Monte Bianco, dal ghiacciaio della Brenva si staccano oltre 100mila metri cubi di ghiaccio
Il fenomeno è stato monitorato dalla fondazione Montagna sicura che aveva registrato come già da venerdì scorso il seracco del “Gendarme Rouge” mostrasse segni d’instabilità con uno slittamento che progrediva alla velocità di circa 60 centimetri al giorno

COURMAYEUR. Era stato ribattezzato “Gendarme rouge” per via della sua vicinanza alla Sentinella Rossa e si trattava di un seracco, ovvero un blocco di ghiaccio che si forma in seguito ai movimenti dei ghiacciai e in concomitanza della formazione di crepacci. Il passato è d’obbligo perché il “Gendarme rouge” che si trovava sul ghiacciaio della Brenva non esiste più, precipitato a valle con i suoi 100mila metri cubi di ghiaccio.
La fondazione Montagna sicura si è occupata, su incarico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, di monitorare il fenomeno che stava avvenendo sul ghiacciaio della Brenva (sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco), il quarto per estensione della Valle d'Aosta, che occupa una superficie di circa 730 ettari ed è lungo 6700 metri.

Già lo scorso venerdì, 7 febbraio, gli esperti della Fondazione avevano ravvisato i primi segnali allarmanti circa la fratturazione, l’accelerazione e la potenziale instabilità del seracco del Gendarme Rouge: pur senza rilevare alcuna situazione di pericolosità imminente per il fondovalle, i tecnici hanno comunque evidenziato la necessità di innalzare il livello d’attenzione, soprattutto per quanto riguardava il potenziale pericolo di valanghe, evento quest’ultimo che non si è verificato.
Come spiega la fondazione Montagna sicura, tra il 31 gennaio ed il 7 febbraio, si era delineata una netta accelerazione del seracco, con velocità che si attestavano fra 50 e 70 centimetri al giorno. “Tale accelerazione – si legge nel comunicato – è stata accompagnata da un progressivo allargamento della frattura a monte del seracco”. La valutazione fotogrammetrica permetteva di quantificare la porzione instabile di ghiaccio con un volume di circa 120.000 metri cubi.
Il crollo è iniziato l’8 febbraio, facendosi via via più importante, fino al distacco più massiccio arrivato il giorno seguente: in totale dal seracco si sono staccati oltre 100mila metri cubi di ghiaccio, facendo scomparire il “Gendarme rouge”.