Contenuto sponsorizzato

Piogge fortissime, grandine, caldo fuori norma, parassiti. L'ideatore del Festivalmeteorologia: ''Non c'è più tempo''

La deriva che sta prendendo il clima è visibile e ormai prevedibile. Le punte di calore che stanno interessando l'Europa colpiscono per intensità e conseguenze su ambiente e persone. Zardi: ''Se qualcuno ha ancora dubbi sull'esistenza del riscaldamento globale, che si guardi sulle mappe meteorologiche le chiazze viola. Parigi ha registrato il record di 42,6°''

Di Davide Leveghi - 27 luglio 2019 - 06:01

TRENTO. Boccheggiare d'estate parrebbe cosa naturale tanto quanto patire il freddo quando è inverno. L'entità dei valori, la violenza con cui i fenomeni atmosferici si abbattono sui nostri territori, le punte di calore che stanno soffocando nella loro morsa mezza Europa, però, non sono affatto nella norma. Qualcosa non va, e da tempo il mondo della scienza sta tentando di far capire che le lancette scorrono,e che, se non si mette mano alle emissioni inquinanti, potrebbe essere troppo tardi.

 

Mentre dalla Svizzera giungono immagini allucinanti di un paesino travolto dalle acque di un ghiacciaio (qui l'articolo), dal circolo polare artico arrivano invece inconsuete notizie di incendi nei boschi. La mancanza di ghiaccio ne permetterebbe il propagarsi. E intanto, dalla Francia alla Germania, dalla Svezia al Bel Paese, si battono continuamente i record stagionali di gradi centigradi.

 

“Se qualcuno ha ancora dubbi sull'esistenza del riscaldamento globale, che si guardi sulle mappe meteorologiche le chiazze viola che coprono vaste zone della Francia- incalza Dino Zardi, referente del corso di laurea in Meteorologia ambientale e padre del Festival di Meteorologia di Trento -. Sono i luoghi dove le temperature superano i 40 gradi”. Picchi di calore che hanno interessato Parigi, dove si è registrato il record di 42,6°, o la parte nord occidentale del paese, di norma caratterizzata da sbalzi di temperatura più lievi, mitigati dalle precipitazioni del clima atlantico.

 

Ma senza andar lontano basta farsi un giro per la città del Concilio per capire che le temperature sono esageratamente alte. Un occhio alle previsioni del tempo dei prossimi giorni, e il quadro del cambiamento del clima appare più chiaro: sono infatti all'orizzonte un calo drastico di temperatura e rovesci e temporali d'intensità rilevante, fenomeni la cui violenza non è spiegabile se non con la certezza che il meccanismo si è guastato. Si veda la tempesta Vaia, con la coda di distruzioni che si è lasciata alle spalle.

 

Il problema dei cambiamenti climatici- spiega Zardi- non si nota nei valori medi, per il caldo come per il freddo, ma nelle punte. Sono i picchi a colpire le diverse specie, vegetali e animali, o a nuocere a chi, come anziani e bambini, sono più vulnerabili agli estremi del clima”.

 

Una dimostrazione, per chiunque volesse, potrebbe essere data consultando i siti meteorologici, o quelli del nuovo corso universitario dell'ateneo trentino (qui il link), dove si può osservare con una buona precisione le previsioni per i prossimi giorni. I colori caldi corrispondono ai fenomeni più intensi di precipitazione, a quei rovesci la cui violenza non può che lasciar segno, nelle coltivazioni, nelle abitazioni, nell'ambiente in generale.

 

Negare il fenomeno, a questo punto, diventa sempre più complicato. Significa negare l'evidenza, probabilmente più per interesse economico che per attitudine ad un sano scetticismo. D'altronde i segnali, come afferma il professor Zardi, sono particolarmente evidenti: “Il primo segno attraverso cui si palesa il riscaldamento globale è la sparizione delle masse di ghiaccio. Ai poli come in Groenlandia lo scioglimento dei ghiacci è visibile a vista d'occhio. C'è un'accelerazione della fusione dei ghiacciai, tanto che le cascate non hanno mai avuto una portata del genere”.

 

Non a caso proprio la stessa Università di Trento, a cui il tema sembra essere a cuore, era presente con un proprio rappresentante alla firma della Carta dell'Adamello sul clima, iniziativa promossa dall'Ateneo di Brescia, dal CAI, dalla Rete delle università sostenibili e dal Comitato glaciologico italiano (qui l'articolo).

 

Il secondo elemento- continua- è la modificazione degli ecosistemi, con la comparsa di numerosi parassiti”. È di aprile, ad esempio, un rapporto delle Nazioni Unite, stilato da 150 esperti, con cui si lanciava un'allarme sulla biodiversità prevedendo la sparizione di 1/8 delle specie animali e vegetali viventi sulla Terra.

 

Un'ecatombe, dunque, che solo con degli sforzi globali potrebbe essere scongiurata. “Nell'Accordo di Parigi c'è l'impegno a ridurre le emissioni e a contenere l'aumento delle temperature. Sono questioni che interessano tutti perché i fenomeni a cui stiamo assistendo danneggiano la salute del pianeta e delle persone. Danneggiano i beni e i patrimoni. Non è questione di catastrofismo- chiosa-, ma bisogna insistere nel dire che si deve agire, che non c'è più tempo”.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Ambiente
21 gennaio - 12:42
Il Gps di Puck ha trasmesso i segnali e subito i carabinieri forestali si sono attivati raggiungendo la casa dell'uomo. Dopo una perquisizione la [...]
Esteri
21 gennaio - 12:24
Non è la prima volta che si verifica un fenomeno di gelicidio sulle strade della Valsugana
Cronaca
21 gennaio - 12:31
E' successo poco prima di mezzogiorno e sul posto si sono portati i vigili del fuoco e i soccorsi sanitari. L'uomo sarebbe rimasto con la gamba [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato