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L'Ateneo decide di devolvere il 5x1000 alla ricerca contro le malattie degenerative della retina

Per la prima volta viene scelto in anticipo un progetto per il quale saranno devoluti i soldi raccolti dalla Provincia. L'obiettivo, raggiungere quota 40 mila euro per dare lavoro ad un giovane ricercatore  

Di Mustafa Muca - Liceo A.Rosmini Trento - 04 aprile 2017 - 21:48

TRENTO. Quest'anno l'Università di Trento ha deciso di devolvere tutte le risorse ricavate dal 5x1000 alla lotta contro le malattie degenerative della retina. La nuova campagna di sensibilizzazione si chiama @vediamociancora, è volta a sostenere la ricerca scientifica del Laboratorio di Rigenerazione e Sviluppo Neurale del CIBIO (Centro di Biologia Integrata) che studia le patologie retiniche.

 

“Il lavoro – spiega Cristina Maymone, dell'Università di Trento – è stato scelto dal Senato accademico e quest'anno, diversamente da quelli precedenti abbiamo deciso prima dove andranno i soldi ottenuti. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere 40 mila euro. Anticipare la scelta del progetto finanziato con il 5x1000 offre la possibilità ai cittadini di conoscere in maniera chiara dove andranno investiti i loro soldi”

 

“Grazie a questa raccolta di fondi noi vorremo pagare lo stipendio di una persona che possa aiutarci per queste ricerche” aggiunge invece Simona Casarosa, responsabile del Laboratorio che porterà avanti la ricerca contro le malattie degenerative della retina.

 

Varie sono le cause di queste malattie, tra cui una delle più diffuse è la degenerazione maculare legata all'età, che colpisce il 10% delle persone sopra i 60 anni e il 30% sopra i 70. Non solo l'età ma anche il fumo, l'alimentazione e l'obesità sono fattori che causano una degenerazione maculare legata all'età. Fino ad oggi non esistono ancora delle cure definitive per tale malattia.

 

In occasione dell’incontro di oggi sono stati anche ricordati i progetti (due assegni di ricerca di durata annuale) che sono stati finanziati grazie alla raccolta dal 5X1000 dello scorso anno: quello del Centro Biotech (Dipartimento di Ingegneria industriale) per realizzare protesi di mano per i bambini e quello del Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFLab - Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive) per interventi intensivi rivolti a bambini e bambine con Disturbi dello Spettro Autistico (DSA).

 

A presentare l'iniziativa anche il rettore Paolo Collini. “Chiediamo alle persone di essere al nostro fianco, di essere sensibili nel supportare la ricerca scientifica. Perché la ricerca – ha affermato il rettore - riguarda proprio tutti noi. Sostenere la ricerca nella società vuol dire anche dare opportunità di lavoro a giovani nel nostro Paese».

 

 

A dare il loro contributo anche i presidenti dell'Ordine provinciale dei commercialisti (Pasquale Mazza), degli avvocati (Andrea de Bertolini), dei farmacisti (Bruno Bizzaro) e il segretario generale della Camera di Commercio Italo Leveghi a sostenere il progetto dell'Università.

 

“È un iniziativa da condividere e da promuovere” dice Andrea de Bertolini, mentre Pasquale Mazza aggiunge - “Abbiamo molto apprezzato questa iniziativa proprio perché preventivamente si è deciso che cosa finanziare con la raccolta del 5x1000. Non è un sacrificio che ognuno di noi deve fare ma è una scelta consapevole di destinare una parte delle tasse che paghiamo a progetti specifici e utili per l'intera comunità”.

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