Api, la Francia mette al bando i pesticidi neonicotinoidi. Il presidente degli apicoltori: ''Un bell'esempio. Speriamo l'Italia si metta al passo''
Mentre le Nazioni Unite poco tempo fa annunciavano che il 40% degli impollinatori rischia l’estinzione globale anche per colpa di queste sostanze che, tra le altre cose, azzerano l'orientamento delle api e creano loro problemi di olfatto i cugini d'Oltralpe levano dall'agricoltura cinque di queste sostanze. Facchinelli: ''In Trentino siamo un po' più avanti del resto del Paese ma questa è una bella notizia per tuttti'

TRENTO. ''L'esempio della Francia ci può far riflettere, è un ottimo esempio da seguire. Se lo fanno loro che hanno un'agricoltura ben sviluppata e per certi versi simile alla nostra, possiamo farlo anche noi''. E' il presidente degli apicoltori trentini Marco Facchinelli a parlare e a complimentarsi con i cugini d'Oltralpe per la decisione presa: mettere al bando cinque pesticidi neonicotinoidi ritenuti fatali per insetti come api e farfalle. L'Unione Europea, intanto, ne ha messi al bando 3 di questi 5 pesticidi (''anche se al momento dall'Italia si attendono segnali di recepimento - commenta sempre Facchinelli - speriamo che presto ci si adegui'') e quindi dovrebbero scomparire dai campi francesi clothianidin, imidacloprid, thiamethoxam, thiacloprid e acetamiprid.
Una scelta che va nella direzione dettata dalle Nazioni Unite che poco tempo fa annunciavano che il 40% degli impollinatori rischia l’estinzione globale per diversi fattori, tra cui l’uso smodato di pesticidi. E i neonicotinoidi sono tra i principali responsabili perché queste sostanze attaccano il sistema nervoso dell’insetto, riducendone la fertilità e provocando una perdita della memoria e una distorsione dell'orientamento che non consente più alle api di tornare all’alveare, trovando ben presto la morte.
Per esempio gli effetti del pesticida più diffuso nel mondo in agricoltura (l'Imidacloprid) sono stati analizzati qualche anno fa dall'Università di Trento (CIMeC e Dipartimento di Fisica) e pubblicati anche sulla rivista Scientific Reports facendo nuova luce sugli effetti dei fitofarmaci. "I principi attivi di questo tipo di pesticidi – spiegava Albrecht Haase del CIMeC – sono altamente neurotossici: si legano ai recettori della nicotina nelle sinapsi e bloccano il trasporto delle informazioni a livello cerebrale. Il nostro studio dimostra che i danni si rilevano non soltanto nelle funzioni avanzate, più sofisticate, del cervello delle api, ma anche in quelle di base, fondamentali, come l'olfatto''.
''Un canale di comunicazione importante - aggiungeva (QUI ARTICOLO) - tra le api avviene infatti per via chimica, attraverso i feromoni. Cambiamenti anche molto piccoli legati alla riduzione dell'olfatto possono compromettere seriamente la vita di un alveare perché si riflettono sulla sua organizzazione sociale e sulla capacità riproduttiva della colonia. Ad esempio, se l'informazione sulla malattia dell'ape regina non arriva correttamente alla colonia, le api non avvieranno i meccanismi che stanno alla base della produzione di nuove regine e l'alveare sarà destinato al collasso".
E proprio la Francia aveva fatto da apripista nell'uso di questo tipo di pesticidi negli anni Novanta nei propri campi. Questi test, nel 1994, causarono la morte di 400mila colonie di api in pochissimi giorni. I tre neonicotinoidi messi al bando dalla Ue (aveva votato favorevolmente anche l'Italia) sono l'imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta.
''Il percorso intrapreso dalla Francia è molto interessante - conclude Facchinelli - e vedremo cosa deciderà di fare il nostro Paese al riguardo. In Trentino, siamo messi un po' meglio di altri perché i protocolli d'intesa hanno messo al bando già alcuni prodotti. Ed è fondamentale il dialogo tra categorie e diverse figure legate al mondo dell'agricoltura. Ma non c'è da abbassare la guardia, anzi, semmai, c'è da cercare di essere sempre il più avanti possibile. Una delle battaglie importanti che abbiamo condotto è stata quella di eliminare l'uso dei diserbanti lungo le strade che andavano comunque a inquinare le falde e creavano molti problemi anche alle api. La Francia, oggi, dimostra che si può fare a meno dei neonicotinoidi. Speriamo che il nostro Paese segua questo esempio''.