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Con la discarica anche i gabbiani “fanno festa”: sono un centinaio gli uccelli che arrivano per banchettare con l’immondizia

L’esperto: “Il loro numero è aumentato negli anni con il formarsi delle prime grandi discariche di rifiuti urbani, segnale inequivocabile degli squilibri creati dall’uomo”. Alcune specie hanno iniziato a nidificare sulle pareti a strapiombo del Garda bresciano, ma anche in alcuni contesti urbani  come Torbole e Bolzano

A sinistra gabbiani alla discarica della Maza, foto T.G. A Destra gabbiani reali, foto di Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
Di Tiziano Grottolo - 26 dicembre 2019 - 17:36

ARCO. Quando si parla di volatili trentini solitamente si pensa all’aquila reale, al gallo cedrone, alla pernice bianca e tanti altri, certamente non si pensa ai gabbiani, che però sono diventati una presenza costante, almeno negli ultimi decenni.  Innanzitutto è doveroso fare una precisazione: con il termine “gabbiano” si fa genericamente riferimento a più specie appartenenti alla famiglia dei Laridi, tipiche degli ambienti marini e costieri, ma che per l’appunto sono sempre più frequenti anche nel nostro territorio montano.

 

Un progressivo insediamento che si è registrato a partire dagli anni Sessanta con i primi avvistamenti lungo l'Adige, nei mesi invernali. “A quel tempo si trattava soprattutto di Gabbiani comuni – ricorda Paolo Pedrini conservatore della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse – probabilmente provenienti da territori del centro e nord Europa”. Dagli anni Novanta gli esperti hanno iniziato a monitorare il fenomeno, fino ad arrivare a veri e propri censimenti che si effettuano ogni inverno (abitualmente a metà gennaio, quando gli uccelli tendono ad essere maggiormente stanziali) su tutto il territorio nazionale, all’interno di un più vasto programma di conteggi chiamato Iwc. Mentre in Trentino le informazioni vengono raccolte grazie a un progetto coordinato da Ispra, si tratta di censimenti che il personale del Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento effettua in collaborazione con gli ornitologi del Muse e di altri collaboratori esterni.

 

“Oltre al gabbiamo comune – spiega Pedrini – negli anni si sono affiancate o sono state semplicemente avvistate altre specie, come le Gavine provenienti dal Nord Europa, il Gabbiano corallino, il Gabbiano reale, il Gabbiano reale nordico, il Gabbiano reale pontico, lo Zafferano, il più raro e grande Mugnaiaccio ed altre ancora. Il loro numero – riprende Pedrini – è aumentato negli anni con il formarsi delle prime grandi discariche di rifiuti urbani: quella di Trento Nord (Ischia Podetti) in valle dell'Adige e quella verso Torbole, alla base del versante che porta a Nago”. Discarica quest’ultima altrimenti nota come Maza, che per via dei lavori di realizzazione della galleria Loppio-Busa, è in fase di dismissione e in questo periodo è presa d’assalto dai gabbiani.  

 

Nel corso degli anni le presenze dei volatili, si sono fatte via via più frequenti e regolari, in particolare durante l’inverno, e solitamente sono caratterizzate da una sorta di “pendolarismo”, ovvero le varie specie arrivano in Trentino per alimentarsi e poi ripartire. I posti più frequentati sono proprio le discariche, dove accedere al cibo è facile e lo si può fare in relativa sicurezza; i gabbiani però non disdegnano nemmeno alcuni corsi d’acqua in coincidenza delle confluenze, che fungono da zone di riposo. I principali punti dove si possono osservare sono la porzione trentina del Lago di Garda, il Fiume Adige e pure il Lago di Caldonazzo, in Valsugana. “In genere arrivano al mattino, alle prime ore del giorno – afferma l’esperto del Muse – per poi ripartire subito dopo il calar del Sole, in volo planato in modo da sfruttare le correnti, per poi dirigersi in formazione verso Sud o verso la Forra di Ponte Alto. Queste presenze – continua Pedrini – sono indice dei cambiamenti e degli squilibri creati dall’uomo”. 

 

Il legame di questi volatili con le discariche è ormai acclarato, trattandosi di una fonte alimentare innaturale per queste specie, importante soprattutto durante i periodi più rigidi dell’anno. La grande disponibilità di cibo però sta influenzando il comportamento di alcuni volatili, favorendone la permanenza in zona, benché in numero limitato, fra tutte quella del Gabbiano reale. Questa specie, particolarmente opportunista, ha iniziato a nidificare sulle pareti a strapiombo del Garda bresciano e, in alcune particolari situazioni, in contesti periurbani e urbani come Torbole e Bolzano.  

 

“Questo fenomeno in Trentino non è ancora così diffuso e preoccupante come in altre città – sottolinea l’esperto – forse per disponibilità trofiche artificiali, come le discariche, tutto sommato ancora contenute e controllate”. In altre città la presenza di questi volatili si sta facendo sempre più invadente, ad esempio a Roma e Trieste nidificano, anche, in pieno centro.

LE FOTO. Ecco alcune delle specie di gabbiano che si possono avvistare in Trentino
GABBIANO COMUNE (Chroicocephalus ridibundus) - Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
GABBIANO CORALLINO (Ichthyaetus melanocephaluss) ungherese, predato da Falco pellegrino - Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
GABBIANO REALE (Larus michaellis) - Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
GABBIANO REALE NORDICO (Larus argentatus) - Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
GABBIANO REALE PONTICO (Larus cachinnans) tedesco, sul metanodotto sopra l'Adige, a Lizzana (Rovereto, TN)- Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
ZAFFERANO (Larus fuscus) e GABBIANO REALE (Larus michaellis) - Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
Gabbiani mentre frugano tra i residui portati in discarica - Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse

 

“In questo senso è chiaro lo squilibrio creato da queste innaturali abbondanze di cibo, legate alla gestione di rifiuti, segnale chiaro della nostra capacità di incidere sugli equilibri naturali, in questo caso sulle presenze di specie animali”. La presenza dei gabbiani reali può diventare potenzialmente un problema, infatti oltre a pesci a vertebrati di piccola taglia può capitare che attacchino specie di uccelli autoctone che possono catturare anche in volo o devastandone i nidi. Per ora in Trentino non sono state riscontrate particolari criticità.

 

Ma da dove arrivano i gabbiani che frequentano, in inverno, il Trentino? Ne parla Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico scientifico del Muse: “È  plausibile immaginare che il grosso dei contingenti svernanti provenga dall’Europa centrale, dai paesi che si affacciano sul Mar Baltico e dalle regioni costiere prossimali alla foce del Fiume Adige, che viene utilizzato come una vera e propria idrovia per risalire l’entroterra e raggiungere siti trofici come le discariche di Pescantina, quella Comprensoriale dei Lavini di Marco o Ischia Podetti di Trento, per citarne solo alcune”.

 

Per riconoscere con certezza la colonia di origine, diverse specie di uccelli soprattutto quelli marini tendono a nidificare in gruppo per difendersi da predatori, si deve cercare di individuare, sulla zampa del gabbiano, qualche anello metallico o di materiale plastico con un codice alfanumerico, applicato dagli ornitologi quando ancora il gabbiano era un pulcino, non volante quindi, che viveva nella colonia di origine.

 

Progetti di questo tipo sono comuni ed in essere in molte regioni d’Europa – prosegue Tabarelli de Fatis – per menzionare qualche caso concreto possiamo citare i Gabbiani comuni provenienti dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia, dall’Olanda e dall’Ungheria, osservati al Lago di Caldonazzo, alla discarica Ischia Podetti o lungo le spiagge libere di Riva del Garda. Oppure la vicenda del Gabbiano reale inanellato in Croazia ed osservato con il piumaggio giovanile nel 2007 presso l’Adige a Lizzana e tornato in inverno in villeggiatura in Trentino quantomeno fino al 2016, ovviamente con un bell’abito da adulto”.  

 

Insomma dei semplici codici alfanumerici impressi su di un anello possono raccontare storie curiose, provenienti da posti lontani. Proprio per questo se un cittadino riuscisse a leggere il codice impresso su di un anello colorato, su questo sito, potrà sapere come contribuire alla ricerca degli ornitologi.

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