''Ma perché è diventato così difficile fare il contadino'', la lettera di un agricoltore alla politica
L'agricoltura è tra i settori strategici del Trentino e nell'ultima legislatura sono state tante le disposizioni in materia. Il ruolo centrale di questo comparto è evidente anche nei diversi programmi politici, nei quali si parla di sviluppare e spingere soprattutto l'agricoltura di montagna

TRENTO. "Ma perché è diventato così difficile fare il contadino?", questo si chiede Walter Linardi, un agricoltore di Cimone, in una lettera indirizza alla politica (in fondo all'articolo).
L'agricoltura è tra i settori strategici del Trentino e nell'ultima legislatura sono state tante le disposizioni in materia. Il ruolo centrale di questo comparto è evidente anche nei diversi programmi politici, nei quali si parla di sviluppare e spingere l'agricoltura di montagna per evitare spopolamento e continuare così a monitorare e valorizzare il territorio.
Un settore di luci e ombre, se si considera che ormai ogni anno il Trentino indossa la "maglia nera" dell'Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale) nei "Rapporto nazionale pesticidi nelle acque".
La Provincia mostra livelli altissimi e chiude la graduatoria come il peggiore in Italia, secondo solo al Veneto. E la contraddizione rispetto a Bolzano è evidente. Un paradosso in quanto il territorio è simile a quello altoatesino, ma oltre Salorno si servono della metà dei principi attivi per ettaro di superficie utilizzata.
Se si vuole guardare il bicchiere mezzo pieno si può andare a confrontare l'ultimo dato di analisi (questo studio del 2018 si riferisce all'annata 2015/2016) con quello dell'anno scorso quando il Trentino con 10,5 Kg/ha di pesticidi era riuscito a raggiungere il Veneto calato a 10,9 kg/ha ma se si va a fare un'analisi degli ultimi 15 anni dal 2001 al 2015 il Trentino è riuscito, se possibile, a peggiorare la sua situazione.
Nel 2001, 2005, 2009, 2010 e 2011 infatti in provincia si è scesi sotto i 9 chilogrammi di principi attivi per ettaro di superficie agricola utilizzata ma ormai da 4 anni si è tornati stabilmente sopra questa soglia.
Insomma, pare proprio che anche a livello politico non si sia voluto o non si sia riusciti ad invertire questo trend in nessun modo. E mentre a livello commerciale, il Trentino cerca di proporsi come un territorio salubre e rispettoso dell'ambiente in realtà si trova a scontrarsi, annualmente, con questi dati, terzi e imparziali prodotti dal ministero.
A questo si aggiungo le polemiche legate al Pinot Grigio delle Tre Venezie oppure le parole dell'assessore uscente ("Dobbiamo liberarci dalla chimera del biologico perché non è la panacea di tutti i mali: dobbiamo puntare sulla sostenibilità") e la legge sull'utilizzo dei pesticidi in prossimità dei luoghi sensibili quali scuole e chiese.
Ma queste non sarebbero l'unica nota dolente, a fronte anche di interventi importanti per rilanciare e sostenere l'agricoltura, come nel caso delle gelate. E tra programmazione e burocrazia, a 48 ore dal voto un agricoltore di Cimone cerca di stimolare il prossimo governo provinciale attraverso una lettera che pubblichiamo in forma integrale.
Cari politici che avete governato il Trentino negli ultimi anni, perché avete reso così difficile la vita di noi contadini? E' difficile in poche righe spiegare lo stato di frustrazione in cui negli ultimi anni si stanno venendo a trovare molti contadini, ma si possono fare alcuni esempi principali:
1. La burocrazia è crescita a dismisura, avete cercato di digitalizzare tutto per semplificare, ma invece tutto il sistema si è complicato e ingarbugliato, vedasi la situazione di stallo sui Pai per la copertura assicurativa delle produzioni agricole che sono incagliati in Agea Roma dal 2015 e nessuno dice niente.
2. Avete voluto fare programmazione nei piani di sviluppo rurale Psr e nella politica agricola Pac e invece di dare certezze alle aziende agricole sulla possibilità di accedere ai contributi previsti con costanza e programmazione si è verificato un sistema di confusione, ritardi e riduzione, negli anni di importi erogati, vedasi ritardi e riduzioni per i pagamenti per gli alpeggi, gli sfalci, il bilogico ecc. Le aziende zootecniche sono andate tutte in crisi.
3. Vanno riviste le politiche sulle organizzazioni dei produttori, non è possibile che nel piccolo Trentino non si riesca ad avere un'unica Op in grado di far fronte alle sempre crescenti difficoltà dei mercati. Negli ultimi anni anziché assistere a unificazioni delle cooperative si sono verificate sempre più divisioni.
4. Va rivista la concezione di salvaguardia dell'agricoltura. Non si possono fare espropri così a caso tanto per fare, si rovinano le aziende agricole e le famiglie.
Politici, vi prego di fare il vostro dovere per cercare di semplificare la vita alle persone e non di complicarla.