Un altro sciacallo dorato investito, l'esperto: ''Situazione grave, altissimo tasso di mortalità sulle strade per una specie particolarmente protetta''
Sono quindici gli sciacalli dorati investiti e uccisi nel Triveneto. Luca Lapini: "Un bilancio particolarmente pesante, un tasso altissimo della mortalità annua di questa specie, che resta sotto i 100 esemplari in Italia"

UDINE. Un altro sciacallo dorato investito. L'ennesimo caso da inizio anno per una specie particolarmente protetta che in Italia, dove si registrano meno di 100 esemplari, e una conferma, purtroppo, dell'alto tasso di mortalità da road kills, tra le principali cause di morte di questo animale.
"La situazione della specie nel nostro Paese rimane critica - dice Luca Lapini del Museo Friulano di Storia Naturale - con un numero complessivo massimo stimato di circa 85 animali. La mortalità in questo 2019 sembra aver superato il 10% del contingente italiano. Un quadro davvero grave per il quale si cercano soluzione, non facili da trovare".
L'undicesimo investimento si è verificato a Colli di Fagagna, mentre il dodicesimo caso all'uscita A4 Ronchi Redipuglia. "Un esemplare al mese - prosegue Lupini - raccolto sulle strade dall'efficiente Servizio recupero fauna e dal Corpo forestale della Regione Friuli Venezia Giulia. Questo il ritmo degli investimenti di Canis aureus sul territorio".
Un bilancio particolarmente pesante per un animale protetto in Italia. A questo si aggiungono i due esemplari morti in Alto Adige (Qui articolo), senza dimenticare un animale investito ma non recuperato. Si arriva a quindici, un tasso particolarmente alto della mortalità annua di questa specie nel Triveneto.
"Il recente ritorno del lupo nel Triveneto - spiega Luca Lapini sul sito https://www.habitatonline.eu/ - sta creando scenari biologici inediti anche nel nostro Paese e l’esclusione competitiva tra lupo e sciacallo sembra essere già iniziata in alcune zone del Friuli Venezia Giulia e dell’Alto Adige. In caso di coabitazione con il lupo lo sciacallo dorato viene generalmente escluso dalle zone forestali più integre. In queste situazioni la specie tende a colonizzare zone umide alveali, perialveali e lagunari, garighe, macchie mediterranee, aree coltivate, frutteti ed agroecosistemi gestiti in maniera tradizionale".