"Abbattimento di Kj1? Evento giustificato", il presidente del Parco Adamello Brenta: "Non può esserci spazio per i grandi carnivori che attaccano l'uomo"
L'opinione di Ferrazza: "Per chi presiede un parco naturale la soppressione di un animale non è mai una vittoria, ma purtroppo era difficile fare altrimenti. Non può esserci spazio per i grandi carnivori che attaccano l'uomo"

TRENTO. L'orsa KJ1 è stata uccisa nella mattina di ieri, 30 luglio, attorno alle 07e30. Nella tarda serata del giorno precedente il governatore Maurizio Fugatti, dopo aver revocato i precedenti decreti, ne aveva infatti emesso uno nuovo di abbattimento per la rimozione immediata del plantigrado ritenuto responsabile dell'aggressione a un turista francese avvenuta il 16 luglio a Dro.
La decisione di Fugatti era stata supportata dai risultati di test genetici condotti dalla Fondazione Mach, che avevano confermato l'identità dell'orsa coinvolta nell'incidente e dal parere non contrario di Ispra. Così, nella giornata di ieri, è stata data esecuzione al decreto di abbattimento.
Un'azione che ha diviso l'opinione pubblica e non solo, conducendo molti a dire la propria. Fra le varie dichiarazioni emerge anche quella di Walter Ferrazza, presidente del Parco naturale Adamello Brenta, che sui social ha tenuto ad esprimere la sua posizione: "Per chi presiede un parco naturale la soppressione di un animale non è mai una vittoria, ma purtroppo era difficile fare altrimenti, vista la pericolosità dimostrata in più occasioni dall'orsa Kj1. La Provincia autonoma di Trento ha agito con fermezza e rapidità, nell'alveo di quanto permette la legge".
E prosegue: "Sta a tutti noi, adesso, moltiplicare gli sforzi per rendere il territorio più sicuro e i parchi una 'casa' tranquilla per gli animali che li abitano. Ma non può esserci spazio per i grandi carnivori che attaccano l'uomo".
Nel suo intervento, Ferrazza ricorda inoltre che Life Ursus, il progetto che ha portato alla ricostituzione di una colonia di orsi bruni nel territorio del Parco, "ha rappresentato un impegno scientifico straordinario, avallato all’epoca anche dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica oltre che dall’Unione europea, la cui finalità era evitare la completa scomparsa di questa specie".
"L’obiettivo ultimo non era il marketing turistico ma la salvaguardia della biodiversità, un obiettivo che oggi si ritrova in tutte le strategie in favore dell’ambiente sottoscritte ad ogni livello, da quello più alto, le Nazioni Unite, fino ai documenti assunti a livello regionale o provinciale - spiega -. È evidente, e noi lo abbiamo sottolineato più volte, che il progetto non ha avuto un seguito adeguato di costante e profonda attività di informazione e che in passato non si è fatto a sufficienza per diffondere una cultura della convivenza, assieme alla consapevolezza degli sforzi che questa comporta, sia in chi abita che in chi visita le terre del Trentino, anche in termini di misure di controllo e di gestione della specie, peraltro già allora prese in considerazione e presenti nei documenti programmatori".
"Ma quanto si sta facendo ora - conclude il presidente del Parco naturale Adamello Brenta - va nella direzione di migliorare la situazione e un evento come quello di oggi (l'abbattimento dell'orsa Kj1 ndr), comunque, lo ribadiamo, giustificato, non deve fare perdere di vista la strategia complessiva che stiamo perseguendo".