Cervi 'coccolati', attirati dai turisti con cibo e protagonisti di selfie e VIDEO virali: "Guardate bene queste immagini: ecco come non dovete comportarvi"
Comportamenti tutti tremendamente sbagliati e soprattutto pericolosi: "Ci piace sentirci indispensabili, ma per la natura non lo siamo. La fauna selvatica è tale proprio perché non ha bisogno di noi. Rispettare gli animali selvatici, significa in primis rispettare la loro selvaticità"

L'AQUILA. Cervi coccolati, attirati dai turisti con del cibo e protagonisti di selfie diventati virali sui social. Comportamenti, questi, tutti tremendamente sbagliati e soprattutto pericolosi, che mettono a repentaglio la vita di animali da molti considerati come dei peluche.
"Una pubblicazione del 1993 di Europarc Federation dal titolo: "Loving them to death" (Amarli da morire ndr) metteva in guardia dagli impatti che un turismo non rispettoso può avere sulla biodiversità. Sono passati 30 anni da allora e molte cose sono cambiate: alcune in meglio, altre, purtroppo, in peggio".
Con questa premessa, il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise ha voluto lanciare un forte messaggio sui social invitando, soprattutto in queste calde e 'affollatissime' giornate estive, a comportarsi in maniera corretta: "Abbiamo raccolto e unito alcuni video (ma ce ne sarebbero ancora molti altri) e foto postate sui social, e nessuno se ne abbia a male se si riconosce nonostante i necessari oscuramenti, ma è doveroso per un'area protetta denunciare comportamenti che mettono a repentaglio la preziosa vita degli animali selvatici e la sicurezza degli stessi avventori".
E proseguono: "La nostra speranza è che il video faccia riflettere quante più persone possibile, in questa calda estate 2024, perché le immagini mostrano comportamenti altamente irresponsabili e pericolosi. Abbiamo probabilmente capito quanto importante sia la natura incontaminata per la nostra vita. La pandemia ci ha messo di fronte agli effetti, spesso catastrofici, di alcune scelte che operiamo con superficialità, come specie che ormai domina il pianeta che ci sostiene".
"In questa complessità, gli approcci alla natura che osserviamo più di frequente oscillano tra due estremi fortemente polarizzati: da chi è convinto che il genere umano può e deve utilizzare il pianeta a suo piacimento a chi ritiene che la specie umana rappresenti il male estremo e quindi non deve più toccare nulla, nel senso più ampio del termine. Crediamo che forse, come spesso accade, esiste una via di mezzo che aiuta a non polarizzarsi su posizioni estreme poco utili e insensate. Rispettare gli animali selvatici, significa in primis rispettare la loro selvaticità".
Per questo, il Parco d'Abruzzo ha tenuto a sottolineare ancora una volta l'importanza del non offrire cibo o accarezzare i selvatici, "traslando su di essi quegli stessi sentimenti e quegli stessi desideri che vengono rivolti agli animali da compagnia, che è quanto di più sbagliato (e pericoloso) possiamo fare".
"Chi afferma di amare la natura e chi magari si erge a paladino dei diritti degli animali, dovrebbe piuttosto mantenere le distanze, ammirare tanta bellezza con il giusto rispetto e, soprattutto, diventare moltiplicatore di buone pratiche, informando che è qualcosa di profondamente sbagliato avvicinarsi ad un cervo per dargli da mangiare in cambio di un video o di una foto. In questo modo è possibile compiere un gesto di profonda consapevolezza e responsabilità ambientale. Invece accade, come si vede dalle immagini (DI SEGUITO), che noi soddisfiamo un desiderio emotivo forte ma per il cervo non sappiamo se è altrettanto positivo ed emozionante".
E concludono: "Ci piace sentirci indispensabili, ma per la natura non lo siamo. Ci dimentichiamo troppo spesso che siamo solo una specie animale tra tante altre. La fauna selvatica è tale proprio perché non ha bisogno di noi, figuriamoci un cervo, poi, che è un erbivoro e che di certo non ha proprio bisogno di noi per procurarsi erbe, germogli di foglie, ed altro. I nostri comportamenti però non si fermano ai cervi, infatti, i danni che procuriamo alle volpi alimentando e “addomesticando” , sono anco più gravi, perché vengono rese dipendenti dal nostro cibo e dalla nostra presenza, diventando confidenti, ammalandosi con il tempo o venendo spesso investite".
"Dimostriamo che il nostro amore per la biodiversità è sincero, non “macchiato” dall’egocentrismo, ma sano consapevole e pronto a fare un salto di qualità".