Cespugli e prati coperti di ragnatele, ecco cosa sta succedendo. L'aracnologo: ''E' una strategia di sopravvivenza''
Le immagini arrivano dal Parmense e sono state caricate sulla pagina Citizen science Muse. L'aracnologo Ivan Petri ricorda l'evento simile accaduto a Orbetello nel 2022 e spiega di cosa si tratta (e già allora anticipava che sarebbe successo sempre più frequentemente)

PARMA. Fitte ragnatele sui cespugli e sulle cime delle piante più alte dei prati, che così sembrano quasi imbiancati dalla tela prodotta dai ragni per uno scenario tra lo straordinario e l'inquietante. Le due foto sono state caricate sulla pagina Facebook Citizen science Muse che sta diventando sempre più un punto di riferimento per i cittadini di tutta Italia per avere dei riscontri da parte di esperti e studiosi del Muse sugli animali e le 'scoperte' legate alla natura fatte dagli stessi utenti. Un’iniziativa collegata alla “citizen science”, attività scientifica alla quale chiunque può prendere parte, raccontando per mezzo dello smartphone i propri ritrovamenti, interrogando gli esperti e rendendo così la scienza “bene comune (QUI APPROFONDIMENTO).
''Fenomeno interessante - commenta Ivan Petri, aracnologo che collabora con il progetto del Muse 'Citizen science' - che onestamente mi sarei aspettato viste le frequenti alluvioni. Quando il suolo rimane bagnato per troppo tempo, le specie di ragni che vivono su di esso, o sulla vegetazione, vanno a ripararsi nei punti più lontani, telando completamente gli alberi o i ripari che trovano. Un avvenimento simile è accaduto nel 2022 a Orbetello''.
In quel caso a il Dolomiti lo stesso Petri spiegava che "questo è un fenomeno che avviene di frequente in Israele o Australia quando si verificano forti precipitazioni che bagnano il suolo al punto da spingere i ragni a tessere le proprie tele sulla vegetazione, colonizzandola per un paio di settimane al massimo". Una colonizzazione che dura un breve lasso di tempo in quanto "appena il terreno si asciuga i ragni tornano nel suolo: possiamo dire che le tele sulle piante non sono altro che un metodo di sopravvivenza adottato da questi animali per non rischiare di annegare".
Un fatto segnalato "nella zona di Orbetello anche negli anni Ottanta - aggiungeva l'aracnologo - sicuramente non un avvenimento che capita di frequente, ma che non ha nulla a che vedere né con la predazione di moscerini né con l'aumento della popolazione di ragni presente in Italia. Possiamo aspettarci tuttavia che ciò accadrà sempre più spesso - ipotizzava già due anni fa - e questo a causa del cambiamento climatico".