Quali sono i serpenti presenti in Trentino e quanto sono pericolosi? L'esperto: ''Spesso a pungere sono gli insetti, ma si teme sempre il morso di vipera''
In Trentino sono presenti due famiglie di serpenti, quella dei Colubridi con sei specie e quella dei Viperidi con due specie. Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse, ci fa una mappatura completa per andare sicuri in montagna

TRENTO
La donna, infatti, è stata dimessa dopo poche ore. Abbiamo, quindi, provato ad approfondire la tematica scoprendo che i morsi da vipera, in realtà, sono molto rari nella nostra provincia, talmente rari che i sieri in dotazione in tutto il Trentino si contano sulle dita di due mani e rarissimamente vengono utilizzati.
A spiegarci ogni dettaglio sui serpenti che si possono incontrare tra i nostri boschi, sulle nostre montagne, vicino ai nostri specchi d'acqua ci pensa Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse - Museo delle Scienze.
Dopo aver letto la notizia, l'esperto erpetologo ha subito interpellato il primario al Santa Chiara. "La donna - spiega de Fatis - non è stata morsa da una vipera. E' necessario prestare molta attenzione nella somministrazione del siero: occasionalmente la reazione all'antidoto è molto forte. Premesso che i veleni di cui sono dotate le vipere nostrane sono relativamente blandi se rapportati con quelli di specie che vivono in altri continenti, anche le punture di insetto possono e vengono scambiate per morso di vipera e l'agitazione può giocare brutti scherzi".
L'assistente tecnico della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Muse - Museo delle Scienze fornisce inoltre una mappatura dei serpenti che si possono trovare in Trentino, ma anche cosa fare in caso di morso (Qui info).
In Trentino sono presenti due famiglie di serpenti, quella dei Colubridi (le due bisce, il “carbonazzo”, la “lanza”, etc) con sei specie e quella dei Viperidi (le vipere propriamente dette) con due specie (una terza, la Vipera dal corno Vipera ammodytes era segnalata in Trentino in tempi storici, fino agli inizi del 1900, presente comunque nel confinante Alto Adige).
I colubridi presenti in Trentino sono privi di ghiandole del veleno e uccidono le prede più piccole ingoiandole direttamente, come le lucertole, o se più grandi per costrizione (topi).
Biacco nero (Hierophis carbonarius)
Conosciuto con il nome dialettale di “carbonazzo”, per via del colore di fondo nero tipico degli esemplari adulti (dopo i 3-4 anni), è un serpente legato alle zone ecotonali (transizione tra un ambiente e l’altro) del fondovalle e degli spazi aperti. Mediamente lungo 130 centimetri e il più veloce dei serpenti italiani.
E’ una specie che caccia in maniera attiva, grazie all’ottima vista, lucertole, ramarri, orbettini e altri serpenti (anche vipere), oltre a micromammiferi (come arvicole, topi o ratti potenzialmente dannosi per le derrate alimentari), contenendone il numero.

Colubro liscio (Coronella austraica)
Serpente poco conosciuto, frequentemente rinvenibile nei pressi di sassaie, ruderi o muretti a secco. Per la colorazione di fondo, le dimensioni, e la capacità di appiattire la testa per renderla “triangolareggiante”, simile quindi a quella delle vipere, spesso viene confuso con le stesse e parimenti ingiustamente ucciso.
Come le vipere partorisce piccoli vivi già formati (è una specie ovovivipara o meglio vivipara aplacentare). Di dieta soprattutto saurofaga (si nutre di lucertole e orbettini) e occasionalmente ofidiofaga (serpenti).

Colubro del Riccioli (Coronella girondica)
Molto simile alla specie precedente, segnalata dagli autori storici, non è stata rinvenuta in tempi recenti, se non in una occasione, mai più riconfermata (Qui è possibile leggere il racconto dell'ultima osservazione in Provincia).
Saettone comune (Zamenis longissimus)
Conosciuto con il nome vernacolare di “lanza” è il serpente raffigurato sul caduceo (simbolo della medicina che si ritrova nelle insegne delle farmacie) e pertanto collegato al culto greco di Asklēpiós e a quello derivante romano di Esculapio.
Il colore tipico nell’adulto è costituito da un omogeneo verde, che aiuta questo serpente, abile arrampicatore, nel mimetizzarsi tra le fronde delle piante. Oltre ai micromammiferi può predare anche nidiacei.

Natrice (o biscia) dal collare (Natrix helvetica)
Si tratta della biscia più comune. Legata all’acqua, ma non è raro trovarla anche lontana dagli ambienti umidi.
Il nome deriva da un vistoso collarino chiaro (da bianco a giallo) presente ai lati della testa, che può rendersi meno evidente con l’avanzare dell’età dell’animale.

Natrice (o biscia) tassellata (Natrix tassellata)
E’la biscia più legata a corpi d’acqua perenni. E' abitante comune dei nostri laghi e dei nostri corsi d’acqua, dove spesso si può rinvenire in termoregolazione sulle rive. Si nutre prevalentemente di pesci e in minor misura di anfibi. Non morde mai, neppure se manipolata.

I Viperidi, serpenti dotati di ghiandole del veleno, presenti in Trentino sono invece la Vipera comune e il Marasso.
Vipera comune (Vipera aspis)
E’ la vipera con la distribuzione altitudinale più ampia, rinvenibile in Trentino dai circa 70 metri di altitudine (zona di Riva del Garda) ai 2.200 metri di quota.
In Trentino è presente la sottospecie francisciredi (detta Vipera di Redi, in onore del noto naturalista Francesco Redi fondatore della Biologia sperimentale) caratterizzata da un disegno a rettangoli neri sfalsati lungo la linea di mezzeria del dorso dell’animale, su di un fondo omogeneo variabile color grigio chiaro/nocciola/brunastro/rossastro.

Marasso (Vipera berus)
Animale dalla distribuzione amplissima (arriva fino all’isola di Sachalin) in Trentino è tipicamente legato alle porzioni sommitali della montagna. Questo animale è presente dagli 800-1.000 metri di quota fino a quasi 3.000 metri.
Il disegno sul dorso è una grecale (o sinusoide) su sfondo brunastro, nelle femmine, o grigio cenere nei maschi. Comuni gli esemplari melanici (completamente neri) o melanotici (quasi completamente neri).

Come sono distribuite le specie sul territorio provinciale?
Tutti gli areali, le distribuzioni altitudinali, gli ambienti frequentati e i cicli di attività annuale delle varie specie di ofidi (serpenti) presenti in Trentino possono essere consultati sull’Atlante degli Anfibi e Rettili del Trentino (1987-1996 con aggiornamenti al 2001). Una guida che può essere scaricata e consultata gratis in qualunque momento (Qui link dell'Atlante).
Se si vuole aiutare gli erpetologi della Sezione di Zoologia dei vertebrati del Muse - Museo delle Scienze nella realizzazione del nuovo Atlante degli Anfibi e Rettili della Provincia di Trento, è possibile inviare le proprie osservazioni di Anfibi e Rettili, seguendo le indicazioni a questo link: Qui info.
In che tipologie ambientali è possibile rinvenire le vipere?
Nella piena consapevolezza che parliamo di specie dall’ampia distribuzione altitudinale (le possiamo trovare nei fondovalle tra i filari dei vigneti, come sopra i rifugi d’alta quota), ci sono comunque dei contesti ambientali dove l’avvistamento è più probabile. Difficilmente si troverà una vipera nel centro di un ampio prato dall’erba alta, più facile sarà scorgere gli ofidi sopra un muretto a scaldarsi.
La necessità di regolare la propria temperatura corporea (in termini tecnici, per l’appunto, termoregolarsi) spinge le vipere a scegliere ambienti ecotonali, di transizione tra habitat differenti, dove questi animali possono opportunamente scaldarsi o ripararsi dai raggi solari, quindi: sassaie, cataste di legna, legnaie, al di sotto o al di sopra di lamiere, assi di legno e onduline, sopra bassi arbusti, etc.
In definitiva quando ci si avvicina a questi elementi, meglio evitare di introdurre le mani in posti dalla limitata visibilità.
Utile battere a terra forte i piedi o un bastone (non è una delle tante leggende metropolitane/rurali): i serpenti non hanno orecchie come siamo abituati a conoscerle, ma percepiscono le vibrazioni trasmesse dal terreno, direttamente attraverso le ossa del capo: genericamente forti vibrazioni sono sufficienti per farli celermente allontanare.
Indicativamente le vipere possono dirsi attive tra maggio e ottobre, in primavera anche in pieno sole, mentre in estate di solito osservabili al mattino o alla sera a meno che non si tratti di una giornata nuvolosa.
Come distinguere una vipera da un serpente non velenoso? Ecco un confronto tra i caratteri che permettono di discernere con relativa sicurezza i due gruppi.

Come è meglio vestirsi e equipaggiarsi in montagna? Scarponi alti fino al malleolo (e calzettoni) sono indubbiamente utili per prevenire sia distorsioni alla caviglia che rassicurare anche i timorosi da possibili morsi di serpenti agli arti inferiori. Una benda elastica della larghezza di 5 centimetri può essere utilizzata nelle fasciature in caso di morso in attesa del trattamento da parte del personale medico.