istinto la costringo violentemente all'ergastolo. Jurka è anche un'orsa molto intelligente. Ha spesso cercato di mettere fuori uso i recinti elettrici. Scavava dappertutto in preda al nervosismo cercando di capire come uscire. Vederla in quello stato ogni giorno fa male perché vedi che lei sa bene che c'è un mondo oltre quel recinto''. 

 

 

''Col tempo poi i suoi comportamenti sono diventati sempre più stereotipati - aggiunge Nonnenmacher - e noi in quanto animalisti abbiamo dovuto riflettere e chiederci se veramente le stavamo facendo un favore. Questo significa doverli abbattere detto molto francamente. Può sembrare una soluzione drastica ma da animalista penso sia la cosa più giusta da fare. Non catturarli non rinchiuderli o sedarli. L'orso nel bosco non se ne accorge nemmeno e in pochi secondi è finita''.

 

 

La reclusione, invece, si trasforma in una lenta e drammatica agonia. Se si riuscisse almeno a fare un passo avanti in questo senso rispetto alle posizioni ideologiche che ormai dividono il mondo tra chi è contro in tutto e chi è a favore a prescindere si farebbe un passo avanti verso la gestione razionale del fenomeno.

 

 

E lo stesso Pichler lo ha spiegato ieri all'Ansa a commento del premio vinto parlando del finale del film e di Jj4 figlia proprio di Jurka, reclusa in Germania da 14 anni: ''Si tratta di un altra orsa 'problematica' - spiega l'autore - e gli animalisti tedeschi dopo averla vista lì dentro si sono resi conto che soffre molto, cerca continuamente di fare dei buchi, di mandare in tilt i cavi elettrici dell'allarme e, pur essendo animalisti convinti, sono arrivati alla conclusione che per un animale selvatico qual è l'orso piuttosto che essere tolto dal proprio territorio e continuare a soffrire, è meglio che si proceda all'abbattimento. Non c'è purtroppo scampo. In Italia i nostri animalisti ancora non fanno ancora questo passaggio".

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Ambiente
21 gennaio - 12:42
Il Gps di Puck ha trasmesso i segnali e subito i carabinieri forestali si sono attivati raggiungendo la casa dell'uomo. Dopo una perquisizione la [...]
Esteri
21 gennaio - 12:24
Non è la prima volta che si verifica un fenomeno di gelicidio sulle strade della Valsugana
Cronaca
21 gennaio - 12:31
E' successo poco prima di mezzogiorno e sul posto si sono portati i vigili del fuoco e i soccorsi sanitari. L'uomo sarebbe rimasto con la gamba [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato