Il sindaco di Pergine contro le oche per le loro deiezioni. Ma può farlo? ''Sono animali selvatici. Sarebbe bracconaggio''
Non va più bene nemmeno che le oche facciano i loro bisogni nel loro habitat naturale, su dei prati in riva al lago: Oss Emer ha già emesso un'ordinanza per farle rimuovere e portare in una fattoria vicina. Wwf, Lipu, Pan - Eppaa e Legambiente: ''Pronte a ricorrere in sede giuridica. Quelle oche selvatiche sono nate in natura e si recano su quei prati essenzialmente in inverno quindi non creano problemi al turismo''

PERGINE. ''Sono animali selvatici e qualsiasi intervento che ne preveda la manipolazione, la cattura, la rimozione o lo spostamento in altro luogo naturale idoneo implicano inevitabilmente la presenza di opportune autorizzazioni da parte del Comitato Faunistico. In assenza di tali autorizzazioni ogni intervento sugli animali si configura come un gesto di bracconaggio contro il quale le scriventi associazioni sono pronte a ricorrere in sede giuridica''. Sono chiarissime le associazioni Wwf, Lipu, Pan-Eppaa e Legambiente sulla questione: le oche grigia Anser anser che frequentano il lago di Caldonazzo e in particolare la spiaggia di Valcanover, non si toccano. Eppure il sindaco di Pergine Valsugana, Oss Emer, ha già firmato un'ordinanza per far rimuovere i 24 esemplari che frequentano la zona perché le loro deiezioni imbratterebbero le spiagge frequentate dai turisti.
Insomma la natura che fa la natura infastidisce l'homo turisticus e anche delle povere oche selvatiche che fanno i loro bisogni nel loro habitat, un prato vicino a un lago, vanno eliminate sia mai che le loro deiezioni finiscano per sporcare l'asciugamano di qualche bagnante. Il tutto ha dell'incredibile e del paradossale anche perché solo pochi giorni fa dei volontari si sono cimentati nella pulizia dei canneti del lago di Caldonazzo portandosi via di tutto, dai sacchi di plastiche, alle tavole da surf e ai bidoni in metallo. Rifiuti indistruttibili e persistenti prodotti dagli esseri umani che, però, sono evidentemente tollerati, visto che erano lì da chissà quanto tempo, mentre per le papere non c'è scampo. Alcuni quotidiani locali cartacei hanno parlato di anatre di evidente origine domestica (il che permetterebbe la rimozione in maniera più semplice) eppure così non sembra essere.
Il Wwf e le altre associazioni hanno scritto al Servizio Foreste e fauna e al Comune di Pergine Valsugana, diffidandoli da qualsiasi azione al di fuori della legge. ''Relativamente all’intenzione ventilata dal Comune di Pergine di rimuovere gli esemplari di oca selvatica, Anser anser che, soprattutto durante i mesi invernali frequentano le aree prative - spiegano Wwf, Lipu, Pan-Eppaa e Legambiente - delle spiagge di Valcanover, le sottoscritte associazioni protezionistiche (regolarmente rappresentato in Comitato Faunistico fino a quando questa era operativo) tendono a sottolineare quanto segue: la frequentazione da parte delle oche delle superfici erbose utilizzate come spiagge dei bagnanti avviene principalmente durante i mesi invernali, quando l’erba di questi prati è l’unica componente vegetale facilmente accessibile in un paesaggio fondamentalmente brullo. Durante i mesi tardo primaverili ed estivi in seguito alla ricomparsa di vegetazione spontanea su altri tratti delle rive e in acqua l’attenzione delle oche si rivolge in gran parte altrove e questo, complice anche la presenza dei bagnanti sulle spiagge, di sicuro ridurrà la frequentazione da parte di questi animali delle aree ad utilizzo antropico''.
''Le oche grigie - proseguono le associazioni ambientaliste - che frequentano le spiagge adibite a balneazione, per quanto relativamente confidenti in seguito alla somministrazione di cibo, sono a tutti gli effetti animali selvatici appartenenti alla specie Oca grigia o Oca selvatica, Anser anser; sono nate in natura sul lago di Caldonazzo oppure sul lago Pudro (esiste una documentazione fotografica che può documentare ciò) e sono probabilmente i discendenti di tre esemplari di oca grigia di probabile origine aufuga arrivati sul lago di Caldonazzo in località Ciolda durante l’inverno 2013/2014. Ad essi si era unito un esemplare di oca domestica di colore completamente bianco scomparso rapidamente nel raggio di pochi mesi, mentre gli animali grigi (di colorazione selvatica) sopravvivevano e nel corso dell’estate seguente probabilmente davano origine alla formazione di una o due coppie, forse anche per intercettazione di esemplari selvatici in migrazione. Nel 2015 si sono rilevate le prime riproduzioni sicure avvenute in natura e da lì in poi la popolazione ha subito un lento aumento che ha portato all’incirca alla ventina di esemplari attuali''.
''Anche se gli esemplari capostipiti di questa colonia possono forse essere fuggiti da qualche raccolta privata (ma non recavano alle zampe alcuno dei contrassegni in plastica che devono per legge caratterizzare le oche e le anatre allevate allo stato domestico) i loro discendenti sono comunque nati in natura - concludono Wwf, Lipu, Pan-Eppaa e Legambiente - cioè allo stato selvatico, e come tali vanno considerati animali selvatici appartenenti a specie protetta sul territorio provinciale. Qualsiasi intervento che ne preveda la manipolazione la cattura la rimozione o lo spostamento in altro luogo naturale idoneo implicano inevitabilmente la presenza di opportune autorizzazioni da parte del Comitato Faunistico. In assenza di tali autorizzazioni ogni intervento sugli animali si configura come un gesto di bracconaggio contro il quale le scriventi associazioni sono pronte a ricorrere in sede giuridica''.