Una delegazione trentina a Bonn per la Conferenza Onu sul clima
In partenza studenti, insegnanti e ricercatori delle scuole superiori e dell'Università di Trento. La Conferenza avrà come obiettivo principale quello di consentire passi concreti verso l’applicazione dell’Accordo sul Clima di Parigi e delle misure necessarie per mantenere gli impegni sottoscritti

TRENTO. Prenderà il via, tra pochi giorni a Bonn, la Conferenza Onu sul Clima (COP23). Un'occasione importante per fare il punto sulla situazione attuale e per promuovere interventi mirati e globali che possano invertire la tendenza al surriscaldamento del pianeta che minaccia profondamente il suo futuro.
Il Trentino sarà presente con una delegazione composta non solo da climatologi, meteorologi e addetti ai lavori. Alla Conferenza che si terrà dal 6 al 17 novembre, ma anche a quella dei Giovani (COY13) che si terrà invece dal 2 al 4, parteciperanno alcuni studenti delle superiori e dell'università.
Sono in 20 tra educatori, ricercatori e giovani studenti che hanno aderito al progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale “Giochiamoci il Pianeta”, promosso dall'associazione Viração&Jangada con il sostegno dell'Assessorato alla Cooperazione allo Sviluppo della Provincia autonoma di Trento.
Il progetto conta sulla collaborazione di importanti realtà del territorio: l’associazione Mazingira, l’associazione In Medias Res, il Centro Europeo Jean Monnet, IPSIA del Trentino, Fondazione Fontana e Unimondo, nonché del supporto scientifico dell’Osservatorio Trentino sul Clima.
E i protagonisti di questa importante opportunità sono loro: Lisa Anzelini, Maria Luisa Mazzoni, Tommaso Schirru, Eva Jovanovska, Giulia Montanari, Davide Leonardi, Elisa Rizzoli, Ginevra Gottardi per le scuole superiori.
Per l'Università di Trento sono invece Camilla Perotti, Madalena Lima, Rosamaria Currò, Francesca Melis, Elisa Dippolito, Irene da Rin Betta. Ricercatori ed educatori sono Roberto Barbiero, Elisa Calliari, Ilenia Valle, Daniele Saguto. Il progetto è coordinato da Paulo Lima e Diego Chitarrini.
Progetto che ha come obiettivo principale quello di creare un percorso di sensibilizzazione sociale e di partecipazione politica sul tema della cittadinanza planetaria collegato a quello della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici.
Con una durata di 12 mesi, il progetto ha messo in atto nei mesi scorsi attività di formazione, giochi di ruolo e produzione di informazione, coinvolgendo circa 250 studenti del Liceo Bertrand Russell di Cles, del Liceo Martino Martini di Mezzolombardo, del Liceo Leonardo Da Vinci di Trento e dell'Università di Trento.
La delegazione trentina ha scelto come piattaforma di diffusione della loro corrispondenza da Bonn il sito www.stampagiovanile.it e i social media (www.facebook.com/agenziadistampa; instagram @stampagiovanile), ma sarà possibile seguire le notizie in diretta da Bonn anche attraverso al sito al sito www.climatrentino.it.
Occorrono misure urgenti e drastiche per cercare di fermare le emissioni di gas serra e limitare i danni degli impatti dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale in corso. Ricordiamo che il 2016 ha segnato un nuovo record sia nelle temperature medie globali che nelle concentrazioni di gas serra.
Per il terzo anno consecutivo la Terra ha infatti segnato un’anomalia record delle temperature con un valore di ben 1,2°C superiore al livello pre-industriale, avvicinandosi quindi rapidamente alle soglie limite indicate come obiettivo dell’Accordo di Parigi.
I livelli di anidride carbonica (CO2), il principale gas serra, hanno raggiunto nel 2016 il valore record di 403 ppm. Un valore che la Terra ha sperimentato circa 3-5 milioni di anni fa e che è rapidamente cresciuto dall’inizio dell’era pre-industriale a causa dell’azione dell’uomo e in particolare dell’utilizzo dei combustibili fossili.
Le conseguenze del riscaldamento globale si manifestano in maniera intensa in molte parti del mondo e non a caso la presidenza della prossima COP23 è stata affidata alle Isole Fiji. Sono proprio gli Stati isola e le piccole nazioni insulari del Pacifico ad essere più a rischio a causa dell’innalzamento del livello del mare provocato dai cambiamenti climatici.
E’ il caso di Tuvalu o della Repubblica di Kiribati che si ritrovano già costretti a valutare programmi di evacuazione dei propri abitanti: i loro piccoli territori potrebbero infatti ritrovarsi sommersi dagli oceani nel giro di pochi anni.
L’urgenza di agire necessita un’azione fondamentale di pressione da parte della società civile verso le delegazioni dei Paesi presenti al tavolo dei negoziati di Bonn. Per questo è importante la partecipazione soprattutto dei giovani.
Anche della delegazione trentina che saprà spiegare con maggior forza, per chi non lo avesse ancora capito, che la salute del nostro pianeta e la nostra stessa sopravvivenza dipendono da noi, dai nostri comportamenti e dalle politiche ambientali messe in atto dai governi di tutto il mondo.