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Un cervo ucciso dai lupi a Castelfondo, la neodeputata leghista: "Danni enormi alla fauna trentina". In realtà in un anno uccisi 99 capi su 100.000 presenti

Giulia Zanotelli segnala il problema ricordando "la pericolosità di questo animale". Ma i dati e gli studi certificano che in 150 anni in Italia non si è mai verificata un'aggressione all'uomo e che quanto successo in Alta Val di Non è puro ciclo della natura. La Lega da sempre ha una posizione chiara in materia, la maggioranza no ed anche per questo, forse, ha perso le elezioni

Di Luca Pianesi - 08 marzo 2018 - 13:14

TRENTO. "La presenza dei lupi sta creando danni enormi alla fauna trentina, oltre a mettere in difficoltà le attività montane. Non si può più negare la pericolosità di questo animale". Scrive così la neodeputata della Lega Giulia Zanotelli su Facebook condividendo le foto di un cervo sbranato alle porte di Castelfondo, in Alta Val di Non.

 

Di cosa si tratta? Del ciclo della natura. Quello che a scuola insegnano anche ai bambini e che da milioni di anni tiene in vita il mondo: l'erbivoro bruca l'erba, il carnivoro mangia l'erbivoro, il carnivoro muore e nutre l'erba. Ok è un po' semplificato, siamo d'accordo. Però quello che racconta questa foto è esattamente questo: un giovane cervo è stato predato da dei lupi che poi se lo sono mangiato come dimostra il rumine staccato dal resto del corpo (i lupi, infatti, non mangiano quest'organo che fa parte del prestomaco dei ruminanti e nemmeno l'intestino). Insomma tutto perfettamente nella norma.

 

 

 

I "danni enormi alla fauna trentina" causati dalla ventina di lupi (in Toscana sono circa 600) che si muovono nella provincia non esistono. Si tratta di predazioni naturali e necessarie alla sopravvivenza di questo animale che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, fa il lupo e quindi uccide le sue prede naturali che sono (per il lupo europeo) soprattutto caprioli, cervi ed alci, ma anche lepri e, talvolta, topi. E regola, così, la presenza delle sue prede nei boschi, serve a mantenere quell'equilibrio naturale che da sempre l'uomo sconquassa.

 

Gli unici "danni" reali (certificati) che si registrano in un anno (2017) in Trentino riguardano 99 animali da pascolo (20 bovini, 75 ovini/caprini, 4 asini/equini). Ciò a fronte di oltre 51.000 capi di ovini/caprini presenti sul territorio (dati 2017 Anagrafe Nazionale Zootecnica - Statistiche, gli ultimi disponibili), e quasi 46.000 bovini. I danni certificati dal servizio foreste della Provincia si sono tradotti in 46.925,59 euro di risarcimenti agli allevatori. Insomma dire che la fauna trentina è messa in pericolo da venti lupi pare davvero un'esagerazione.

 

Vogliamo allargare lo spettro alla regione? In Alto Adige, dove pure c'è una sorta di psicosi da lupo e la politica non fa altro che alimentarla, nel 2016 (fonte Eurac) sono state uccise 17 pecore e 1 capra a fronte di 53.000 caprini/ovini presenti con rimborsi agli allevatori pari a 3.000 euro. Il nulla. Eppure quella del lupo resta una paura atavica una fiamma mai spenta sulla quale la politica ciclicamente soffia per alimentarla. E invece chi ci amministra dovrebbe spiegare con questi numeri la reale portata del fenomeno in Trentino Alto Adige e non aver paura di dire che l'unico vero conflitto si crea è con i cacciatori che, a causa della presenza del lupo, vedono ridursi le prede che possono cacciare per hobby (gli abbattimenti controllati, infatti, si basano sul numero di capi presenti in natura: è chiaro che se questi diminuiscono "naturalmente" perché uccisi dai loro predatori, ne restano di meno per il divertimento dei cacciatori).

 

E a chi dice che "non si può negare la pericolosità di questo animale" va risposto ancora una volta con i dati. L'Eurac spiega che "il lupo è un animale dal carattere schivo, sostanzialmente innocuo per l’uomo. Non risulta alcuna aggressione a umani in Italia negli ultimi 150 anni". Il vento della politica sta cambiando e c'è già chi, pronto a salire al Governo, parla di una ridiscussione del Piano Lupi prevedendo abbattimenti e prelevamenti. La Lega, in questo, è sempre stata coerente e dunque si capisce la posizione di Zanotelli sulla questione. 

 

Meno coerenti lo sono stati i partiti di maggioranza che prima hanno fatto loro i Piani europei e nazionali favorendo il ritorno dei grandi carnivori sulle nostre montagne e poi non sono stati capaci di difenderli inseguendo, al contrario, negli ultimi tempi, i malpancisti e andando a chiedere fantomatiche deroghe ai ministri dell'ambiente, di fatto sconfessando se stessi e risultando comunque meno credibili di chi da sempre si opponeva alla presenza di questi animali. Meglio sarebbe stato difendere con numeri e informazione le proprie decisioni. Ma è anche per questo che si perdono le elezioni. Non ci resta che augurare ai nostri amici lupi "buona fortuna" in attesa di capire cosa decideranno per loro gli esseri umani.

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