Maltempo di ottobre, i Comuni avranno 18 mesi in più per stoccare i detriti
Un'ordinanza della Provincia introduce una proroga alla deroga alla disciplina ambientale decisa in autunno. La nuova scadenza è fissata a novembre 2020

TRENTO. Il maltempo che si è abbattuto lo scorso ottobre sul Trentino (articoli qui e qui) sembra tanto lontano nel tempo, ma vicinissime e ancora presenti sono le sue conseguenze. Per questo motivo è stata pensata una proroga di 18 mesi per consentire ai Comuni di stoccare i detriti provocati dalle intense precipitazioni.
I Comuni potranno infatti, in deroga alla disciplina ambientale, mantenere attivi i siti di stoccaggio individuati anche dopo il 2 maggio. Oppure individuarne altri di nuovi in cui depositare il materiale derivante dal maltempo. Parliamo di terra, rocce, limi, fanghi, alberi che sono ancora presenti sul territorio o che sono stati rimossi appunto dopo il maltempo della fine di ottobre.
In questo modo potrà continuare l'opera di liberazione e messa in sicurezza delle strade e dei sentieri. Ci sono anche delle zone che non è stato ancora possibile raggiungere: la proroga servirà a consentire la pulizia anche di queste.
La proroga è stata stabilita tramite un'ordinanza attuata in questi giorni dalla Provincia in modifica di quella (in scadenza il 2 maggio, appunto) che era stata emessa il 2 novembre, proprio a ridosso degli eventi calamitosi che si erano registrati in autunno.
La deroga, fanno sapere da Piazza Dante, "si è resa necessaria vista l'ingente quantità di alberi schiantati e di terre e rocce franate che, unitamente alla stagione invernale, ha fatto sì che vaste zone di media e alta montagna non siano state ancora raggiunte dagli operatori. Inoltre la quantità di materiale che i Comuni hanno depositato nei siti e che si prevede di stoccare nei prossimi mesi rende impossibile provvedere a una loro gestione entro il 2 maggio".
L'ordinanza disciplina inoltre la gestione dei materiali depositati nei siti individuati dai Comuni. Sempre dalla Provincia ricordano: "Da un lato si è visto che la quantità di rifiuti è molto bassa, da un altro si è verificato che sono ingenti i metri cubi di materiale vegetale e di terre e rocce".
Il materiale vegetale sarà gestito come materia prima; terre e rocce saranno usate in futuro, se non contaminati, per l'attuazione del piano degli interventi sulle opere pubbliche danneggiate dal maltempo.