Il mega raduno di jeep sconfina nel parco? "Parte del campo base all’interno dei confini, ma solo a ridosso dell’area sciabile''
Ad essere interessata solo una piccola porzione adiacente agli impianti sciistici, Ducoli direttore del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino: “Siamo stati attenti affinché nessuna jeep entrasse nel parco, lo spazio occupato dal campo base è una piccola porzione già antropizzata”

PRIMIERO SAN MARTINO DI CASTROZZA. Non si placano le polemiche attorno al mega raduno di jeep che richiamerà centinaia di 4x4 da tutta Italia che si riverseranno nell'area di Ces e della Tognola, zona in cui sorge anche il Parco Paneveggio-Pale di San Martino. Si tratta della sesta edizione del ‘Camp Jeep 2019’ in programma dal 12 al 14 luglio a San Martino di Castrozza.

Un evento, come dicevamo, che potrebbe richiamare alcune centinaia jeep e contro il quale si sono già schieratele opposizioni in consiglio provinciale, ambientalisti e Sat. Tema, quello degli eventi in alta quota, che da sempre fa molto discutere e divide il mondo della politica e questo raduno non è stato da meno.
Anche oggi infatti, alcuni ambientalisti si sono levati contro il ritrovo di jeep sottolineando come – a differenza di quanto affermato dalla Giunta provinciale che ha dato il via libera all’evento – una parte delle strutture in allestimento per accogliere gli appassionati del fuoristrada sconfini all’interno del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino.
A smorzare gli animi ci ha pensato Vittorio Ducoli, direttore del parco: “È vero che una parte del campo base sorgerà all’interno dei confini del parco, ma si tratta di una piccola porzione a ridosso dell’area sciabile". Nell’area sottostante malga Ces sorge da molto tempo un impianto sciistico. “Siamo stati molto attenti affinché nessuna jeep entrasse all’interno del parco, fatta eccezione per le strade a libera circolazione – precisa il direttore del parco – la porzione interessata è un’area già interessata da una forte antropizzazione e sottoposta in passato a interventi di livellamento della superficie. Ripeto – conclude Ducoli – all’interno del parco non ci sono stati passaggi motorizzati”.
Al netto delle polemiche la questione dei grandi eventi in alta quota rimane aperta soprattutto quando ad essere coinvolto è un territorio fragile come quello delle montagne trentine.