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Trota marmorata le analisi dicono "eccellente stato di integrità genetica degli individui" e quasi nulle le tracce di ibridazione con la Trota Fario Atlantica

 A distanza di dieci anni dalla prima indagine, l’Associazione Pescatori Dilettanti Vallagarina ha condotto nuove analisi sull'integrità genetica della Trota marmorata, ottenendo risultati particolarmente positivi

Di Lucia Brunello - 13 gennaio 2020 - 20:48

TRENTO. La Trota marmorata è caratteristica ed esclusiva dei bacini fluviali subalpini italiani e sloveni. Il suo areale va dai torrenti, anche di alta quota,ai bacini lacustri di grandi dimensioni, ai corsi d’acqua di pianura che sfociano nel mare Adriatico. Le caratteristiche più evidenti della specie riguardano la taglia, che può arrivare a superare il metro di lunghezza e i venti chili di peso, e la peculiare livrea marmorizzata, da cui il nome del pesce.

 

La specie è in serio pericolo sia per l’alterazione dei sui habitat naturali, sia per l’introduzione di specie affini, le quali si ibridano riducendo gli esemplari geneticamente puri. L’Associazione Pescatori Dilettanti Vallagarina è dal 2000 che persegue il progetto di recupero della specie attraverso due impianti ittiogenici e diversi censimenti effettuati in natura, grazie ai quali, ad oggi, si può considerare che la popolazione abbia subito un discreto aumento.

 

Uno dei problemi più grossi nell’allevamento di individui da rilasciare in ambiente naturale, è l’ibridazione e la rusticità degli stock di riproduttori. A distanza di dieci anni dalla prima indagine genetica, che aveva ottenuto buoni risultati, l’Associazione Pescatori Dilettanti Vallagarina ha ritenuto necessario effettuare un nuovo controllo e ha autonomamente promosso, con il contributo finanziario del Comune di Rovereto e con il supporto scientifico dell’Unita di Genetica della Conservazione della Fondazione Edmund Mach, un’analisi su parte dei riproduttori di Trota marmorata, presenti nell’impianto ittogenico di Rovereto.

 

L’indagine ha evidenziato un eccellente stato di integrità genetica degli individui analizzati, nei quali le tracce di ibridazione con la Trota Fario Atlantica sono estremamente limitate o addirittura non rilevabili.

 

Un risultato altrettanto interessante è stato ottenuto in seguito ad un'analisi condotta su un limitato numero di individui selvatici analizzati durante la fase riproduttiva, necessari per mantenere la rusticità e la distanza parentale. In questo caso, i risultati hanno evidenziato i limiti dell’utilizzo del fenotipo come unico criterio di selezione dei riproduttori selvatici di Trota marmorata, con esclusione degli ibridi. 

 

Questo nuovo approfondimento scientifico sulla qualità del pesce d’acqua dolce e sulla validità del lavoro decennale dell’associazione, è stato possibile grazie al sostegno del Comune di Rovereto e alla sensibilità dimostrata dall’assessorato all’ambiente nei confronti degli ambienti acquatici e degli animali che li popolano.

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