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L'alborella sta scomparendo dal Garda ma si cerca di salvarla: nuova immissione di uova e spiaggia della Val Gola chiusa

La riserva rappresenta un tratto di sponda indisturbato dove il piccolo ciprinide e altri pesci possono ritrovare l'habitat naturale per la riproduzione. Il segretario dell'associazione Amici della Tirlindana Alberto Rania: “La speranza è che le alborelle tornino a riprodursi autonomamente come avveniva in passato"

Di F.Os. - 30 giugno 2024 - 11:15

RIVA DEL GARDA. Sono riprese nei giorni scorsi le operazioni per la terza immissione di uova di alborella nella riserva della Val Gola, a Riva del Garda, nell’ambito del progetto di ripopolamento iniziato nel 2021 proposto dall'associazione Amici della Tirlindana, in collaborazione con l'Unione pescatori sportivi del Garda e della sezione forestale del comune gardesano.

 

L'area, di circa ventimila metri quadrati al confine con la Lombardia, è stata creata nel 2010 proprio allo scopo di poter disporre di un tratto di sponda indisturbato dove l’alborella e altri pesci, in particolare il cavedano, possano ritrovare l'habitat naturale per la riproduzione.

 

“Abbiamo predisposto le gabbie di sicurezza in acqua e ora stiamo aspettando le condizioni ideali per poter depositare le cassette con le uova fecondate" dichiara il segretario dell’associazione promotrice Alberto Rania che spiega: "Questo pesce azzurro era misteriosamente scomparso tra il ’95 e gli anni 2000: veniva pescato a tonnellate e poi improvvisamente è sparito”.

 

Le cause precise della scomparsa del piccolo ciprinide, viene spiegato, non si conoscono e tra le ipotesi c'è anche quella di un'epidemia, con il Parco fluviale della Sarca e l’amministrazione comunale di Riva del Garda che hanno avvertito la necessità di ricreare le condizioni naturali di ripopolamento di questa specie, sostenendo il progetto di reintroduzione proposto.

 

Nello specifico, le alborelle introdotte arrivano sempre dal lago di Garda: le uova che vengono immesse nelle gabbie in Val Gola, infatti, sono prelevate in una zona del lago a Peschiera, dove ha resistito una piccola popolazione del ciprinide, e trasportate nella riserva protetta di Riva del Garda.

 

Le gabbie hanno la funzione di proteggerle dalle predazioni di pesci ed uccelli e, dopo la schiusa, gli avannotti possono fuoriuscire da piccoli fori per andare a nascondersi tra la ghiaia e poi disperdersi nel lago.

 

“La speranza è che tornino a riprodursi autonomamente sulle nostre spiagge come avveniva nelle estati di qualche decennio fa – prosegue Alberto Rania – e basterebbe che una popolazione riuscisse a fare una frega naturale per ripartire da sola nel giro di poco tempo. Noi pescatori crediamo profondamente in questo progetto perché l'alborella è un anello fondamentale della catena alimentare del lago e la sua scomparsa ha creato degli scompensi tra le specie presenti”.

 

Ad essere necessarie sono però determinate condizioni: in primis le temperature dell’acqua intorno ai venti gradi, con l’inizio della deposizione attesa per la prima settimana di luglio.

 

Nel frattempo, è stata emessa un'ordinanza del comune che vieta l'accesso alla Val Gola, sia da terra sia dal lago, e sono stati posizionati cartelli e boe che avvisano bagnanti e surfisti della presenza di una zona protetta: infatti l’alborella, come il cavedano, si riproduce in estate in pochi centimetri d’acqua, quasi sul bagnasciuga, ed è molto sensibile al disturbo turistico.

 

“È un progetto ambizioso con molti interrogativi e molte difficoltà ma un tentativo andava fatto – dichiara il presidente del Parco fluviale della Sarca Gianfranco Pederzolli – e dai monitoraggi effettuati finora pare ci siano stati degli avvistamenti ma attendiamo i risultati più significativi dopo questo terzo anno di immissioni”.

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