Le indagini sui 12 soldati trovati in una fossa comune sul Tonale (VIDEO): morti durante l'Operazione Valanga. ''Trovati fori di proiettile. Alcuni soffrivano di ascessi e artrosi ai piedi''
Patologie dentali, traumi cranici dovuti ai proiettili e segni di artrosi ai piedi sono i primi risultati emersi dalle analisi bio-antropologiche condotte sui resti dei soldati recuperati la scorsa estate a Cima Cady, sopra il Passo del Tonale, nel Comune di Vermiglio. A svolgere la ricerca una quindicina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Durham (Gran Bretagna) che, coordinati dal professor Daniel Gaudio, in questi giorni sono al lavoro nei laboratori del Muse tra spazzole, calibri, microscopi e strumenti di analisi

TRENTO. Erano riemersi la scorsa estate, dopo più di un secolo, in una fossa comune sopra il passo del Tonale. Si trattava dei corpi di alcuni soldati austro-ungarici, caduti sul fronte durante la durissima offensiva dell’Operazione Valanga del 12-13 giugno 1918, le cui tracce sembravano essersi perse nelle nebbie del tempo. Ora quelle ossa sono analizzate in lungo e in largo nei laboratori del Muse e quel che emerge sono spaccati di storia di questi soldati morti durante quell'ultimo tentativo di sfondare le linee italiane. Patologie dentali, traumi cranici dovuti ai proiettili ''con ogni probabilità di mitragliatrici'' e segni di artrosi ai piedi sono i primi risultati emersi dalle analisi bio-antropologiche.

A svolgere la ricerca una quindicina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Durham (Gran Bretagna) che, coordinati dal professor Daniel Gaudio, in questi giorni sono al lavoro nei laboratori del Muse tra spazzole, calibri, microscopi e strumenti di analisi. Si tratta di un ambizioso progetto di indagine bio-antropologica e di antropologia forense, coordinato dall’Ufficio beni archeologici della Provincia di Trento in collaborazione con il Muse – Museo delle Scienze e in accordo con il Ministero della Difesa - Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della Difesa. L’obiettivo è quello di approfondire le vicende storiche che hanno visto coinvolti questi soldati durante la Grande Guerra e provare a dare loro un’identità.
L’indagine archeologica è nata da una segnalazione di Sergio Boem, nipote di Ubaldo Ingravalle, ufficiale del battaglione Valcamonica durante la Grande Guerra. Tutto è partito infatti dal diario dell’ufficiale, custodito dal nipote, che riportava l’informazione di una fossa comune contenente decine di soldati caduti nella Prima Guerra mondiale, durante l’Operazione Valanga (Unternehmen Lawine) del 13 giugno 1918. Solo la perseveranza di Boem, ha permesso di dimostrare che quell’informazione era vera e che in una delle buche di granata che si possono intravedere sopra il passo del Tonale erano ancora presenti i resti di dodici caduti dell’Esercito austro-ungarico. Questo ritrovamento riveste una grande importanza storica e una forte valenza memoriale, e restituisce quasi plasticamente le parole scritte da Gianmaria Bonaldi, tenente che ha combattuto sull’Adamello nella Prima guerra mondiale, alla fine della battaglia: “La vasta piana del Tonale, le pendici dei Monticelli e di Cima Cady erano un tragico viluppo di morti uno sull’altro, a cataste nei punti più contesi”.
Le delicate fasi di recupero e di indagine archeologica, partite subito dopo il ritrovamento e coordinate dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, in accordo con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti del Ministero della Difesa, avevano portato alla luce i resti di 12 corpi scheletrizzati. In connessione con i resti scheletrici erano stati rinvenuti elementi dell’equipaggiamento personale, fra cui ramponi, scarponi, custodie di maschere antigas, strumenti e altri oggetti. Tra questi tre contenitori in lamina nei quali erano conservati i fogli matricolari cartacei purtroppo in condizioni pessime.
''Nonostante le condizioni di estrema frammentarietà e fragilità dei resti scheletrici dovute alla peculiarità del suolo e della vegetazione in cui i corpi erano sepolti, le analisi stanno già rivelando alcuni importanti dettagli – afferma il professor Daniel Gaudio dell’Università di Durham -. Ad esempio, la presenza di numerose patologie dentarie, tra cui carie e ascessi, rivelano come i soldati non solo lottavano con i pericoli e lo stress della battaglia, ma probabilmente anche con acuti dolori dentali. Alcuni individui nonostante la giovane età, presentano già segni di artrosi ai piedi. Altri presentano chiari segni di traumi cranici dovuti alla battaglia, inclusi fori di ingresso probabilmente legati a colpi di mitragliatrice”.
E non è un caso, quest'ultimo, visto che i soldati austriaci furono letteralmente falciati dalle mitragliatrici italiane all'incominciare dell'Offensiva Valanga visto che anche il Comando Italiano stava preparando un'azione in zona e le truppe e l'artiglieria erano state per questo notevolmente rinforzate. Al termine di queste indagini i resti saranno restituiti a Onorcaduti che, in accordo con la Croce Nera austriaca, li destinerà al cimitero militare ritenuto più idoneo. I materiali associati ai resti umani – tra cui scarponi, ramponi, maschere antigas, bottoni, cartucciere, piccoli contenitori in vetro per medicinali, matite, una gomma per cancellare, un fischietto da segnalazione, fibbie in ferro, lembi di vestiario - saranno sottoposti, se necessario, a pulizia e restauro nei laboratori della Soprintendenza.
“Il ritrovamento del Tonale – sottolineano Franco Nicolis, direttore dell’Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento, e Marco Avanzini, geologo e coordinatore dell’Ambito Ambiente e Paesaggio del MUSE - riveste una grande importanza storica e una forte valenza memoriale. Questi resti – precisano - sono quindi materia sensibilissima e il loro corretto recupero, condotto con rigoroso metodo scientifico, fa parte del doveroso rispetto che dobbiamo loro: siamo i custodi della loro pace dignitosa”.
