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Piove poco e fa caldo, è già allarme pollini. Gottardini (Fondazione Mach): "Livelli anomali, cambiamenti climatici incidono"

Il tempo anomalo di queste settimane aumenta i livelli di concentrazione dei pollini delle piante che fioriscono in questa fase dell'anno. Noccioli, ontani e cipressi registrano un'attività ben al di sopra delle medie dello scorso ventennio, producendo nei soggetti affetti da allergia sintomi maggiori e più forti. La referente di aereobiologia di San Michele: "Il clima ha sicuramente giocato un ruolo"

Di Davide Leveghi - 05 febbraio 2020 - 05:01

TRENTO. Brutte notizie per chi soffre di allergia ai pollini. Le scarse piogge che stanno scendendo sul Trentino e le temperature poco consone al periodo stanno infatti determinando una fioritura non tanto anomala per le specie coinvolte quanto per i livelli di pollini prodotti. Scavallato il nuovo anno ed entrati nella seconda fase dell'inverno, la “stagione dei pollini” è stata inaugurata da ontano, nocciolo e Cupressaceae, la cui concentrazione, però, risulta essere ben superiore alla media.

 

“Le piante in questione – spiega Elena Gottardini, referente per la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige del Centro di monitoraggio aerobiologiconormalmente fioriscono in questa parte dell'anno, ma rispetto ai precedenti hanno cominciato prima, producendo inoltre più polline del solito. E' una tendenza che abbiamo già osservato, in cui il clima ha sicuramente giocato un ruolo”.

 

Il riscaldamento globale, con un sostanziale aumento delle temperature – e di contro una maggiore imprevedibilità – ha agito sulle piante anticipandone la fioritura ed aumentandone l'attività. La concentrazione di pollini, di conseguenza, ha subito un'impennata, provocando negli allergici tutti gli effetti del caso.

 

“Attraverso il campionatore rileviamo tutti i pollini presenti nell'aria – prosegue – focalizzando poi l'attenzione sulle 3 piante che possono dare più problemi. Il campionatore, attivo a San Michele da trent'anni, aspira aria e raccoglie i pollini, osservati poi nelle quantità e nelle qualità al microscopio. Misuriamo il numero dei pollini giornalieri per metro cubo d'aria, anche se poi il bollettino viene pubblicato una volta a settimana”.

 

Il bollettino in questione, consultabile e scaricabile dal sito della Fondazione Mach, registra le concentrazioni di pollini, informando settimanalmente quanti soffrono dei disturbi allergici. Nella settimana appena trascorsa, dunque, i pollini di Corylus (nocciolo), Cupressaceae e Taxaceae (cipressi e tassi) e Alnus (ontano) hanno superato le medie annuali, segnando un picco nella concentrazione nell'aria. Una concentrazione a cui la mancanza di precipitazioni ha certo contribuito.

 

Il nocciolo, in particolare, ha segnato un'impennata che ha dell'anomalo. Come visibile nel grafico, la sua concentrazione ha sfondato abbondantemente il tetto massimale dell'anno, e non solo quello riferito al periodo in cui ci troviamo, con una tendenza, tra l'altro, in aumento. L'allergenicità di questa famiglia di piante è alta, i sintomi sui soggetti allergici, pertanto, sono particolarmente forti. Raffiche di starnuti, rinite, raffreddore, occhi che prudono e lacrimano, mal di testa, difficoltà a respirare e così via rendono la vita più difficile.

 

 

Stesso discorso per quanto riguarda i pollini degli ontani, la cui concentrazione risulta più alta rispetto alla media di questa fase dell'anno, con una tendenza anche in questo caso in aumento. Diversa la questione delle Cupressaceae e Taxaceae, la cui allergenicità risulta essere minore.

 

Rivolgersi al medico, quindi, non è che l'unica soluzione. “L'indicazione non può che essere questa – spiega Gottardini – i medici diranno come premurarsi, quali farmaci assumere, se prendere antistaminici, come trovare delle forme di desensibilizzazione dagli allergeni”.

 

E questo, in tutto l'arco dell'anno. “Lo spettro dei pollini rilevati e concentrati nell'aria cambia a seconda delle stagioni e a seconda della fioritura. Questo si nota anche grazie all'altro campionatore che possediamo, collocato in Val Canali, gestito dal Parco di Paneveggio e utile per rilevare le concentrazioni di pollini all'altezza di mille metri”, conclude la referente d'aerobiologia della Fondazione Mach.

 

Per gli allergici non rimane che premunirsi di tanta pazienza, cercando nel proprio medico delle soluzioni per migliorare la propria esistenza quotidiana. Terminata la stagione di noccioli, ontani e cipressi, infatti, se ne aprirà un'altra, passando il testimone ad altri pollini e ad altri malcapitati allergici.

 

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