Ghiacciai diminuiti del 30% in 36 anni e neve in calo dell'80-90% a 1500 metri entro il 2100. A Ginevra si studia anche il caso Trentino Alto Adige
Dopo un'estate contraddistinta dagli incendi, ci si avvia verso un inverno dal clima più mite. Le conseguenze sulla natura e sulla società saranno tali da trasformare il mondo come lo conosciamo. Si prevede entro il 2100, infatti, una crescita delle temperature di 5 gradi, e ciò sta portando a un concatenamento di eventi

GINEVRA. E' un concatenamento di fenomeni quello che attende i territori alpini. L'innalzamento delle temperature agisce sull'ambiente come il primo tassello di un domino che una volta fatto cadere porta con sé tutti gli altri. È per questo che in questi giorni, a Ginevra, si sta tenendo una conferenza sugli effetti del cambiamento climatico nei territori di montagna organizzata in collaborazione con le Nazioni Unite.
Se le emissioni inquinanti e la produzione di gas serra portano ad un automatico innalzamento delle temperature – il primo tassello del domino, appunto – ciò che consegue impatta sulla natura e sulla società, avviando i territori di montagna verso trasformazioni inarrestabili che rivoluzioneranno l'ambiente e la nostra quotidianità.

Come si vede nello schema offerto da Eurac in un rapporto sul clima per l'anno 2018, il riscaldamento globale – la quantità di gas serra attualmente nell'atmosfera non si è mai avuta negli ultimi 800mila anni - sta sciogliendo i ghiacciai portando una massa di acqua sempre più consistente a valle. I ghiacciai si ritirano, i fiumi si ingrossano, ma non per tutto l'anno. L'estate, infatti, divenuta sempre più torrida, vede calare sostanziosamente la portata dei fiumi.
L'Adige, il nostro “grande fiume”, ha visto scendere il livello della sua portata dal 1957 ad oggi del 20%. L'innalzamento delle temperature – si calcola dagli anni '60 ad oggi stimabile in un +1,5º – agisce sulle stagioni stravolgendole. La neve diminuisce in inverno – si calcola che i trends delle nevicate si avvieranno verso un calo dell'80-90% in meno a 1500 metri entro il 2100 – e aumenta la pioggia, l'evapotraspirazione cresce, la neve si ritira sempre più in alto e i temporali aumentano.
La flora e la fauna si stanno adattando ai cambiamenti climatici finendo per impattare sugli equilibri ambientali e sulla società. Le conifere si spostano sempre più in alto, la fioritura viene anticipata, i parassiti aumenteranno così come le odiose zanzare tigre. Il ritiro del permafrost, il terreno congelato per almeno due anni, aumenterà il rischio di frane.
Complessivamente la natura, dunque, diventerà più ostile. Le piogge torrenziali – ricordiamo che l'insieme di fenomeni riconducibili alla tempesta Vaia hanno ampiamente superato i disastrosi parametri dell'alluvione del 1966 – diverranno più frequenti, così come alluvioni, disagi alla circolazione e ai servizi come le fognature o l'elettricità, smottamenti.
Il futuro che ci troviamo ad affrontare non è certo roseo. Il cambiamento climatico è ormai inarrestabile e più che fermarlo possiamo immaginare di rallentarlo e di adeguare i nostri standard di vita ad un mondo e ad un clima trasformati. L'imprevidibilità del meteo non smentisce ma rafforza l'ipotesi dei cambiamenti climatici, come dimostrato dagli impressionanti dati dell'inverno 2017/2018: in Groenlandia, a febbraio, si sono registrati 6º sopra lo zero, oltre 20 al di sopra della media. Le grandi nevicate avvenute invece in Alto Adige in quel periodo non confutano certo un fenomeno globale i cui dati sono sotto gli occhi di tutti – anche se qualcuno pare non volersene rendere conto.

Tre le vittime numero uno dei cambiamenti climatici ci sono certamente i ghiacciai. In questo grafico del World glacier monitoring service possiamo vedere il drastico calo delle masse ghiacciate nel mondo. Nel solo Alto Adige, monitorato nello studio dell'Eurac, tra il 1983 e il 1997 la superficie occupata dai ghiacciai – presenti per un'area di 90 chilometri quadrati, pari al 24% della superficie complessiva dei ghiacciai italiani (369,9%) - si è ridotta del 19,7%, a cui s'è aggiunta un diminuzione dal '97 al 2006 di un altro 11,9%. Ghiacciai, quelli altoatesini, in gran parte piccoli e sottoposti quindi maggiormente allo scioglimento, destinati a scomparire entro la fine di questo secolo – vista anche la previsione di un aumento di 5º entro il 2100.


Metà dell'umanità riceve acqua potabile dalle regioni di montagna. Attualmente sono circa 4 miliardi le persone che devono convivere per almeno un mese all'anno con la scarsità d'acqua. Per questo a Ginevra ci si sta confrontando sulle esperienze di monitoraggio e approntamento di azioni e strumenti di contrasto ai rischi climatici come gli eventi meteorologici estremi, lo scioglimento del permafrost e le valanghe. La conferenza, che vede l'attiva partecipazione dell'Università delle Nazioni Unite, è organizzata dall'Organizzazione mondiale della meteorologia, con il partnerariato della Banca mondiale e dell'Organizzazione della Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao).
In questo contesto Eurac Research porterà la sua esperienza di raccolta dei dati satellitari sulla copertura nevosa di Alto Adige e Tirolo. “Da anni stiamo portando avanti dei progetti sul comportamento della criosfera, cioè la parte della Terra coperta dai ghiacci – spiega Claudia Notarnicola, fisica dell'Eurac presente a Ginevra – in questo caso la collaborazione con l'Austria e il land Tirolo porterà a un catasto della situazione dei ghiacciai nelle nostre due regioni”.
“Il sistema di monitoraggio – continua – serve a capire i fenomeni e a basare azioni di contrasto. Per ora noi abbiamo dato vita ad una mostra, ad esempio, dal titolo Goodbye glaciers in cui mostravamo al pubblico foto storiche di inizio secolo confrontate con foto attuali dei ghiacciai altoatesini. Sensibilizzare le persone, però, non basta, servono azioni a più alto livello”.
“Di solito la raccolta dei dati avveniva ogni 4-5 anni. Con l'utilizzo dei satelliti Copernicus avverrà in maniera più frequente, ogni anno e con una definizione maggiore. Il catasto è in completamento – conclude Notarnicola – e in questa conferenza l'interesse sarà fare network, collocare questa nostra attività alle altre nel mondo”.