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La flora trentina continua a sorprendere, due le nuove specie di piante scoperte dal Museo Civico di Rovereto

Nelle pubblicazioni del Museo e sulla rivista scientifica Willdenovia vengono presentate le due nuove specie, scoperte dal conservatore botanico Filippo Prosser. Sotto la lente una nuova varietà di rovo ed una di alchemilla

Di Davide Leveghi - 13 agosto 2019 - 21:04

ROVERETO. La ricerca floristica in Trentino regala emozioni, sorprendendo con nuove scoperte. È la sezione botanica del Museo Civico di Rovereto, con la pubblicazione del volume La flora del Trentino, a presentare due nuove specie fino ad ora sconosciute: il Rubus vallis-cembrae e l'Alchemilla gretae-gregorii.

 

Pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Willdenovia e sugli ultimi annali del museo, gli studi, a firma del conservatore per la botanica del Museo Civico di Rovereto Filippo Prosser, illustrano le caratteristiche delle due specie, scoperte ed osservate con l'ausilio di esperti del settore.

 

Nel primo caso, il Rubus vallis-cembrae, “rovo della Val di Cembra”, presenta l'interessante novità d'essere la prima specie di rovo della sezione Micantes rinvenuto in Italia. Molto appariscente per i fiori dalla grande dimensione e d'un rosa intenso, producono delle more scure; le spine sono deboli e i rami pelosi. Si trova in particolare nelle zone umide, lungo torrenti o corsi d'acqua, accanto a paludi o laghetti, impluvi esposti a nord.

 

Lo studio dei rovi, spiega il Museo Civico, presenta particolari complessità alla luce dell'esistenza di numerosi ibridi. Per questo vengono convenzionalmente riconosciute come specie vere e proprie solo quelle con caratteristiche ben definite che raggiungono un'areale di almeno 50 chilometri quadrati. In Italia sono note solo una trentina di specie.

 

Non a caso il Museo Civico di Rovereto, vista la scarsa bibliografia in lingua italiana riguardante i rovi, ne effettua da anni raccolte per studiarne le caratteristiche ed approfondirne la conoscenza nell'ambito della flora trentina. Numerose in particolare sono le escursioni organizzate da Prosser stesso per analizzare la specie in Val di Cembra, dove il Rubus vallis-cembrae cresce con regolarità, sul porfido e attorno ai 1000 metri di quota.

 

La seconda specie scoperta, invece, è l'Alchemilla gretae-gregorii, pianta della famiglia delle alchemille, nome che prende origine da “alchimia”, dato che nel Medio Evo si pensava che le gocce di rugiada che si trovano sulla sua superficie all'alba fossero elemento indispensabile per trovare la pietra filosofale. Presenti nel solo Trentino in 47 specie, le alchemille note in Italia sono oltre 100, mentre in Europa circa 450.

 

Pianta di difficile riconoscimento, è studiata da pochi botanici. In Trentino se n'è occupato per anni Francesco Festi, il cui sostegno è stato necessario per Prosser per studiare i nuovi esemplari ritrovati presso Folgaria e Passo Vezzena.

 

Grande, grigiastra, con peli del picciolo appressati e con una combinazione di caratteri sconosciuta, sono queste le caratteristiche della nuova specie, chiamata Alchemilla gretae-gregorii in onore dei figli di Filippo Prosser Greta e Gregorio, pazienti accompagnatori del padre nelle escursioni domenicali alla ricerca dell'esemplare suddetto.

 

Un ultimo pensiero, nella presentazione delle scoperte da parte del Museo Civico di Rovereto, è stato dedicato alla perdita di biodiversità, dovuta alla scarsa considerazione ambientale di prati e pascoli e alle trasformazioni a cui è sottoposto l'ambiente di montagna.

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