Diga del Vanoi, danni all'habitat e dubbi sulla gestione delle risorse idriche: dal Cai arriva l'ennesima bocciatura. "Distruggerà una delle poche valli ancora integre"
Lunga analisi punto per punto del Cai di Feltre espressa in un documento condiviso dal coordinamento delle 18 sezioni Cai della provincia di Belluno

FELTRE. "Decisa contrarietà". Questo ha voluto esprimere il Cai di Feltre al termine di un lungo documento che analizza puntualmente nel merito tutti gli aspetti del progetto della diga sul torrente Vanoi.
Documento firmato dal presidente Renzo Zollet e condiviso anche dal coordinamento delle 18 sezioni Cai della provincia di Belluno rappresentanti oltre 13.000 soci, secondo cui la diga non solo comprometterebbe un patrimonio naturale di rara integrità, ma solleverebbe anche preoccupazioni di più ampio respiro sulla sostenibilità dell’intervento rispetto ai reali bisogni delle comunità.
Il Cai nel suo documento (qui sotto riportato integralmente) fa appello alla tutela delle aree montane, un principio sancito fin dal primo articolo del proprio Statuto, ricordando che la difesa dell’ambiente montano è essenziale per il benessere non solo dei residenti, ma anche delle comunità a valle.
“La risorsa idrica è sempre più scarsa”, si legge nel documento, che invita a un utilizzo più consapevole e sostenibile dell’acqua, e che chiede di investire nella gestione delle risorse idriche esistenti invece che in nuove opere dall’impatto irreversibile.
Tra le conclusioni del documento anche una critica all’idea, espressa nel Documento di Consultazione per il Piano Attuativo (Docfap), che la mancata costruzione della diga potrebbe incentivare un uso improprio del suolo, spingendo a un maggiore sviluppo industriale e residenziale nella valle. "Se proprio si temono questi ipotetici scenari di degrado ambientale è sempre possibile chiedere e ricorrere a dei vincoli peraltro ben presenti in territorio montano. O forse la pianura non merita altrettanta tutela?".
In conclusione, il Cai di Feltre sollecita un cambio di paradigma nella gestione delle risorse idriche, invitando a un maggiore rispetto per la montagna e a una riflessione più ampia: "Siamo certi che con ingegno e impegno si troverebbero, se del caso anche con l'apporto di idee provenienti dalla montagna, le soluzioni migliori per ottimizzare il consumo delle risorse idriche perpetuando altresì nel tempo l'attuale benessere. Restiamo fiduciosi in un cambiamento dei comportamenti e dei paradigmi per un ripensamento sull'uso della risorsa idrica".