“La flavescenza dorata si diffonde in Alto Adige con una velocità preoccupante: la situazione è critica. Ecco regole, doveri e responsabilità del singolo”
L'appello arriva dal Consorzio vini Alto Adige: “Non è possibile tenere sotto controllo l'intera superficie vitata dell'Alto Adige se non sono i singoli viticoltori a ispezionare i rispettivi vigneti e controllare l'insorgenza dei sintomi nel più breve tempo possibile, in particolare nella fase più delicata di agosto”. Ecco l'intervista a Stefano Endrizzi, dell'Ufficio frutti e viticoltura e Servizio fitosanitario provinciale

BOLZANO. “Tutti gli esperti sono concordi: senza un consapevole impegno di tutti i viticoltori non sarà possibile fermare la flavescenza dorata”. Sono queste le parole dei responsabili del Consorzio vini Alto Adige, che lanciano un appello a tutti i viticoltori: “Affinché ispezionino i propri vigneti in modo approfondito e continuo. All'insorgenza dei più lievi sintomi le viti devono essere estirpate e chi non rispetta tale obbligo rischia di incorrere in sanzioni severe”. Dopo aver già causato seri danni nelle zone di coltivazioni più meridionali infatti, la flavescenza dorata si sta diffondendo anche in Provincia di Bolzano con una velocità preoccupante, dicono gli esperti.
“In definitiva non è possibile tenere sotto controllo l'intera superficie vitata dell'Alto Adige – aggiungono le organizzazioni dell'industria vinicola provinciale – se non sono i singoli viticoltori a ispezionare i rispettivi vigneti e controllare l'insorgenza dei sintomi nel più breve tempo possibile, in particolare nella fase più delicata di agosto. Le foglie, per esempio, si arricciano internamente verso il basso assumendo una forma triangolare. Le viti colpite lignificano in maniera per lo più incompleta e i grappoli avvizziscono. Se si dovessero scoprire anche i più piccoli segni dei giallumi, è necessario comunicare l'infestazione ed estirpare immediatamente la vite colpita, radici comprese”.
Oltre ai controlli approfonditi che i coltivatori sono chiamati ad effettuare in autonomia, anche le organizzazioni competenti in materia hanno intensificato ulteriormente gli sforzi per contenere questa malattia della vite che, sebbene innocua per l'uomo, minaccia l'industria del vino. “Attualmente per esempio – continua il Consorzio – è in pieno svolgimento il programma di monitoraggio organizzato dal Consorzio vini Alto Adige per il quarto anno consecutivo, monitoraggio che proseguirà fino a ottobre. Già solo negli ultimi anni le viti colpite dalla malattia hanno superato quota 10.000; il territorio vinicolo dell'Alto Adige, tuttavia, è troppo vasto perché il monitoraggio possa essere condotto in maniera capillare”.
In generale la flavescenza dorata è una delle malattie delle piante più pericolose per la viticoltura e la sua segnalazione è quindi obbligatoria: a tenere le fila della lotta contro la sua diffusione è il Servizio fitosanitario della Provincia di Bolzano. Ad inquadrare nel dettaglio la situazione ed il quadro giuridico di riferimento è il responsabile del servizio, Stefano Endrizzi, al quale il Consorzio ha chiesto di fare un punto.
Signor Endrizzi, la flavescenza dorata si sta diffondendo in maniera massiccia anche in Alto Adige. È possibile quantificare questa diffusione con delle cifre?
Il primo caso è stato rilevato a Chiusa nel 2016, nel 2018 ci sono stati 8 casi che nel 2019 sono saliti a 16. Nel 2023 questo numero è salito a 107 nuovi casi confermati dalle analisi di laboratorio e verificatisi in quasi tutte le aree vitivinicole della provincia (rispetto al dato fornito in precedenza il Consorzio vini precisa che i numeri qui forniti da Endrizzi fanno riferimento ai soli casi esaminati in laboratorio, mentre il numero di piante con sintomi ha negli ultimi anni superato quota 10.000 ndr). La flavescenza dorata si sta quindi diffondendo in maniera esponenziale.
Quali sono le difficoltà quando si tratta di rallentare una sua ulteriore diffusione o, addirittura, di impedirla del tutto?
L’agente patogeno della flavescenza dorata è un fitoplasma, ossia un batterio privo di parete cellulare che vive nel floema della pianta. Dopo l’infezione, la malattia può rimanere latente anche per diversi anni. Ciò significa che, pur essendo infetta, la vite non presenta sintomi e questo aumenta enormemente la difficoltà del nostro lavoro. Se vogliamo impedire la diffusione della malattia, la lotta al suo vettore principale, la cicalina americana della vite, è di enorme importanza. Questa lotta deve avvenire nel momento giusto, cioè quando l’insetto è ancora allo stadio larvale.
Qual è il quadro giuridico e quale l’iter da seguire nell’eventualità di un caso sospetto?
La flavescenza dorata è una malattia da quarantena, quindi sussiste l’obbligo di segnalazione ed estirpazione. Ogni caso sospetto deve inderogabilmente essere segnalato al Servizio Fitosanitario della Provincia o al Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura dell’Alto Adige. Dei campioni vengono quindi prelevati e analizzati presso il Laboratorio di Virologia e Diagnostica del Centro di Sperimentazione Laimburg per rilevare la presenza dell’agente patogeno della flavescenza dorata. Se il patogeno viene rilevato, i proprietari vengono contattati per iscritto dal Servizio Fitosanitario e sono tenuti a estirpare tutte le viti sintomatiche, radici comprese.
Nelle zone infestate le regole sono addirittura più severe, giusto?
Esatto. I coltivatori, i cui vigneti si trovano in una zona dichiaratamente infestata, devono immediatamente estirpate tutte le viti sintomatiche, radici comprese. In questo caso non vengono nemmeno eseguite ulteriori analisi di laboratorio.
E qual è la situazione a livello sanzionatorio?
I coltivatori che non rispettano le scadenze previste per l’estirpazione delle viti infette o per la lotta obbligatoria alla cicalina americana della vite sono soggetti a sanzioni amministrative. L’estirpazione, inoltre, può essere imposta d’ufficio, con le relative spese a carico del proprietario inadempiente. L’obbligo di estirpazione vale comunque anche per tutti i vigneti abbandonati presenti in Alto Adige.
Quindi, tutto sta alla responsabilità dei viticoltori di monitorare i propri vigneti e di essere costanti nella lotta alla flavescenza dorata?
In linea di principio ciascun proprietario è responsabile dei propri vigneti e deve eseguire i controlli previsti. Le informazioni, in ogni caso, non mancano. Negli ultimi anni, ai giallumi sono stati dedicati numerosi eventi e corsi di aggiornamento. Oltre a questo, i centri di consulenza sono sempre disponibili, sulla homepage della Ripartizione provinciale all’agricoltura sono presenti informazioni esaustive e, nel 2023, abbiamo anche inviato a tutte le aziende vitivinicole un volantino corredato di numerose immagini. Comunque chi avesse ancora domande, può rivolgersi in qualsiasi momento al Servizio Fitosanitario, al Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura o ai tecnici delle varie cantine.