Dal 'deserto' alle portate record: come in due anni è cambiato il Po. “Anche l'anomalo 2024 rientra nella casistica attesa per il cambiamento climatico in atto”
Il paragone è stato condiviso sui social dall'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e mostra la situazione del Grande fiume nello stesso punto (nel territorio del Comune di Boretto in provincia di Reggio Emilia) a distanza di due anni, dalla più severa siccità mai registrata a questa estate con precipitazioni abbondanti e portate da record

REGGIO EMILIA. Nella caldissima e siccitosa estate 2022 sono stati parecchi i corsi d'acqua finiti in secca (Qui Articolo) e le impressionanti immagini di lunghe distese asciutte sotto i ponti e tra gli alberi hanno presto fatto il giro dei social mentre, nel Po, la risalita di acque dal Mar Adriatico era arrivata a fine giugno a superare addirittura i 21 chilometri. E tra i tanti proprio il Grande fiume ha registrato quell'anno, dicono dall'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, la più severa siccità della sua storia: andando avanti veloce di due anni, dopo mesi di piogge abbondanti la situazione oggi non potrebbe essere più diversa, come dimostrano gli scatti condivisi dalla stessa Autorità di bacino. Marco Gardella, uno dei funzionari tecnici di Aipo, ha infatti fotografato lo stato del Grande fiume nel territorio del Comune di Boretto (in provincia di Reggio Emilia) paragonando la situazione a quella che, nello stesso punto, si registrava nell'estate 2022. E lo scenario è ovviamente molto diverso: dove due anni fa c'era una distesa di sabbia infatti oggi scorre l'acqua, coprendo l'intera larghezza del letto del fiume rispetto al minuscolo rigagnolo del 2022 (in primavera, a fine marzo, la secca eccezionale del Po aveva permesso tra l'altro il recupero di un semicingolato tedesco rimasto per decenni nascosto nelle acque del maggiore fiume italiano, Qui Articolo).

Nell'estate 2024 invece, come riportato negli scorsi giorni dalla stessa Autorità di bacino distrettuale, il Po sta registrando una disponibilità idrica ai massimi storici, facendo registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro (Fe) nuovi valori massimi di portata media mensile (nei mesi di marzo e giugno) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio: “Una situazione diametralmente opposta a quella che si riscontrava esattamente due anni fa – ribadiscono gli esperti – quando il 24 luglio del 2022 il fiume Po, sempre a Pontelagoscuro, registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre, pari a 114 m3/s (quest'anno a marzo il Grande fiume ha registrato una portata di 3.174 m3/s e a giugno di 2.926 m3/s). A livello di precipitazioni, si legge nel report: “Le piogge sono cadute nel Distretto del fiume Po anche nella primissima parte dell'estate in modalità frequente: un copione molto simile a quello già visto in primavera tant'è che, se si fa riferimento agli ultimi quattro mesi e mezzo (da marzo a metà luglio), in molte località del Distretto sono stati superati i precedenti record storici in termini di accumuli pluviometrici. Solo i territori della Romagna, colpiti dall'alluvione del 2023, in questo inizio 2024 stanno riscontrando apporti pluviometrici leggermente sotto la media per il periodo di riferimento”.
E infatti non sono mancati i problemi legati all'intensità dei fenomeni a scala locale: “Negli ultimi mesi – scrive l'Autorità di bacino – sono stati registrati numerosi fenomeni di piena distribuiti in tutto il Distretto che hanno provocato anche ingenti danni come nei casi di Cevinia e Cogne in Valle d'Aosta (Qui il reportage de L'AltraMontagna dalle zone colpite). Purtroppo, anche questo inizio 2024, così anomalo dal punto di vista delle precipitazioni, rientra nella casistica attesa a seguito dei cambiamenti climatici in atto”. Come sottolinea il responsabile dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell'Autorità di bacino distrettuale Francesco Tornatore: “Il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico, ossia un'area caratterizzata da un alto grado di indeterminatezza previsionale che genera incertezza sugli sviluppi futuri del clima e dove si registrerà una variazione significativa del regime piovoso con un aumento degli eventi idrometeorologici estremi. È ormai evidente che ci troviamo d'innanzi ad un cambiamento epocale che deve essere affrontato con la giusta visione. Questo vuol dire che non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che per adattarci alle nuove condizioni ambientali potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità dei fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali”.
Anche in Trentino (la cui porzione più occidentale fino a tutto l'Alto Garda rientra nel limite del Distretto del Fiume Po) la prima parte del 2024 è stata da record sul fronte delle piogge e guardando alla siccità del 2022 (proprio tra Trentino e Veneto era all'epoca scoppiata una 'guerra' dell'acqua per aumentare i deflussi dei fiumi trentini a favore del settore agricolo in pianura) a stupire gli addetti ai lavori in entrambi gli scenari è stata proprio la persistenza dei fenomeni, come spiegato a il Dolomiti dall'ingegnere ambientale e membro di Meteo Trentino Alto Adige Giacomo Poletti (Qui Articolo): “Abbiamo visto quasi due anni di siccità e ora ci troviamo a fare i conti con i record di pioggia. Non bisogna tirare in ballo in automatico il cambiamento climatico per spiegare ogni evento, ma quello che di certo osserviamo nei dati è una sempre maggiore persistenza delle situazioni sinottiche (persistenza, in pratica, delle figure di alta e bassa pressione); una delle cause allo studio è l'indebolimento della corrente a getto. È il trend di estremizzazione dei fenomeni di cui spesso si parla: paradossalmente stiamo andando incontro a un clima con sempre più alluvioni e sempre più fasi di siccità, come in effetti prevedono i modelli climatici”.