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"La sua storia s'intreccia da sempre con quella dell'uomo", da re indiscusso ad "attributo del diavolo", l'orso attraverso i secoli raccontato da Pastoureau

Ammirato, venerato e posto sul trono, poi sminuito, sbeffeggiato e infine spodestato. Quella dell'orso è una storia antica, che da secoli s'intreccia con quella dell'uomo. Lo storico e antropologo Michel Pastoureau: "Dopo essere stato per diverso tempo il re, è stato spodestato dalla Chiesa. Infine, nel Novecento, si è preso la sua rivincita, trasformandosi in un feticcio: l'orsacchiotto di peluche. Così il grandioso animale è tornato a essere quello di decine di migliaia di anni fa: un compagno dell'uomo"

A destra foto da "Wikipedia"
Di S.D.P. - 27 settembre 2024 - 19:54

TRENTO. Ammirato, venerato e posto sul trono, poi sminuito, sbeffeggiato e infine spodestato. Quella dell'orso è una storia antica, che da secoli s'intreccia con quella dell'uomo. In Europa il re degli animali è stato a lungo proprio lui: ogni cultura in un certo momento della propria evoluzione elegge un protagonista del suo bestiario e l'orso ha avuto occasione di stare per diverso tempo sul trono. 

 

"Nel paleolitico l'uomo viveva nelle caverne con l'orso, una figura venerata dagli antichi e fino almeno all'Età carolingia, quando in gran parte dell'Europa non mediterranea, l'orso era ancora visto come una figura divina". A raccontare una figura (ma soprattutto un animale) la cui storia attraversa diversi secoli (con non pochi "colpi di scena") è Michel Pastoureau, storico, antropologo e saggista che ha spiegato la simbologia legata all'orso e al leone in occasione di una lectio magistralis tenutasi negli spazi dell'Università di Trento. 

 

Un racconto, quello dell'esperto, che raccoglie credenze popolari, culti (e non solo) legati ad un animale del quale ancora oggi molto si parla, anche se in modo del tutto diverso. Una specie, l'orso, che ai tempi di Cesare era presente "ovunque" ma che dall'anno 1000 ha cominciato a spostarsi sempre in quota, divenendo a tutti gli effetti "un animale di montagna".  

 

A dichiarargli "guerra" con la volontà di 'detronizzarlo', la Chiesa, che nel Medioevo "ha tentato in ogni modo di privarlo del suo prestigio, umiliandolo e ridicolizzandolo". I religiosi cominciarono così a demonizzarlo (l'orso diventò addirittura "attributo del diavolo") e a caricarlo di vizi e difetti (ira, lussuria, invidia, accidia e golosità), a degradarlo in ogni modo, favorendo gli spettacoli con orsi ammaestrati per distruggere qualsiasi culto pagano legato all'orso, cercando al contempo di eleggere come nuovo re il leone. 

 

Oltre i confini del Medioevo, ormai privato di ogni prestigio, l'orso è divenuto una bestia da circo. Eppure, spesso continuava ad occupare un posto nell'immaginario occidentale, sebbene sostituito dal leone.

 

Negli anni l'orso è riuscito però a tornare e riapparire "come oggetto di sogni e fantasia, fino a prendersi la sua rivincita nel Novecento - conclude Pastoureau - quando si è trasformato in un vero e proprio feticcio: l'orsacchiotto di peluche. Il famoso 'Teddy bear'. Così il grandioso animale è tornato a essere quello di decine di migliaia di anni fa: un compagno dell'uomo".

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