Il Pastore Abruzzese si trova faccia a faccia con il lupo e lo scaccia. Mentre in Trentino è allarme, storia di una convivenza possibile
Il forestale Secondino Cimini ci ha raccontato la storia di queste foto (NELL'ARTICOLO LE ALTRE IMMAGINI) scattate ieri mattina ai piedi di Opi in Abruzzo. Ecco cosa può fare un cane come Macho davanti a un branco di cinque lupi mentre in Trentino (per colpa della politica) è psicosi

OPI (AQUILA). ''Sono rimasti immobili per qualche secondo a mostrarsi i denti, poi il lupo è scappato e il mio cane lo ha inseguito. Ho dovuto richiamarlo io perché di lupi ce ne erano 5 o 6 e temevo potesse farsi male. Invece non è successo niente''. A parlare è Secondino Cimini forestale originario di Opi, in provincia de L'Aquila, che ieri mattina ha immortalato, a poche decine di metri dalle stalle del suo paesino arroccato nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, questa bellissima sequenza (che ci ha gentilmente concesso di diffondere e potete ammirare qui sotto). Immagini che raccontano di un presente che ha radici antichissime e di una convivenza che è possibile, con i giusti accorgimenti.
Proprio in questi giorni il tema è tornato alla ribalta in Trentino. Lupi sono stati avvistati a Canazei e hanno conquistato i titoloni sulle pagine dei giornali cartacei (senza che facessero nulla se non zampettare vicino alle case). Una predazione isolata, quella di Ala di due pecore di qualche giorno fa, si è trasformata addirittura in un problema di ordine pubblico tanto che il presidente della Provincia Fugatti (quello che poco tempo fa in consiglio provinciale ironizzava sulla ''storia del lupo arrivato sopra Ala'' come se si trattasse di una bufala quando è scientificamente provata) e l'assessora all'agricoltura, foreste, caccia e pesca Zanotelli (quella che per 'picconare' il centrosinistra autonomista al governo, da deputata, lanciava l'allarme per un cervo ucciso a Castelfondo, animale che fa parte della dieta naturale del lupo) hanno voluto convocare il tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Eppure qual è l'incredibile numero di animali da pascolo uccisi nel 2017 dai lupi trentini (che oggi sono una cinquantina sparsi sul territorio)? 99 (20 bovini, 75 ovini/caprini, 4 asini/equini). Ciò a fronte di oltre 51.000 capi di ovini/caprini presenti sul territorio (dati 2017 Anagrafe Nazionale Zootecnica - Statistiche), e quasi 46.000 bovini. Insomma davvero il nulla e, tra l'altro, praticamente in tutte queste situazioni si trattava di esemplari in mano ad allevatori che non applicavano i sistemi di difesa previsti anche a livello provinciale che ruotano attorno a tre elementi che convivono in contemporanea: recinto elettrificato, presenza del pastore e cane da guardiana.
Uno dei cani da guardiana più diffusi è proprio il Pastore Abruzzese, quello di Secondino Cimini, che ieri mattina ai piedi del suo paesino medioevale si è lanciato sui lupi accompagnato da un secondo cane che è rimasto alle spalle, in posizione di difesa. ''Anche i lupi verso i quali si è diretto Macho (questo il nome del Pastore) erano la retroguardia - ci spiega Secondino - il capobranco, infatti, era più avanti e si era diretto sulla carogna di un animale. In totale io ho visto cinque, sei lupi e l'incontro è stato spettacolare. Macho si è fiondato verso di loro accompagnato dall'altro cane e tra un abbaio e l'altro si è posizionato davanti a loro muso verso muso con uno dei lupi più avanzati. Pochi secondi e poi è partito l'inseguimento e sono stato io a doverlo richiamare in paese''.

Per Secondino non era la prima volta, quella di ieri, che si è trovato a tu per tu con il lupo. ''Opi assieme a Pescasseroli è chiamata proprio la piana dei lupi - ci racconta -. Abbiamo tantissimi fotografi e persone che vengono qui per cercare di vederli, incontrarli, immortalarli. E andando nel bosco con i miei due cani è capitato anche a me più di una volta di trovarmi faccia a faccia con questi animali - spiega -. Macho reagisce sempre così, d'istinto. Se io non lo richiamo si mette a inseguirli per allontanarli. Poi non nego che un po' di paura viene, perché c'hanno insegnato a temerli, però quando li ho incontrati sono sempre stati loro a scappare''.
A Opi i lupi sono decine. La ragione? ''C'è molta selvaggina - racconta ancora Cimini - cinghiali, cervi, cerbiatti. E quindi loro fanno quel che devono fare. Li cacciano, tra l'altro tenendo sotto controllo le diverse specie. La convivenza, in questo senso, è possibile, e da secoli sulle nostre montagne abbiamo imparato come fare, sapendo che qualche capo di bestiame può andare perduto, tendenzialmente quelli più deboli, malati, o i più giovani e per questo più esposti''. Esempi che vengono da lontano, hanno radici antichissime ma sono perfettamente attuali. Il lupo si può anche non amare, ma lo si può affrontare ad armi pari, senza pensare a uccisioni o catture (tra l'altro entrambe proibite dalla legge, quindi c'è poco da discuterne finché non si riesca a cambiare le norme nazionali ed europee), comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica (che creano solo allarmismo e non hanno nessun effetto pratico) e sloga a spot.
Una cosa concreta la si può fare: cominciare da un buon Pastore Abruzzese.