''Nessun orso verrà ricollocato nel Parco Val Grande. Da parte nostra nessuna volontà e nessuna richiesta di altri territori in tal senso''
La smentita per via ufficiale arriva direttamente dal presidente Luigi Spadone con un comunicato pubblicato sul sito del parco. Nella zona di Verbano Cusio Ossola voci insistenti parlavano di questa possibilità. ''Il problema è che questa voce si sta autoalimentando e ha raggiunto anche altri territori. Ne ho parlato anche con il Comando del Reparto Carabinieri Parco perché non solo viene lesa l'immagine di una pubblica amministrazione, ma si ingenera preoccupazion ingiustificata nella popolazione"

VILLADOSSOLA. ''Nessun orso verrà ricollocato nel Parco Val Grande''. Ha dovuto dirlo chiaro e tondo Luigi Spadone, presidente del Parco Val Grande, addirittura con un comunicato ufficiale. Lo aveva già fatto nella riunione di sabato a Villadossola, quando il tema era il monitoraggio del lupo nel Verbano Cusio Ossola ma a quanto pare le voci che circolano nella zona sono talmente insistenti da necessitare di un atto pubblico.
E allora ecco la posizione del numero uno del parco: ''Ho già smentito questa voce in varie sedi, istituzionali e non. Ma evidentemente qualcuno si diverte a far circolare notizie non vere al solo scopo di fomentare gli animi. Non vi è nessuna volontà del Parco di muoversi in questo senso, né vi sono richieste da parte di altri territori di ricollocare grandi predatori presso la Val Grande. Peraltro non sarebbe neppure così facile: non è che si sottoscrive un protocollo con un altro ente e la ricollocazione è cosa fatta. Occorre anche qui un intervento ministeriale e di Ispra e, soprattutto, una volontà del territorio ospitante che non c'è. Tutte queste fake news, come si chiamano oggi, gettano discredito su un ente e sui suoi dipendenti che lavorano con impegno quotidiano, peraltro in una situazione di sottorganico. Il problema è che questa voce si sta autoalimentando e ha raggiunto anche altri territori. Ne ho parlato anche con il Comando del Reparto Carabinieri Parco perché non solo viene lesa l'immagine di una pubblica amministrazione, ma si ingenera preoccupazione ingiustificata nella popolazione".
Nella zona, tra l'altro, un orso già c'è. E' M29 ed ormai è una presenza relativamente stabile. Di lui si è cominciato a parlare nel 2019 quando alcune impronte erano state individuate nella neve tra la Valle Loana e la Val Grande. Poi nel 2020, la conferma: delle arnie erano state distrutte e un orso venne fototrappolato a Villadossola. Da quel momento in poi gli avvistamenti e le prove del suo passaggio sono state molteplici proprio all'interno del Parco Nazionale Val Grande, tra Verbano ed Ossola. L'ultimo documentato sulle montagne tra la Val Vigezzo e la Valgrande, due settimane fa. A renderlo noto, la polizia provinciale, che ha catturato il passaggio del plantigrado "a caccia" di miele.
Intanto sabato si è tenuto a Villadossola il decimo incontro del tavolo di confronto e concertazione sul tema grandi carnivori che ha avuto in questi tre anni il pregio di mettere di fronte a un tavolo i vari portatori di interesse per discutere una tematica sempre più attuale, in particolare dopo la presenza dell'orso M29 nel comune di Trontano, anche se il tavolo è nato per approfondire il tema lupo. I tanti confronti non hanno sopito le differenti posizioni delle parti (in particolare allevatori e associazioni ambientaliste) ma sono emersi alcuni punti di contatto.
"Vi sono temi come gli indennizzi - commenta il presidente Spadone - che vedono le parti concordare sulla necessità che questi siano immediati. Io peraltro parlerei più di risarcimenti che di indennizzi. Ciò va di pari passo con la riduzione della burocrazia che oggi rende difficoltoso per un allevatore, spesso in alpeggio, ottenere il giusto ristoro del danno subito".
Come vede i piani di contenimento che si stanno adottando in altri stati? "Come ho accennato durante l'incontro i Parchi hanno tra le proprie finalità anche la gestione della fauna, quindi non è corretto pensare che le aree protette siano un mondo a parte rispetto agli altri enti. Tutti però sono chiamati a rispettare quelle che sono le regole del gioco. Deroghe o declassamento della specie – oggi il lupo non è più una specie in via di estinzione – competono ad altri livelli, segnatamente Regione e Ministero. Ritengo che laddove la capacità portante di un territorio sia superata una gestione, al pari di tutta la fauna, sia possibile ma occorre agire in modo corretto. Il rischio è infatti che il rimedio paventato sia ben diverso da ciò che si vorrebbe ottenere. In ogni caso senza una valutazione positiva di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) restiamo nel campo delle ipotesi".