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"Orsi 'problematici'? Vanno abbattuti", lo zoologo: "In Europa circa 2000 esemplari 'da sistemare' ogni anno: da ipocriti pensare di creare recinti per tutti"

Lo zoologo Mauro Belardi: "Gli orsi problematici? Solo in Italia cerchiamo alternative all'abbattimento. Ma se si pensa che in Europa ci sono circa 2000 orsi problematici 'da sistemare' ogni anno capiamo che sarebbe impossibile creare recinti per tutti. Oltre all'ingente bisogno di spazi e fondi parleremmo di animali selvatici privati della libertà, sterilizzati e stressati. Avendo decine di milioni di euro ogni anno da investire in conservazione si potrebbero fare tante cose invece che recinti o santuari"

Foto d'archivio
Di S.D.P. - 06 settembre 2024 - 20:21

TRENTO. Cosa fare con gli orsi "problematici"? Rinchiuderli, spostarli all'estero o abbatterli? Sono queste alcune delle domande che attualmente ci si pone in Trentino, alla luce in particolare dei diversi incontri ravvicinati avvenuti negli ultimi mesi. 

 

A dire la sua è stato nelle scorse ore lo zoologo e presidente di Eliante Mauro Belardi, che sui social ha condiviso la propria opinione in un lungo post: "Sollecitato dalle interessanti discussioni sugli orsi problematici, se tenerli in cattività, se abbatterli e nel caso in quali condizioni tenerli, ho provato a fare dei conti", premette.

 

"Sono sempre stato per abbatterli, ma rispetto chi ha sensibilità diverse dalla mia e mi sta bene discuterne, perché è un argomento complesso - prosegue nella riflessione -. Solo che gli altri dovrebbero fare altrettanto. Non solo sono uno zoologo impegnato nella conservazione dell’orso, ma proprio adoro gli orsi in modo anche molto irrazionale, penso sia l’animale più bello e affascinante del mondo, quindi dire che forse li abbatterei non è qualcosa che faccio con leggerezza. La seconda premessa è che non discuto qui i criteri per definire un orso problematico o meno, l’onestà scientifica, politica e intellettuale di chi prende le decisioni, eccetera: quello è un altro discorso, qui parliamo del destino degli orsi già prelevati dalla natura".

 

L'esperto spiega poi che nell'Unione europea "vengono abbattuti circa 1.500 orsi ogni anno, una stima approssimativa probabilmente per difetto. Formalmente sono tutti animali problematici: a volte questo è vero (aggressivi, molto dannosi, confidenti), a volte definirli tali è politicamente forzato, altre volte è proprio una balla, ma abbattere orsi problematici è l’unico modo per definire un prelievo compatibile con l’art. 16 della Direttiva habitat. A questi andrebbero aggiunti gli orsi abbattuti fuori Ue in paesi dove comunque godono di un sostanziale status di protezione, tipo Norvegia o Svizzera o Ucraina o Serbia ad esempio".

 

"Diciamo 2000 all’anno da piazzare in buone condizioni di cattività da qualche parte. Allora, prima di tutto gli orsi andrebbero sedati, catturati, spostati a destinazione e infine risvegliati con un farmaco antagonista. Se il luogo di destinazione è lontano questa operazione necessita di più sedazioni oppure di sedazioni profonde meno intense ma più durature, ma complesse da gestire. A ogni sedazione c'è comunque un rischio di morte per l'animale".

 

E prosegue: "Spesso prima della cattività definitiva c'è una seconda sedazione per la sterilizzazione. Facciamo un team di 4-5 persone coinvolto ogni volta. L’esperienza dice che ogni volta c’è un rischio - basso ma non nullo - anche per gli operatori umani: ci sono stati incidenti in passato. Veniamo alle condizioni di detenzione. Di base i maschi vivrebbero tutta la vita in isolamento, le femmine a volte possono stare con altre femmine. Animali selvatici privati della libertà, sterilizzati, all’ergastolo, spesso in isolamento, che vivono anche 40 anni in cattività. In molti posti vengono costantemente debolmente sedati per ridurre il loro stress. Ed ecco che magicamente il fatto che siano in un bellissimo posto che appare molto naturale cessa di avere tutta questa importanza".

 

Belardi fa sapere che i plantigradi in cattività trascorrono le proprie giornate "a ripetere comportamenti stereotipati o a sminuzzare nervosamente oggetti. A volte hanno comportamenti autolesionisti. A volte si aggrediscono tra loro. Arrivata l’ora stabilita si piazzano nel punto da dove gettano loro il cibo a mendicare la pappa, di solito sono in grado di riconoscere il rumore dell’auto di chi gli porta il cibo tra 50 altre auto. Ma soprattutto vorrei che i fautori del “e comunque meglio trovare un buon posto in cattività che non abbatterli” dicessero come pensano di fare, aiutando me a fare i conti. Un buon recinto cos’è, 2 ettari diciamo? Di più? Qualcuno dice 10 ettari. Facciamo pure che metà degli orsi possono essere messi insieme in piccoli gruppetti di femmine. Devi provare, mica funziona automaticamente per tutte le femmine, ma ok".

 

"Ogni anno servirebbero aree naturali recintate per 1500-2000 ettari? E ogni anno altre aree nuove - commenta facendo notare l'impossibilità di realizzare un qualcosa del genere a lungo termine -. I costi di realizzazione sarebbero dell’ordine di alcune decine di migliaia di euro per ogni recinto, parliamo dunque di parecchie decine di milioni di euro ogni anno. Ognuno deve avere sorveglianza 24 ore 365 giorni all'anno, manutenzione, alimentazione, energia elettrica, acqua e uno o più luoghi di svernamento idoneo. Facciamo 100.000 euro (ma all’anno, non una tantum) tra personale, cibo, manutenzione, visite veterinarie e utenze per ogni recinto? Ste aree le facciamo sui terreni di chi e con quale budget?".

 

"Espropriamo terreni di privati o su aree pubbliche o aree già protette che sottraiamo all'altra fauna terrestre recintandole? Un cosiddetto “santuario" porta un po’ di indotto, è vero, ma se ne fai 100 il giochino finisce. E statisticamente gli orsi ogni tanto riuscirebbero ad evadere, come sa benissimo chi ha avuto a che fare con gli orsi. Io penso che avendo decine di milioni di euro ogni anno da investire in conservazione degli orsi si farebbero tante cose. Ad esempio? Invece di comprare terreni per fare recinti, compri le aree idonee per la riproduzione e le sottrai al disturbo. O le aree cruciali per l’alimentazione autunnale e le chiudi ai sentieri, alla caccia e alla raccolta umana. Ma è solo un esempio".

 

E conclude: "Ma soprattutto: vi rendete conto che noi ci possiamo permettere queste discussioni sugli orsi del Casteller, solo ed esclusivamente perché l’unico paese che ogni tanto non abbatte gli orsi problematici è l’Italia? Parliamo quindi di "piazzare" solo una decina di orsi, giochiamo a fare delle ipotesi e già si fa fatica a piazzare questi. Ma a me pare evidente che possiamo permetterci queste discussioni solo perché tutti gli altri orsi problematici in Europa vengono abbattuti. Non è un po' ipocrita?".

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