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Il lupo uccide le capre dello scrittore Martinelli in Vallarsa. La sua lezione: "Le ho amate tantissimo ma non è colpa del lupo. Non c'è da aver paura"

Mentre Dallapiccola raccoglie le (poche) firme contro il lupo e dall'altro lato crescono quelle (tante) della petizione a favore nella notte a Obra si verifica un attacco alle caprette dello scrittore roveretano che spiega: "Bisognerà abituarsi a proteggere i nostri animali con gli strumenti più adatti". Il recinto, infatti, era troppo basso (ecco le regole per difendersi senza psicosi)

Le due capre uccise dal lupo e Mario Martinelli con Vida
Di Luca Pianesi - 18 marzo 2018 - 17:01

TRENTO. "Vida mi è stata vicina mentre attraversavo due trapianti di fegato e, senza vergognarmi, posso dire di averla amata e usavo ripetere che non ero un alpinista ma un montanaro, e che mi piaceva arrampicarmi sulla montagna solo fin dove arrivavano le mie capre. Ma ciononostante non voglio assolutamente prendere posizione contro la presenza del lupo nelle nostre valli. Anzi". E' lo scrittore Mario Martinelli a scrivere queste importanti parole. Commenta così l'uccisione delle due sue caprette avvenuta questa notte nella sua casa di Obra di Vallarsa ad opera del lupo. Lo fa scrivendoci una toccante e bellissima mail perché, ci spiega, le sue condizioni di salute non gli permettono di concedere interviste telefoniche. Una mail che pubblichiamo integralmente qua sotto e che crediamo sia davvero un grande esempio di come si dovrebbe reagire in queste situazioni.

 

In questi giorni abbiamo scritto molto di lupo raccontando della campagna contro questo bellissimo e importantissimo animale lanciata dai due assessori all'ambiente delle Provincie di Trento e di Bolzano. Due petizioni online personali (quella di Dallapiccola inizialmente marchiata con i simboli ufficiali della Provincia poi rimossi dopo che la pagina Facebook Territoriocheresiste ha stigmatizzato la cosa) che li espongono a una catastrofica figuraccia visto che la petizione a favore del lupo (qui per sottoscriverla) sta viaggiando a 2.500 firme al giorno (siamo a 10.000 in 4 giorni contro le 1.400 firme in 5 giorni raccolte dalla petizione di Dallapiccola, ma c'è da battere quella di Schuler che in 10 giorni ne ha raccolte 22.000). E se dovessero vincere quelli "pro" lupo i due assessori, per coerenza e rispetto di quei cittadini che stanno loro stessi chiamando a firmare, dovrebbero accantonare qualsiasi velleità di abbattimento e prelievo se non addirittura cominciare a pensare a farsi da parte vista la bocciatura della comunità.

 

Da giorni continuiamo a ripetere che la mossa di Dallapiccola, in particolare, è giustificabile solo come un tentativo di inseguire la Lega e di recuperare, agitando lo spettro di una ventina di lupi in tutta la provincia (sono un terzo rispetto agli orsi), qualche voto nelle valli quando suo compito dovrebbe essere spiegare, agire, tranquillizzare. Da giorni continuiamo a dire che in 150 anni non c'è stata nessuna aggressione da parte di un lupo a un essere umano e che i danni causati in regione sono pari a zero (46.000 euro in un anno per 99 animali da pascolo su oltre 100.000 presenti; 3.000 in Alto Adige per 18 capi tra capre e pecore). Ciò non vuol dire che non si verificheranno altre uccisioni di animali da pascolo, se non saranno protetti come si deve. Il lupo è carnivoro e di quelli si nutre e infatti l'altra sera ad Obra di Vallarsa almeno un esemplare è riuscito a superare un piccolo recinto e ad abbattere le due capre dello scrittore alpinista Mario Martinelli.

 

Il recinto, come si vede dalle immagini, è alto circa 120 centimetri e quindi per il lupo ha rappresentato un'occasione davvero ghiotta. Invece che crogiolarci in ataviche paure e inseguire fantomatiche petizioni gli assessori questo dovrebbero fare: girare stalla per stalla, malga per malga e dire "guarda il tuo recinto non va bene, per proteggere le tue bestie bastano pochi accorgimenti". Per esempio questi:

 

 

 

  

 

 

 

In Mario Martinelli abbiamo trovato davvero un prezioso esempio, vi invitiamo a leggere questo importante contributo dello scrittore roveretano, classe '62, autore di tantissimi libri ritiratosi a Obra di Vallarsa anche a causa della malattia (qui la sua storia) e che nell'ultimo libro (uscito a Natale) firmato da sua moglie Fiorenza Aste e a lui dedicato, "Il Montanaro", ha inserito proprio una foto di Vida una delle due caprette uccise.

 

Ero molto affezionato alle due capre che si sono portate via i lupi; in particolar modo a Vida, la camosciata che mi ha fatto compagnia per tanti anni, e che è finita, inevitabilmente, in molti dei miei libri. Quando mi chiedevano come avrei potuto definire il mio rapporto con la montagna, usavo ripetere che non ero un alpinista ma un montanaro, e che mi piaceva arrampicarmi sulla montagna solo fin dove arrivavano le mie capre.

 

Ciononostante non voglio assolutamente prendere posizione contro la presenza del lupo nelle nostre valli. Anzi, dal mio punto di vista vivo questa esperienza come una manifestazione potente, direi quasi violenta, della forza della natura che ritorna a prendere il dominio sulle nostre montagne. 

 

Credo che in futuro dovremo adattarci sempre più alle manifestazioni di questa natura violenta: nella nostra infanzia non eravamo abituati a saper che fiere feroci popolavano i boschi, anche perché  i boschi erano molto meno estesi, e la montagna molto più popolata dall'uomo.

 

Ora invece l'abbandono della montagna ha permesso al bosco di riguadagnare gran parte delle terre che venivano coltivate dai nostri nonni. In queste condizioni è naturale che tornino i grandi carnivori

 

Credo comunque che non ci sia da farsi prendere dal panico: non sono mai stati segnalati casi di aggressione all'uomo da parte dei lupi anche nelle zone dove il ripopolamento è molto denso, come per esempio in Abruzzo. Bisognerà abituarsi a proteggere i nostri animali con gli strumenti più adatti, come i recinti elettrificati o i cani da gregge, valutando l'opportunità di chiuderli al sicuro durante la notte.

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