Lupo, il Wwf: ''Quest'anno 20 incidenti di caccia anche mortali, ma è da un secolo che un lupo non uccide una persona"
Gli ambientalisti intervengono per smentire le voci del via libera alla gestione del lupo a livello locale: "È stupefacente che in Italia ogni giorno si debba controbattere a dichiarazioni prive di riscontro oggettivo"

TRENTO. "Non c’è nessun via libera del Senato ad ipotesi di gestione locale del lupo in Provincia di Trento, ma semplicemente un ordine del giorno della Commissione ambiente in cui si chiede al governo una riflessione al riguardo".
Il Wwf, attraverso un comunicato, smonta l'entusiasmo di chi già dava per certo una gestione diretta del fenomeno. E incalza: "È stupefacente che in Italia ogni giorno si debba controbattere a dichiarazioni prive di riscontro oggettivo sulla pericolosità del lupo e correggere notizie imprecise sulla gestione del lupo diffuse attraverso i media".
"Quest’anno in Italia ci sono stati oltre 20 incidenti di caccia con conseguenze anche letali, mentre è passato oltre un secolo da quando, in situazioni del tutto diverse da oggi, si sono registrati incidenti mortali causati dal lupo. Di chi dovremmo avere paura? Ma soprattutto: di quale problema dovremmo sentir discutere e finalmente decidere?".
"D’altro canto -continua il Wwf - dove gli enti preposti intervengono per tempo con appropriare soluzioni tecniche ed organizzative come in Trentino, Piemonte ed Emilia-Romagna allora i danni al bestiame calano drasticamente".
"E ciò accadrebbe ovunque se solo si facesse seriamente prevenzione al posto dell’assistenzialismo fine a se stesso che tra l’altro - spiegano gli ambientalisti - nuoce agli allevatori seri e interessati veramente a risolvere il problema".
Nei giorni scorsi, a dare notizia dell'approvazione di un ordine del giorno approvato in Commissione al Senato, era stato il vicepresidente del Gruppo per le Autonomie e segretario politico del Patt Franco Panizza.
L'impegno assunto dal Governo è quello "di valutare la possibilità di adottare decisioni, nell'ambito delle misure della protezione del lupo, che tengano conto di dati più aggiornati relativi alla sua presenza".
"Dati che si basino sull'incremento numerico della specie e della sua capacità di diffondersi nell'arco alpino - si legge nell'ordine del giorno - al fine di tutelare al meglio la pubblica incolumità e di andare così incontro alle preoccupazioni degli abitanti del Trentino Alto Adige e delle zone frequentate dall'animale".
"Nelle scorse settimane - spiegava Panizza - il Ministero aveva dichiarato che la misura per la gestione del lupo, che avrebbe dovuto prevedere la possibilità di abbattere fino al 5% della popolazione degli animali, non sarebbe entrata in vigore prima di due anni".
"La Provincia autonoma di Trento aveva espresso contrarietà a questa decisione. Il lupo, sulle montagne trentine, è in una fase di crescita, con notevoli capacità riproduttive e velocità di dispersione nel territorio".
"In questo momento se ne contano una ventina - affermava Panizza - con tutte le implicazioni connesse a una loro ulteriore riproduzione non solo per l'incolumità dell'uomo, ma anche per quella degli animali d'allevamento e da pascolo e, più in generale, per l'equilibrio dell'ecosistema".