"Pesticidi siamo alla frutta", il nuovo docufilm di Andrea Tomasi. ''Pesticidi nel corpo delle donne in gravidanza, nel miele, sui ghiacciai e nello sterco degli orsi''
Proiezione in anteprima al Cinema Astra il 17 aprile alle 21 (ingresso gratuito). Il giornalista torna alla carica sui temi ambientali, tornando a parlare di ambiente e salute. Lo fa con questo nuovo film, autoprodotto e autofinanziato, che parla degli effetti dell’agricoltura intensiva in Italia

TRENTO. "Pesticidi siamo alla frutta", questo è il titolo del nuovo documentario di Andrea Tomasi, realizzato in collaborazione con Leonardo Fabbri, che sarà proiettato in anteprima questa sera - 17 marzo alle 21 - al Cinema Astra. Ingresso gratuito.
Tomasi, giornalista dell’Adige e già coautore del libro inchiesta "La farfalla avvelenata" e del docufilm "Veleni in paradiso", torna alla carica sui temi ambientali, tornando a parlare di ambiente e salute. Lo fa con questo nuovo film, autoprodotto e autofinanziato, che parla degli effetti dell’agricoltura intensiva in Italia.
Nella realizzazione dell'ultimo suo lavoro è stato affiancato da Leonardo Fabbri - videomaker, titolare di Envyda, che aveva lavorato anche al documentario precedente e al video "Un filo appeso al cielo", dedicato al’oncologia pediatrica di Padova.
Andrea Tomasi, in questo film, fa parlare i dati (schede Ispra che mostrano le vendite di fitofarmaci regione per regione) e gli esperti (medici, medici pediatri, nutrizionisti, agricoltori bio e non bio) in una –“pellicola” che scorre veloce sullo schermo.
Non mancano le sorprese in questo racconto per immagini e non mancano le collaborazioni vip. Spiazza e diverte l’intervento di Velia Lalli, la regina della stand up comedy in Italia (Sbandati – Rai Due e Comedy Central – Sky) che prende in giro, con il suo stile (senza filtri) il sistema del commercio di prodotti agricoli biologici .
Poi c’è il meteorologo Luca Mercalli - che affronta la questione della presenza di sostanze chimiche sui ghiacciai dell’arco alpino – e un cameo dell’attore-scrittore-regista Marco Paolini. A livello musicale si fa notare il brano finale di Remigio Furlanut.
Insomma è un documentario molto ricco di contenuti, anche se molto povero nel budget. "È stato un lavoro corale, realizzato grazie a tante amiche ed amici (vecchi e nuovi) che hanno messo a disposizione tempo, energia e talento. Si tratta di persone che hanno creduto nel progetto quando questo era solo sulla carta o addirittura solo nella mia immaginazione".
Un ringraziamento particolare Tomasi lo riserva a Leonardo Fabbri: «Amico-collega-professionista (senza il quale questo film non sarebbe stato realizzato). In questi mesi è stato vittima del mio stalking. Pesante. Grazie a Velia Lalli (il suo umorismo è doping naturale). Grazie a Luca Pichenstein, per il supporto tecnico e la pazienza, a Franco Delli Guanti, per l'aiuto video e le consulenze, a Michele Bortolameolli e Francesco Calcagni".
"Grazie a Jacopo Salvi - continua Tomasi - che non si tira indietro quando si tratta di 'piani folli'. E poi un pensiero grato va a Raffaele Crocco, Michele Moser, Renata Alleva, Silvia Valzolgher, Nadia Groff e Nicola Bertotti".
L’elenco di chi ha sostenuto questo docufilm è ancora lungo, "ma – aggiunge – tutti i nomi li vedrete nei titoli di coda (sul finale ci sarà anche una presenza inaspettata)". Interessante il sottotitolo, in cui si gioca con la favola di Biancaneve: "Biancaneve non è sola perché, come lei, tutti noi siamo avvelenati, a norma di legge, ovviamente. Come la ragazza della favola, anche noi dobbiamo fare i conti con il veleno, solo che questa volta non ci sono principi azzurri sul cavallo bianco che ci vengono a salvare. Noi dobbiamo sbrigarcela da soli".
Tomasi spiega che nel docufilm si parla di Trentino e di mele, ma non solo. Si parla di una questione nazionale e internazionale. "Un po’ ci si spaventa, ma poi si sorride e si respira. Cambiare rotta si può".