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Dopo ventun'anni a Riva del Garda la convention internazionale sul clima e la meteorologia delle Alpi

Dopo ventuno anni dall'ultima volta nella penisola, si terrà a Riva del Garda dal 2 al 6 settembre la 35a edizione della Conferenza internazionale di meteorologia. L'occasione, che verrà impegnati delegati provenienti da svariate nazioni, offrirà possibilità di discutere il futuro della disciplina e del clima delle Alpi

Foto di Giovanni Cavulli
Di Davide Leveghi - 27 agosto 2019 - 21:58

RIVA DEL GARDA. Si terrà nelle città sul lago, dal 2 al 6 settembre 2019, la 35a edizione della Conferenza internazionale di meteorologia, a 21 anni dall'ultima volta in Italia. L'evento scientifico, che si tiene ogni due anni a rotazione in diverse nazioni dell'arci alpino, ospiterà ricercatori e ricercatrici, docenti universitari e operatori dei servizi meteorologici esperti nel clima delle Alpi e più in generale delle montagne.

 

Tenuto per la prima volta a Milano, nel 1950, su iniziativa di Mario Bossolasco, professore di geofisica dell'Università di Genova, la conferenza si è svolta per l'ultima volta nella penisola nel 1998 a Torino. Appuntamento di grande rilevanza scientifica e applicativa, raccoglie contributi su tutti gli aspetti della meteorologia e della climatologia alpine e montane, tra cui certamente riflessioni sui recenti eventi di particolare intensità che hanno colpito i territori delle Alpi, in connessione coi cambiamenti climatici.

 

Tra gli argomenti trattati nella conferenza si affronteranno le questioni dei nuovi strumenti per il monitoraggio e i nuovi modelli per le previsioni meteorologiche, dibattuti da due delegati di tutte le nazioni dell'arco alpino (Austria, Croazia, Francia, Italia, Germania, Slovenia e Svizzera), oltre che da quelli, aggiunti nel tempo, di Regno Unito e Islanda, coordinati nei lavori da un Comitato d'Indirizzo.

 

In collaborazione per questa edizione con l'Università di Trento e l'Associazione italiana per la scienze dell'atmosfera e della meteorologia (Aisam), l'iniziativa vedrà la partecipazione di esperti di vari enti, nazionali e internazionali, tra cui Richard Rotunno, senior scientist del National Center for Atmospheric Research (Ncar) del Colorado, il più prestigioso ente di ricerca statunitense nei settori dell'atmosfera, della meteorologia e del clima. Rotunno ha lavorato, tra le altre cose, sulle brezze marine, le correnti atmosferiche sulle catene montuose, i tornado e i cicloni tropicali, mantenendo sempre aperto un contatto, anche in virtù dell'attaccamento alle origini italiane, con diversi ricercatori del nostro Paese.

 

Il convegno sarà preceduto nei giorni 28-30 agosto a Rovereto dal primo workshop del Programma di Cooperazione internazionale “TEAMX- Multi-scale transport and exchange processes in the atmosphere over mountains- programma and experiment”, iniziativa che si inserisce nel solco dei grandi programmi di collaborazione internazionale sulla meteorologia dell Alpi - si vedano ALPEX (1980-1982) e MAP (1994-2005) – e che vedrà coinvolti un centinaio di ricercatori da svariati Paesi.

 

Il programma punta a realizzare progetti di ricerca internazionali, che prevedano anche campagne sperimentali mirate, con il dispiegamento di strumentazione avanzata messa a disposizione da partners di diverse nazioni ed istituzioni per il monitoraggio di alcune specifiche aree. Dall'elaborazione di questi dati si potranno ricavare risultati utili a migliorare i modelli metereologici per le previsioni e i modelli climatici per le proiezioni del clima futuro.

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