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Processionaria, in 25 anni dimezzate le aree infestate

Gli ettari sono passati dai 7.000 del 1992 a 3.000. Quest'anno casi nelle zone collinari e nelle valli a clima più rigido mentre si sono verificati meno problemi nelle aree solitamente più infestate (Basso Sarca e Vallagarina)

Pubblicato il - 20 luglio 2018 - 16:18

TRENTO. Le aree infestate dalla processionaria, negli ultimi 25 anni, in Trentino, si sono dimezzate, passando da 7.000 ettari a 3.000 ma restano problemi soprattutto nelle zone collinari e nelle valli a clima più rigido. Mentre infestazioni meno ingenti si sono registrate nelle aree più adatte allo sviluppo della processionaria, quali il Basso Sarca e la Vallagarina.

 

A spiegarlo l'assessore all'ambiente Michela Dallapiccola in risposta a un'interrogazione del consigliere provinciale Civettini. Quest'ultimo ha chiesto lumi sulle dimensioni del fenomeno ricordando come soprattutto da "Povo a Villazzano, da Melta di Gardolo ad altre aree della Valle dei Laghi e della Vallagarina, Rovereto compresa" siano giunte molteplici segnalazioni. E ha chiesto quali soluzioni siano state messe in atto, negli anni, per contrastarlo e contenerlo. 

 

Dallapiccola ha spiegato che la processionaria del pino è un lepidottero presente in Trentino da secoli in quasi tutto il territorio, dal fondovalle fino a circa 1.400 metri di quota, e raggiunge picchi, in ambiente alpino, ogni 7-8 anni. I problemi legati alla sua presenza sono da ascriversi essenzialmente ai peli urticanti delle larve, per persone e animali domestici (soprattutto nel momento di discesa delle larve dal nido tra marzo e aprile). "I 25 anni di monitoraggio effettuati in provincia di Trento - spiega Dallapiccola - mostrano un trend di generale riduzione dell'area infestata che da oltre 7.000 ettari del 1992 è scesa a circa 3.000 ettari, soprattutto grazie alla progressiva sostituzione del pino con latifoglie autoctone in molti boschi di fondovalle''.

 

Questa la prassi migliore per ridurre sempre di più la presenza di processonaria visto che i lepidotteri ha trovato proprio nei pini neri (che dopo la prima guerra mondiale erano stati usati per rinverdire i boschi trentini) il loro habitat perfetto. Diminuendo i pini neri, sta diminuendo anche la processionaria. Spetta, però, soprattutto ai privati fare la loro parte per quanto riguarda i terreni di loro proprietà e ai cittadini segnalare la presenza di nidi infestanti nei parchi pubblici. Nel 2017, nel solo comune di Rovereto, sono state emesse 3 ordinanze per obbligare i privati ad attuare specifici interventi di profilassi. 

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