"Cartelli e striscioni anti-lupo illegali, sanzioni in arrivo". Esulta il GrIG: “È ora di dire basta al terrorismo contro i lupi”
Il Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG) ha segnalato lungo le strade dell'Alto Adige la presenza di numerosi cartelli e striscioni che incitano all'odio contro i lupi, e le autorità hanno risposto a stretto giro avviando indagini e procedendo alla rimozione dei manifesti abusivi

BOLZANO. L'Alto Adige dice basta a striscioni e cartelli anti-lupo illegittimi.
Il Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG) ha segnalato, lungo le strade dell’Alto Adige e in particolare lungo la Selva dei Molini fra Campo Tures e Lappago, la presenza di numerosi cartelli e striscioni che incitano all'odio verso questa specie protetta, e le autorità hanno risposto a stretto giro avviando indagini e procedendo alla rimozione dei manifesti abusivi.
"È inaccettabile che si diffonda un clima di terrore ingiustificato nei confronti del lupo", dichiara il GrIG. "Questi messaggi allarmistici non solo sono illegali, ma fomentano anche un odio immotivato verso una specie di fondamentale importanza per l'ecosistema alpino come il lupo".
Le forze dell'ordine a quanto risulta hanno già individuato 11 striscioni e cartelli illegali, alcuni collocati su proprietà private e altri su suolo pubblico. Sono in corso “opportuni approfondimenti propedeutici all’eventuale irrogazione delle sanzioni amministrative previste dal quadro normativo di riferimento”.
Il servizio segnaletica stradale ha inoltre chiarito che nessuna autorizzazione è mai stata rilasciata per l'affissione di questi manifesti e che eventuali richieste in tal senso verrebbero respinte, in quanto in contrasto con il codice della strada. “In caso di inottemperanza alla diffida, si applica un’ulteriore sanzione amministrativa e, a quel punto, è consentito accedere alla proprietà privata per la rimozione della segnaletica abusiva”.
"La legge è chiara", sottolinea il GrIG. "Chiunque affigga cartelli o striscioni senza autorizzazione va incontro a sanzioni. E nel caso di messaggi che incitano all'odio o diffondono false informazioni, le conseguenze possono essere ancora più gravi".
L'associazione ambientalista sottolinea che il lupo è una specie protetta a livello internazionale e nazionale, e che i danni causati al bestiame (stimati nel 2023 intorno ai 100.000 euro) sono stati ampiamente compensati dai fondi pubblici. "In realtà, nonostante la presenza di forti contributi pubblici, c’è ben poca voglia di realizzare recinzioni anti-lupo, assumere cani da guardiania, predisporre ricoveri notturni; è più comodo mantenere la situazione attuale. Eppure, la convivenza pacifica tra lupi e attività umane è possibile, come dimostrano numerose esperienze in altre regioni alpine. E il lupo costituisce il primo e fondamentale fattore di contenimento delle popolazioni di ungulati (cinghiale, cervo, capriolo)”.
L'associazione conclude lanciando un appello alle istituzioni: "È ora di dire basta al terrorismo anti-lupo. Chi diffonde notizie false e allarmistiche deve essere sanzionato. Solo così potremo garantire la sopravvivenza di questa magnifica specie e preservare l'equilibrio del nostro ecosistema".