Contenuto sponsorizzato

Declassamento dello status del lupo? Mobilitazione a livello europeo, "Io non ho paura del lupo" firma la lettera per dire "No": "Si ignorano le conseguenze negative"

Dalla Francia al Portogallo, dall'Italia all'Estonia, le organizzazioni europee che compongono la European alliance for wolf conservation ha inviato una lettera ai membri della Convenzione di Berna. Un documento inviato negli scorsi giorni contro il declassamento da "strettamente protetto" a "protetto" del lupo

Di LA - 27 novembre 2024 - 21:57

TRENTO. L'invito è di non sostenere la proposta di declassamento dei lupi perché non è basata sui fondamenti scientifici. Non ci sono sicurezze sulla salvaguardia del bestiame e, anzi, ci sono più rischi che benefici. In generale si ignorano le significative conseguenze negative che potrebbe comportare questa decisione.

 

Dalla Francia al Portogallo, dall'Italia all'Estonia, le organizzazioni europee che compongono la European alliance for wolf conservation ha inviato una lettera ai membri della Convenzione di Berna. Un documento inviato negli scorsi giorni contro il declassamento da "strettamente protetto" a "protetto" del lupo.

 

Per l'Italia è l'associazione trentina "Io non ho paura del lupo" ha aderito a questa iniziativa e appoggia il parere della Large Carnivore Initiative in Europe di non adottare la proposta arrivata a livello europeo. 

 

Le associazione evidenziano l'importanza della prevenzione, ma anche che ci sono già gli strumenti di intervento, che possono essere valutati caso per caso e che quindi una "generalizzazione" mette a rischio una specie che, sulla base dei dati, è ancora minacciata.

 

Ecco il testo integrale.
A nome dell’Alleanza europea per la conservazione del Lupo (Eawc), ci rivolgiamo a voi riguardo alla proposta dell’Unione europea di declassare la protezione del lupo nella Convenzione di Berna durante la 44esima riunione del Comitato Permanente, che si terrà dal 2 al 6 dicembre 2024.

 

L’Ue ha presentato una proposta per ridurre lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna da strettamente protetto” (Allegato II) a “protetto” (Allegato III). Eawc vi invita caldamente a non sostenere questa proposta, poiché essa non è basata su fondamenti scientifici e ignora le significative conseguenze negative che il declassamento dello stato di protezione del lupo potrebbe comportare.

 

Vorremmo attirare la vostra attenzione sul fatto che, sebbene il numero di lupi sia aumentato in alcuni Stati membri dell’Ue, i lupi europei non costituiscono un’unica popolazione, ma sono frammentati in nove popolazioni distinte. Sei di queste nove popolazioni sono ancora minacciate secondo i criteri della Lista Rossa dell’Iucn, mentre solo tre non sono considerate minacciate (categoria “Minor Preoccupazione”).

 

Fino a pochi anni fa, le popolazioni di lupi in Europa erano dieci, ma i lupi sono scomparsi nel sud della Spagna a causa di elevati livelli di bracconaggio e consanguineità, nonostante fossero una specie strettamente protetta.

 

In particolare, la popolazione scandinava di lupi è altamente minacciata (classificata come “vulnerabile”) a causa dell’elevato livello di consanguineità e del basso numero di individui.

 

Nonostante ciò, il governo svedese ha deciso di ridurre il numero di lupi da 300 a 170, nonostante la specie sia considerata “minacciata” nella Lista Rossa svedese. Inoltre, la Norvegia attua una politica di abbattimento molto aggressiva, mantenendo il numero di lupi tra 40 e 60 individui, con la conseguenza che il lupo è considerato in “pericolo critico” nel Paese.

 

In Finlandia, la popolazione meridionale di lupi mostra gravi segni di consanguineità, mentre nella zona di allevamento delle renne in Lapponia (dove i lupi godono di una protezione ridotta) non è consentita la presenza di alcun branco di lupi, e le deroghe per gli abbattimenti vengono sistematicamente concesse dalle autorità.

 

Questa situazione ha creato un collo di bottiglia genetico nel nord della Finlandia, impedendo ai lupi di migrare da e verso la Svezia o Norvegia, con gravi conseguenze per la salute genetica delle popolazioni di lupi finlandesi e scandinave. Se questa situazione persisterà, la popolazione scandinava di lupi rischia di estinguersi nei prossimi 10-20 anni.

 

Ci sono molte ragioni per ritenere che un indebolimento dello status di protezione del lupo a livello europeo possa aprire la strada a politiche di gestione letale più liberalizzate, con gravi conseguenze per il lupo in tutta Europa. Questo non solo renderebbe più difficile promuovere soluzioni non letali per gestire i potenziali conflitti, ma ostacolerebbe la possibilità di realizzare la coesistenza tra esseri umani e lupi nei tempi previsti dal Quadro di Biodiversità di Kunming-Montreal del 2022.

 

Come dimostrano i casi della Lapponia finlandese e della Norvegia, se le misure letali rappresentano il principale strumento per affrontare situazioni problematiche, è difficile immaginare come ciò possa portare all’implementazione di misure preventive e a un aumento dell’accettazione dei lupi e di altri grandi carnivori.

 

La Commissione Europea ha ignorato le proteste di circa 300 associazioni europee per l’ambiente, la natura e la protezione degli animali contro il declassamento della protezione, così come i rapporti scientifici, incluso quello intitolato “La situazione del lupo (Canis lupus) nell’Unione Europea. Un’analisi approfondita”. Questo rapporto, commissionato dalla stessa Commissione Europea, ha costituito la base della proposta di declassamento dello status di conservazione del lupo. Tuttavia, il contenuto del rapporto non supporta in generale il declassamento dello stato di protezione del lupo. Al contrario, la maggior parte delle informazioni contenute nel rapporto sostiene il mantenimento dell’attuale livello di protezione.

 

La giustificazione principale della Commissione Europea per il declassamento è che deve essere possibile regolare la popolazione di lupi in Europa per proteggere il bestiame. Tuttavia, l’Alleanza sottolinea che l’attuale stato di protezione consente già di fare eccezioni su base, caso per caso. Se l’Ue dovesse aprire la porta alla regolazione delle popolazioni di lupi, ciò comporterebbe costi continui per il controllo letale, che alla fine risulterebbero più elevati rispetto all’adozione di soluzioni non letali.

 

 

Inoltre, non ci sono molti riscontri scientifici che gli abbattimenti riducano le perdite di bestiame a lungo termine. Al contrario, numerose evidenze scientifiche dimostrano che uccidere i lupi è controproducente. Infatti, quando uno o entrambi i genitori di un gruppo familiare vengono uccisi prima che i cuccioli abbiano imparato a cacciare prede naturali, i giovani sono costretti a rivolgersi a prede più facili, come il bestiame. Di conseguenza, il numero di attacchi al bestiame può aumentare a causa dell’indebolimento e della disgregazione delle famiglie di lupi.

 

Studi effettuati in Idaho, negli Stati Uniti, dove la maggior parte dei lupi è stata abbattuta nel giro di due anni, hanno mostrato solo una marginale diminuzione degli attacchi al bestiame negli anni successivi. In Slovacchia, non è stata trovata alcuna correlazione tra il controllo della popolazione di lupi e il numero di attacchi al bestiame.

 

La recente dichiarazione della Large Carnivore Initiative in Europe (Lcie) sul proposto declassamento del lupo nella Convenzione di Berna sottolinea che, in questo momento, il declassamento generale del lupo in tutto il continente non sembra giustificato. La Lcie raccomanda di non adottare la proposta dell’Ue.

 

La Eawc ritiene che ci sia stata un’attenzione insufficiente, sia a livello politico che pratico, sull’adozione di misure non letali per proteggere il bestiame dagli attacchi dei lupi. La risposta al problema non è abbattere i lupi, ma implementare misure non letali, come recinzioni, cani da guardia, pastori o una combinazione di questi metodi.

 

La Eawc vi esorta a votare contro la proposta dell’Unione Europea di declassare lo status legale di protezione del lupo dall’Allegato II (strettamente protetto) all’Allegato III (protetto) nella Convenzione di Berna, durante la 44esima riunione del Comitato Permanente che si terrà a Strasburgo dal 2 al 6 dicembre 2024.

 

Firmatari
Estonian Large Carnivores, Estonia
Ferus, France
Gruppe Wolf Schweiz, Switzerland
Io non ho paura del lupo Aps, Italy
Luchs – und Wolfsschutz Bayerischer Wald, Germany
Latvijas ainavas, Latvia
Lobo Marley, Spain
Luontoliiton susiryhmä, Finland
Natagora, Belgium
Noah – for dyrs rettigheter, Norway
Animal Welfare Society AniMa, Slovenia
Svenska Rovdjursföreningen, Sweden
Ulvetid, Denmark
Werkgroep Wolf Nederland Netherlands
Zoo Logical, Portugal

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Ambiente
21 gennaio - 12:42
Il Gps di Puck ha trasmesso i segnali e subito i carabinieri forestali si sono attivati raggiungendo la casa dell'uomo. Dopo una perquisizione la [...]
Esteri
21 gennaio - 12:24
Non è la prima volta che si verifica un fenomeno di gelicidio sulle strade della Valsugana
Cronaca
21 gennaio - 12:31
E' successo poco prima di mezzogiorno e sul posto si sono portati i vigili del fuoco e i soccorsi sanitari. L'uomo sarebbe rimasto con la gamba [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato