Contenuto sponsorizzato

Nominato l'Osservatorio faunistico dell'Alto Adige. Al lavoro per affrontare i 'lupi problematici' ma si lavora meno per 'aggiornare' gli allevatori

Se Ispra ha accertato che il 100% delle predazioni in Alto Adige (tra il 2015 e il 2022) sono avvenute in assenza di misure di prevenzione, la Provincia di Bolzano continua a lavorare su come poter far fuori i lupi e non su come poter aiutare gli allevatori a convivere e ad aggiornarsi (come avviene nel resto d'Italia pur nelle difficoltà della tematica). Negli scorsi giorni incontro tra rappresentanti Ispra, Ripartizione Servizio forestale, Avvocatura della Provincia e Unione Agricoltori e Coltivatori diretti altoatesini

Di Luca Pianesi - 03 luglio 2024 - 10:12

BOLZANO. "L'Osservatorio della fauna selvatica è un organismo importante, con un'ampia gamma di competenze e una rappresentanza paritaria, che supporta la politica in molte questioni e contribuisce anche all'importante e delicato tema dei grandi carnivori. È di fondamentale importanza non perdere di vista la visione oggettiva della questione, anche nelle discussioni emotivamente cariche: ed è proprio questa una delle principali funzioni dell’organismo", così Luis Walcher, assessore all’Agricoltura della Provincia di Bolzano ha presentato il rinnovato Osservatorio faunistico provinciale ente che fornisce consulenza alla Giunta provinciale su questioni scientifiche e tecniche.

 

L'istituto fornisce principalmente rapporti sull'estensione della caccia a specie non cacciabili, sulla creazione di giardini zoologici e sulla cattura di animali selvatici a fini scientifici. La commissione è composta da esperte ed esperti riconosciuti dell'Alto Adige, dell’Austria e da un rappresentante dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Ieri la Giunta provinciale ha nominato i seguenti membri della commissione per i prossimi cinque anni: Dominik Trenkwalder (funzionario Ufficio Gestione fauna selvatica, presidente, confermato nell'incarico), Barbara Franzetti (Ispra, confermata nell'incarico), Florian Kunz (esperto in materia di fauna selvatica, nuovo nell'incarico), Gabriela Testor (esperta in biologia della fauna selvatica, nuova nell'incarico) e Josef Wieser (zoologo, nuovo nell'incarico).  

 

Due rappresentanti dell'Ispra sono stati a Bolzano lunedì e martedì per un confronto tecnico con i funzionari della Ripartizione Servizio forestale, dell'Avvocatura della Provincia e con le rappresentanti e i rappresentanti dell'Unione Agricoltori e Coltivatori diretti altoatesini. L'obiettivo era quello di discutere insieme le opzioni legali per il prelievo dei lupi considerati dalla politica ''problematici''. 

 

Tutte le parti coinvolte hanno assicurato di portare a termine i propri obiettivi: l'Unione Agricoltori vuole intensificare gli sforzi per promuovere l'attuazione di misure di protezione delle greggi, il Servizio forestale sta lavorando con i legali della Provincia per affinare argomenti giuridicamente validi, i rappresentanti dell'Ispra si sono dimostrati disposti a tenere conto delle difficili condizioni quadro dell'alpeggio altoatesino.

 

Ovviamente il problema alla base di tutto sta nella totale refrattarietà degli allevatori altoatesini ad aggiornarsi sui sistemi di difesa dai predatori. Di fatto in pochissimi utilizzano recinti elettrificati all'altezza, o adottano strategie di prevenzione ben note e utilizzate nel resto d'Italia. A fronte di pochissimi lupi presenti sul territorio, dunque, il lavoro della politica dovrebbe essere incentrato soprattutto sul formare e attrezzare gli esseri umani prima che su come eliminare gli animali selvatici. In Emilia Romagna (dove i lupi sono presenti da molto più tempo e sono molti di più) uno studio aveva mostrato come le misure di mitigazione hanno prodotto una riduzione delle predazioni del 93,4% (QUI ARTICOLO) nel Bellunese dove i recinti sono stati installati correttamente le predazioni si sono totalmente azzerate (QUI ARTICOLO) mentre le predazioni avvenute negli scorsi anni in Alto Adige è stato accertato che sono avvenute nel 100% dei casi (dal 2015 al 2022) in assenza di sistemi di difesa

 

"Per noi è importante mantenere la tradizione della gestione delle malghe, che sono a rischio. Questi paesaggi culturali rappresentano il fulcro della biodiversità", ha sottolineato Walcher.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Ambiente
21 gennaio - 12:42
Il Gps di Puck ha trasmesso i segnali e subito i carabinieri forestali si sono attivati raggiungendo la casa dell'uomo. Dopo una perquisizione la [...]
Esteri
21 gennaio - 12:24
Non è la prima volta che si verifica un fenomeno di gelicidio sulle strade della Valsugana
Cronaca
21 gennaio - 12:31
E' successo poco prima di mezzogiorno e sul posto si sono portati i vigili del fuoco e i soccorsi sanitari. L'uomo sarebbe rimasto con la gamba [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato