Università, al via la fusione fra Psicologia, Scienze cognitive e Cimec: diventeranno un unico dipartimento. Deflorian: "Un passo avanti per lo sviluppo del polo"
Innovativo nella formula, il dipartimento potrà contare sulle competenze e la reputazione internazionale maturata dalle due strutture accademiche: ecco l'iter e i tempi

ROVERETO. Il dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive e il Centro interdipartimentale Mente-Cervello di Rovereto verranno fusi diventeranno un unico polo: questo nell'ottica di "accompagnare" la crescita di due realtà accademiche, entrambe poli di riferimento a livello nazionale e internazionale.
Il progetto di fusione in corso da mesi, spiega l'Università di Trento, ha preso il via formalmente con la presa d’atto nei giorni scorsi, da parte del Senato accademico, delle due mozioni approvate all’unanimità nei due consigli di centro e di dipartimento e l'iter proseguirà nell’arco dei prossimi due anni per portare a compimento l’armonizzazione sia sotto il profilo delle attività didattiche e di ricerca, sia per quanto riguarda il personale.
"Obiettivo di questa nuova fase dello sviluppo del polo di Rovereto è quello di creare un unico dipartimento multidisciplinare che, attraverso una maggiore massa critica, espanda la posizione di rilevanza scientifica nazionale e internazionale acquisita singolarmente dalle due strutture nella ricerca, nella didattica e nelle attività di ‘terza missione’ rivolte alla cittadinanza e ai portatori di interesse" commenta il rettore Flavio Deflorian.
Ad essere specificato è come, per garantire l’efficacia del progetto, l’Ateneo si sia impegnato a investire risorse aggiuntive: "Questo per sostenere le attività di ricerca e didattica già attive e per svilupparne di nuove in un’ottica interdisciplinare. E anche a vigilare sul principio di piena rappresentanza e pluralità delle varie aree disciplinari presenti, aspetto che costituisce la cifra innovativa dell’intero progetto".
Ma quali sono i progetti che potrebbero prendere vita grazie a questa fusione? L’istituzione, viene spiegato, di una scuola di specializzazione in Psicologia con due percorsi - uno in Neuropsicologia e uno in Psicologia clinica - ma anche lo sviluppo di progetti multidisciplinari che valorizzino le infrastrutture di ricerca che saranno in dotazione al Dipartimento. Inoltre, l’ampliamento della didattica e della comunicazione in lingua inglese all’interno del dipartimento potrà aiutare a rafforzare ulteriormente l’attrattività e la vocazione internazionale che già caratterizza entrambe le strutture.
"Nato nel 2008, il Centro interdipartimentale Mente/Cervello ha raggiunto negli anni un tale livello di sviluppo dimensionale, da rendere necessaria la creazione di una struttura accademica di tipo dipartimentale" spiega il direttore Yuri Bozzi, che specifica: "Un passaggio, questo, che avrebbe potuto creare sovrapposizioni nella didattica e nella ricerca con il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, ma anche con il Cibio, con un conseguente spreco di risorse. Le premesse per lavorare bene insieme e per essere ancora più competitivi a livello internazionale ci sono già".
Venendo al personale, quello tecnico e amministrativo di Cimec e Dipsco sarà riunificato: anche in questo caso il processo avverrà in modo graduale attraverso l’istituzione di gruppi di lavoro che affronteranno anche il tema di come far convergere i vari regolamenti. "Ad oggi circa un terzo dei novanta componenti del corpo accademico delle due strutture è già titolare di doppia afferenza, vale a dire che già oggi sono docenti affiliati sia al Cimec, sia al Dipsco" chiarisce il direttore del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive Gianluca Esposito.
"La fusione continuerà a essere un processo partecipato e durerà alcuni anni per arrivare a una forma compiuta ed avrà una forte spinta alla sostenibilità, ma il primo passo è segnato e va nella giusta direzione, quella dell’innovazione, della collegialità e dell’inclusione – conclude Esposito –. Ma anche del fare le cose insieme con un indirizzo più convergente e innovativo, armonizzando le discipline fondanti delle scienze cognitive quali la psicologia e le neuroscienze, la filosofia e la linguistica con approcci più moderni, come ad esempio la linguistica computazionale, in un progetto unico nel panorama nazionale. Questo creerà uno spazio di discussione dove competenze diverse potranno convergere e generare progettualità di ricerca e didattica all’avanguardia".
Ad essere discussa, nei prossimi mesi, sarà anche la decisione del nome del nuovo dipartimento, che molto probabilmente valorizzerà tutte e tre le aree disciplinari coinvolte.