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Virus di encefalite virale da zecca, possibile forte circolazione nel 2022. La Fem "Dai pollini l'indicazione sulla diffusione''

La quantità di polline in aria è un indicatore della produzione di semi da parte delle piante, che rappresentano una risorsa di cibo importante per alcuni roditori selvatici diffusi nei boschi trentini. Quando questa risorsa di cibo è abbondante, le popolazioni di roditori selvatici presentano un picco demografico significativo l’anno successivo, che a sua volta andrà ad amplificare la circolazione dei patogeni tra gli stadi giovanili di zecca

Di Giuseppe Fin - 13 maggio 2022 - 12:52

TRENTO. Il 2022 potrebbe essere un anno di elevata circolazione del virus di encefalite virale da zecca (Tbe) e a dirlo sarebbero i pollini. Questo uno dei risultati dello studio condotto dai ricercatori della Fondazione Edmund Mach secondo la quale la quantità di polline di alcune specie di alberi, in particolare faggio, carpino nero e quercia, registrata nel corso di un certo anno risulta relazionata con i casi di Tbe osservati due anni dopo.

 

“Dal momento – viene spiegato in una nota - che le quantità di polline registrate nel corso del 2020 sono risultate molto elevate, il 2022 potrebbe rivelarsi un anno con circolazione del virus particolarmente intensa”.

 

La quantità di polline in aria è, viene spiegato, un indicatore della produzione di semi da parte delle piante, che rappresentano una risorsa di cibo molto importante per alcuni roditori selvatici ampiamente diffusi nei boschi trentini, quali il topo selvatico dal collo giallo (Apodemus flavicollis) o l’arvicola rossastra (Myodes glareolus).  Quando questa risorsa di cibo è abbondante, le popolazioni di roditori selvatici presentano un picco demografico significativo l’anno successivo, che a sua volta andrà ad amplificare la circolazione dei patogeni tra gli stadi giovanili di zecca.

 

Le analisi sono state svolte dalle Unità di Ecologia Applicata e Unità di Botanica Ambientale del Centro Ricerca e Innovazione della Fem. La Fondazione Edmund Mach ha spiegato che la presenza delle zecche è in circolazione da marzo nei boschi e raggiunge il suo picco tra la fine di maggio e la prima metà di giugno. Questa specie è diffusa in tutti gli ambienti forestali dal fondovalle fino ai 1200 metri e può trasmettere pericolose malattie, tra cui appunto l’Encefalite virale (Tbe), la Malattia di Lyme e la rickettsiosi.

Fondamentale in questo ambito rimangono i monitoraggi condotti dalla Fem per creare mappe di rischio aggiornate. Attività che la Fondazione Mach effettua stagionalmente sia in ambiente sia su altri animali che ne sono vettori, come i roditori selvatici che hanno un ruolo chiave nel mantenimento e nella trasmissione dei patogeni di questi parassiti.

 

La prevenzione 
Prevenire la puntura di zecca è l'arma più efficiente per controllare queste gravi malattie. E' necessario innanzitutto monitorare il loro ciclo di sviluppo e conoscere bene le aree dove si sviluppano, le cause che portano ad un loro aumento ed i microorganismi che trasmettono. Al fine di limitare la diffusione delle patologie provocate dalle punture di zecche è molto importante il controllo cutaneo e sugli indumenti, specie dopo un’escursione o passeggiata negli ambienti ad alta concentrazione.

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