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"Una cascata di diamanti" per la Val di Fiemme. Il "colorimetro" made in Cavalese alla conquista del mondo. Profumo: "Nuove possibilità lavorative e culturali per tutta la valle"

A Cavalese già si trova uno dei 5 distretti dell'Istituto Gemmologico Internazionale dove in tantissimi studiano per diventare esperti di pietre preziose. Ieri è stata presentata l'invenzione nata dalla collaborazione di Gemmarum, Fbk ed Eoptis che permette di valutare il colore del diamante (GUARDA IL VIDEO)

Di Luca Pianesi - 14 giugno 2017 - 06:47

CAVALESE. Dal legno ai diamanti, dalla tradizione legata a foreste e alberi alla tecnologia e all'internazionalizzazione. La Val di Fiemme è sempre più lanciata verso un nuovo e innovativo settore: quello delle pietre preziose. "Un settore - ha spiegato l'ex ministro dell'istruzione Francesco Profumo, oggi presidente di FbK - che potrà creare posti di lavoro, nuove occasioni per i giovani, nuove possibilità di crescita, anche culturale, per la valle grazie all'apertura verso il mondo e all'attrazione di lavoratori dall'estero".

 

La cornice era quella prestigiosa della sede della Magnifica Comunità della Val di Fiemme di Cavalese. L'occasione quella di una tavola rotonda, andata in scena ieri, tra lo stesso presidente di Fbk, il presidente della Camera di Commercio Giovanni Bort, l'assessore alle infrastrutture della Pat Mauro Gilmozzi, il presidente de La Sportiva Lorenzo Delladio e la responsabile marketing Giulia Delladio,  Lorenzo Biasiori dirigente de "La Rosa Bianca" e Alfredo Maglione presidente di Eaptis e Gruppo Optoi (moderata dal giornalista Stefano Voltolini).

 


 

Ma soprattutto era l'occasione della presentazione di una piccola grande rivoluzione che sta partendo proprio dalla Val di Fiemme nel campo dei diamanti. E' stato infatti costruito un colorimetro per diamanti. Un prodotto unico nato dall'opera congiunta di un'azienda di Cavalese, Gemmarum (che per l'occasione ha creato una spin-off che si chiama Gemchrom) operante nel settore dei macchinari per il taglio delle pietre preziose, il centro di ricerca Fbk e l'azienda Eoptis. "La scommessa era davvero importante - ha spiegato Valentino Proietti amministratore di Gemchrom - perché riuscire a determinare con certezza il colore del diamante, e quindi la sua purezza, può avere un valore, per il mercato, enorme. Più la pietra è incolore, infatti, più vale. Ma proprio qui stava una delle difficoltà contro le quali si sono scontrati tutti quelli che nel mondo hanno provato a realizzare un prodotto simile. Come si individua il colore di una cosa che più è incolore più vale? Ebbene con l'aiuto di Eoptis (azienda che si occupa proprio di progettare e produrre strumenti optoelettronici e sistemi di visione ndr) abbiamo lavorato sull'interazione della luce con la pietra".

 

Per riuscirci sono state analizzate oltre 5.000 pietre per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, ha spiegato il giovane Andrea Dezulian, fiemmese, che dopo aver seguito i corsi all'International Gemological Institute di Cavalese si è trasferito a Londra per studiare all'Istituto gemmologico americano (facendo anche una capatina a Bangkok per studiare i segreti del mega mercato asiatico) per poi tornare a Cavalese e dedicarsi a questo progetto. Per arrivare a realizzare questo strumento ci sono voluti 4 anni e oggi è già stato acquistato in India, Cina, Belgio e Italia ed è nel mirino di una mega azienda israeliana del settore.

 

Gemchrom (costa sui 7.000 euro ed è a "portata" di tutti) fornisce contemporaneamente il colore del diamante sulla base dei parametri GIA, IGI ed HRD (i tre principali istituti al mondo per la classificazione delle pietre preziose) e la loro relativa fluorescenza. Il colorimetro è composto da un ampio display touch, un’innovativa sorgente luminosa e uno speciale centratore meccanico.

 

 

 

 

Un prodotte interamente trentino come trentino è uno dei 5 distretti italiani sul quale ha puntato l'International Gemological Institute uno dei più prestigiosi istituti del mondo (è belga) per quanto attiene la formazione nel campo della gemmologia. Proprio a Cavalese, infatti, si trova una delle cinque sedi (le altre sono ad Ascoli Piceno, a Marcianise, a Roma e Trecastagni) ed è già una realtà consolidata nel settore. Sono già oggi decine e decine le persone che da tutto il mondo si recano a Cavalese per seguire corsi che gli permettano di entrare a far parte di questo mondo che necessita sempre più di preparazione e conoscenze scientifiche. "E giusto negli scorsi giorni abbiamo avuto richieste importanti di esperti del settore da una grossa azienda siciliana e da Bulgari - spiega Dezulian -. Ci chiedono direttamente delle vere e proprie liste di impiego. E' uno dei lavori del futuro, c'è molta richiesta e penso possa rappresentare, anche per i giovani, una bella occasione".

 

 

Insomma la Val di Fiemme, famosa per i suoi 60 milioni di alberi, i suoi 29.000 ettari di boschi (il 65% della superficie) per l'avanzare della foresta che cresce globalmente, si stima, ogni minuto di 2 metri di alberi, si lancia in un nuova scommessa. E questa volta chissà che De Andrè non abbia torto e che "dai diamanti" non nasca, in realtà, qualcosa di molto, molto importante

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