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Bio-distretto: dopo l'approvazione del quesito, parte la raccolta firme. Il Comitato: "Il sogno prende forma. Rendiamo il Trentino un'avanguardia"

Approvato dalla Commissione provinciale, il progetto per trasformare l'intera provincia in un bio-distretto passa ora dalla raccolta firme necessarie per indire un referendum propositivo. L'obiettivo è raggiungere 8000 nominativi in 3 mesi. E' possibile firmare nei Comuni di tutto il Trentino

Di Davide Leveghi - 27 dicembre 2019 - 18:42

TRENTO. Il bio-distretto del Trentino sta prendendo ufficialmente forma. Il quesito, depositato da un comitato promotore formato da una cinquantina di agricoltori, allevatori, normali cittadini, operatori turistici, ricercatori e contenente la proposta di trasformare il Trentino nel primo grande biodistretto nazionale, è stato approvato dalla commissione provinciale preposta, dando il via al periodo di tempo necessario per la raccolta firma.

 

“Da oggi il sogno prende forma - ha commentato esultante il membro del comitato Andreas Fernandez – e ognuna e ognuno di noi può fare la differenza con una semplice firma! Abbiamo meno di 3 mesi per raccogliere 8mila firme. E' ufficiale quindi – ha proseguito, accompagnato per l'occasione dal presidente del comitato Fabio Giuliani – ora tocca alla cittadinanza, che in ogni Comune avrà la possibilità di firmare di fronte a un funzionario pubblico autenticatore”.

 

“L'idea di creare un bio-distretto significa dar vita a un'area in cui agricoltori, allevatori, operatori del turismo e amministrazione stringono un accordo per cominciare una procedura di conversione al biologico. Si vuole creare sinergia tra le componenti sociali ed economiche, promuovere un modello di sviluppo nuovo e non disgregato, come avviene ora. Il processo sarà molto lungo, durerà anni, perché si accompagnerà ad un cambiamento culturale epocale. Un processo inclusivo, in cui si dovrà prima formare e informare”.

 

Il progetto nasce dall'idea di ripensare ai modi con cui abitiamo la Terra, di creare un modello di sviluppo sostenibile che accorpi i diversi distretti biologici già esistenti (Val di Gresta, Valle dei Laghi, Comune di Trento, Vanoi) in un'unica entità, comunitaria e sinergica. Un territorio, quindi, in cui produzione e consumo seguono una linea ambientale, di rispetto e valorizzazione dell'ambiente e dei suoi prodotti.

 

“E' un sogno – continuano i due membri del Comitato – perché non esiste alcun territorio del genere in Italia. Promozione e divulgazione divengono ora decisivi. I cittadini ne devono parlare e devono andare nei Comuni a firmare. È un processo dal basso che mira a trovare un punto d'incontro con l'amministrazione, una grande occasione di democrazia diretta. Dal punto di vista istituzionale, diventare un bio-distretto significherebbe essere avanguardia”.

 

I motivi a vantaggio del bio-distretto, elencati dal comitato, sono diversi: progressiva limitazione dei pesticidi, difesa della salute pubblica, protezione dell'acqua, delle api e della biodiversità, promozione della ricerca e di un obiettivo comune, condiviso e costruttivo, sostegno all'economia e alla cultura ambientale. La palla, come detto, passa ora alla cittadinanza, a cui spetterà il compito di porre le basi per un referendum storico che proietterebbe il Trentino in un futuro più sostenibile e rispettoso della natura

 

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