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Cinque ibis eremita fotografati in Val di Fiemme: “Segno che i programmi di reintroduzione funzionano”

Continuano gli avvistamenti nei cieli trentini, grazie al vasto programma di reintroduzione che coinvolge Austria, Italia e Germania. L’esperto: “Segnalando gli avvistamenti è possibile mappare le presenze sul territorio, aiutando così i biologi del Waldrappteam”

A sinistra Markus Unsöld, uno dei piloti che insegna agli Ibis eremita la rotta migratoria. A destra un esemplare fotografato all'aeroporto di "Gianni Caproni" di Mattarello (TN), da Karol Tabarelli de Fatis/Arch. Muse
Di Tiziano Grottolo - 18 dicembre 2019 - 16:38

PANCHIÀ. Ormai stanno diventando una presenza regolare nei cieli del Trentino, attraversato ogni anno da alcuni esemplari di ibis eremita, Geronticus eremita, una specie migratrice originaria dell’Europa centrale, dove era diffusa fino al XVII secolo.

 

Avvistamenti che fino a qualche anno fa non erano così frequenti: attualmente, oltre agli animali del Waldrapp-Projekt, in Europa sono presenti puntiformi nuclei riproduttivi relativi a colonie di esemplari non migratori, localizzate in Austria e Spagna. 

 

Nel 2002 un gruppo di biologi e piloti austriaci, il Waldrappteam, ha dato vita al progetto di reintroduzione dell’Ibis eremita nell’ambito del programma LIFE +, coinvolgendo partner austriaci, italiani e tedeschi. Un progetto decisamente ambizioso che si avvale anche di “mamme” ("foster parents", genitori adottivi) umane che a bordo di ultraleggeri stanno insegnando agli uccelli le rotte migratorie da seguire durante l'anno.

 


Cinque esemplari fotografati a Panchià (Val di Fiemme, TN), foto di Antonella Boscolo
Cinque esemplari fotografati a Panchià (Val di Fiemme, TN), foto di Antonella Boscolo

 

La rotta migratrice che impegna gli Ibis, parte dall’Alta Austria e dalla Baviera conducendo fino alla Toscana meridionale, passando (spesso) per il Trentino-Alto Adige appunto. Per farlo però serve che qualcuno insegni agli uccelli la rotta da seguire perché la conoscenza della stessa non è innata, ma è indispensabile che un altro uccello più esperto, la tramandi agli esemplari immaturi. A tale scopo alcuni piccoli sono stati allevati da due genitori umani, dopodiché i giovani uccelli hanno seguito i loro "foster parents" ovunque, anche se uno di questi era passeggero su un deltaplano a motore.

 

Una volta imparata la rotta e diventati adulti gli Ibis possono tramandare questa conoscenza a loro volta. Il primo tentativo andato a buon fine risale al 2011, mentre nel 2012 è stato registrato il primo caso in cui un esemplare allevato da genitori naturali ha imparato la rotta da alcuni adulti. “Così il cerchio si chiude – afferma Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico scientifico del Muse – da quel momento in poi piccoli stormi di Ibis hanno cominciato a migrare autonomamente dalle Alpi Austriache, dove si riproducono, alla Laguna di Orbetello (Toscana), dove svernano”.

 

Tabarelli de Fatis tiene traccia dei vari avvistamenti, annotando posizione e data degli incontri, l’ultimo è avvenuto pochi giorni fa, martedì 17 dicembre, a Panchià in Val di Fiemme dove sono stati avvistati ben 5 esemplari di ibis eremita, appollaiati sul tetto e le antenne di una casa.

 


La mappa degli avvistamenti tratta da iNaturalist.org
La mappa degli avvistamenti tratta da iNaturalist.org

 

“Il susseguirsi degli avvistamenti relativi gruppi di Ibis in migrazione autonoma – spiega Tabarelli de Fatis – dimostra che una parte essenziale del progetto sta funzionando” (QUI e QUI), inoltre l’esperto del Muse rivolge un appello alla popolazione, invitando chiunque avvistasse uno o più esemplari di comunicarne la presenza, inoltrando eventuali foto all’indirizzo del progetto info@waldrapp.eu . “In questo modo – ribadisce – sarà possibile mappare le presenze sul territorio, un dato utile per tutti i biologi ed etologi che seguono questi volatili”.

 

Distinguergli dagli altri uccelli non è complicato, visto che il piumaggio degli ibis eremita è molto peculiare, con la maggior parte del corpo nera ma con dei riflessi iridescenti verdi e violacei.  Mentre le teste degli adulti presentano zone prive di piumaggio (apterili) e circondate da una sorta di corona di penne più lunghe. Altra caratteristica tipica dell’Ibis eremita sono le sue zampe rosse oltre che il lungo becco incurvato verso il basso, anch’esso rosso, che gli consente di estrarre prede dal terreno, principalmente vermi terrestri e larve d’insetti.

 

Infine per chi volesse rimanere aggiornato sulla posizione degli Ibis in tempo reale è possibile scaricare un applicazione per smartphone gratuita Animal Tracker, disponibile sia su Google play, che su App Store.

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