A.A.A. Cercasi persone che parlano dialetto o minoranze linguistiche. L'Università di Trento lancia "VinKo"
Il progetto vede il coinvolgimento di un gruppo di ricerca dell'Università di Trento, in collaborazione con l'Università di Verona. L'intenzione è quella di generare una "playlist" e per questo servono persone disponibili a partecipare al questionario online, a condividere competenze linguistiche, esperienza, voce

TRENTO. L'obiettivo principale è quello di preservare i nostri dialetti e le minoranze linguistiche ma anche quello di raccogliere quanti più dati possibili, studiarne l'evoluzione e la geografia.
Si chiama “VinKo” la nuova piattaforma realizzata sottoforma di questionario attraverso la quale si cercano persone che sappiano parlare un dialetto trentino o tirolese, il ladino o una varietà linguistica germanica come il mòcheno o il cimbro.
Il progetto vede il coinvolgimento di un gruppo di ricerca dell'Università di Trento, in collaborazione con l'Università di Verona. L'intenzione è quella di generare una "playlist" e per questo servono persone disponibili a partecipare al questionario online, a condividere competenze linguistiche, esperienza, voce.
“E' una piattaforma molto innovativa – ha spiegato Ermenegildo Bidese – perché sono direttamente i parlanti a inserire le loro competenze. Si crea in questo modo un sistema di documentazione dei dialetti nuovo”.
Il funzionamento della piattaforma è molto semplice. Basta collegarsi a www.dipsco.unitn.it/vinko e creare un proprio account fornendo poche informazioni tra le quali la provenienza geografica e il dialetto parlato. Si parte poi con il questionario formato da frasi e parole che l'utente pronuncia nel proprio dialetto, utilizzando il microfono telefono oppure del proprio computer.
Per quanto riguarda il cimbro in particolare, in questa prima fase di raccolta dati ci si concentrerà sulla varietà parlata a Luserna (Trentino). Successivamente la ricerca sarà estesa al cimbro parlato
in altre zone vicine.

“Un valore importante – ha spiegato Patrizia Cordin – è che si può interagire a distanza e in forma orale e soprattutto questo sistema riuscirà a dare visibilità maggiore e prestigio alle lingue”
La cornice entro la quale si sviluppa il lavoro è AThEME (Advancing The European Multilingual Experience), progetto europeo finalizzato a studiare il multilinguismo in Europa da diverse prospettive. Co-finanziato dalla Commissione europea (grant agreement 613465), il progetto coinvolge diciassette università di otto Paesi per cinque anni (2014-2019). A coordinarlo è l'Università di Leiden in Olanda.
L'Italia è rappresentata dagli atenei di Trento (Ermenegildo Bidese, Jan Casalicchio, Patrizia Cordin e Francesco Vespignani con il team tecnico di Antonio Mattei, Paolo Leoni e Massimiliano Salvetti dei Laboratori didattici e di ricerca del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive) e di Verona (Birgit Alber, Andrea Padovan, Stefan Rabanus e Alessandra Tomaselli per lo staff accademico).