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Il mega raduno di jeep sconfina nel parco? "Parte del campo base all’interno dei confini, ma solo a ridosso dell’area sciabile''

Ad essere interessata solo una piccola porzione adiacente agli impianti sciistici, Ducoli direttore del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino: “Siamo stati attenti affinché nessuna jeep entrasse nel parco, lo spazio occupato dal campo base è una piccola porzione già antropizzata”

Di Tiziano Grottolo - 02 luglio 2019 - 06:01

PRIMIERO SAN MARTINO DI CASTROZZA. Non si placano le polemiche attorno al mega raduno di jeep che richiamerà centinaia di 4x4 da tutta Italia che si riverseranno  nell'area di Ces e della Tognola, zona in cui sorge anche il Parco Paneveggio-Pale di San Martino. Si tratta della sesta edizione del ‘Camp Jeep 2019’ in programma dal 12 al 14 luglio a San Martino di Castrozza.

Un evento, come dicevamo, che potrebbe richiamare alcune centinaia jeep e contro il quale si sono già schieratele opposizioni in consiglio provinciale, ambientalisti e Sat. Tema, quello degli eventi in alta quota, che da sempre fa molto discutere e divide il mondo della politica e questo raduno non è stato da meno.

 

Anche oggi infatti, alcuni ambientalisti si sono levati contro il ritrovo di jeep sottolineando come – a differenza di quanto affermato dalla Giunta provinciale che ha dato il via libera all’evento – una parte delle strutture in allestimento per accogliere gli appassionati del fuoristrada sconfini all’interno del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino.

 

A smorzare gli animi ci ha pensato Vittorio Ducoli, direttore del parco: “È vero che una parte del campo base sorgerà all’interno dei confini del parco, ma si tratta di una piccola porzione a ridosso dell’area sciabile". Nell’area sottostante malga Ces sorge da molto tempo un impianto sciistico. “Siamo stati molto attenti affinché nessuna jeep entrasse all’interno del parco, fatta eccezione per le strade a libera circolazione – precisa il direttore del parco –  la porzione interessata è un’area già interessata da una forte antropizzazione e sottoposta in passato a interventi di livellamento della superficie. Ripeto – conclude Ducoli – all’interno del parco non ci sono stati passaggi motorizzati”.

 

Al netto delle polemiche la questione dei grandi eventi in alta quota rimane aperta soprattutto quando ad essere coinvolto è un territorio fragile come quello delle montagne trentine.

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