Tra lockdown e Dad aumenta la miopia tra i giovani. La primaria di Oculistica: "Cresciuti del 10-15%. Ogni ora 5 minuti di riposo senza schermi e attività all’aperto"
La primaria di Oculistica Federica Romanelli conferma un aumento dei casi di miopia tra gli studenti, che tra pandemia e dad sono costretti a passare molto tempo sui dispositivi elettronici: "Bisogna stimolare i ragazzi a stare all’aria aperta, per permette alla vista di rilassarsi"

TRENTO. Aumentano i casi di miopia tra i più giovani. Pandemia, tante ore passate davanti agli schermi e didattica a distanza hanno infatti portato molti alunni a presentare peggioramenti nella vista da due anni a questa parte. “Le indagini dei colleghi pediatrici – racconta Federica Romanelli, direttrice dell’Unità operativa oculistica di Trento – hanno confermato che la dad ha fatto emergere questi problemi, a causa di un maggior numero di ore passate su tablet e computer e tutti i dispositivi elettronici che si utilizzano con la vista ravvicinata. È stato riscontrato un aumento del 10 e il 15 % in più di miopizzazioni dei minori in questi due anni”.
Pur non demonizzando i dispositivi tecnologici che “se utilizzati in modo corretto non sono un problema”, dall’inizio della pandemia è stato riscontrato un “abuso delle tecnologie da parte dei più giovani, che ne risentono maggiormente perché la vista è ancora in fase evolutiva”. La primaria di Oculistica spiega il fenomeno ottico della “messa a fuoco”, tecnicamente chiamato “accomodazione”: “Per mettere a fuoco – sostiene – viene attivato un muscolo, che se sforzato in modo eccessivo può dare patologie o disturbi. Alla lunga può favorire l’incremento della miopia, cioè quando il bulbo risulta più lungo rispetto a ciò che dovrebbe essere”.
È stato riscontrato quindi che “per motivi legati alla pandemia, la dad purtroppo ha favorito la miopia, quindi vedere bene da vicino e male da lontano”. I sintomi che devono far sospettare i genitori, secondo l’esperta, sono “l’avvicinamento del bambino allo schermo, perché significa che sta cercando sistemi di compenso per vedere meglio, stanchezza, occhi rossi, mal di testa cronico. In questi casi è opportuna una visita dall’oculista”.
Accertato perciò che stare troppe ore davanti a uno schermo non è salutare, “dobbiamo cercare delle soluzioni per poter convivere con la pandemia, visto che non sappiamo quanto durerà ancora”. Per i videoterminalisti per esempio, sono previste delle pause dopo un determinato lasso di tempo: “Per questo anche ai bambini – spiega Romanelli – consigliamo ogni ora 5 minuti di riposo, senza tablet o dispositivi elettronici, ma guardando ‘lontano’ e uscendo per compensare con attività all’aperto. È necessario trovare degli equilibri diversi”.
Gli esperti consigliano nel tempo libero, finita l’attività didattica, “di stimolare i ragazzi a stare all’aria aperta, perché questo permetterebbe alla vista di rilassarsi, esponendosi alla naturale luce solare e non quella artificiale. È importante che, invece di stare a casa a giocare ai videogiochi, stiano all’aperto”.
Prestare maggiore attenzione nel fare pause può “evitare patologie in futuro: più la miopia è elevata, maggiori saranno anche i problemi sulla retina. Bisogna quindi prevenirla per evitarne la progressione nell’adulto”.
Emerge anche un altro aspetto interessante, dovuto allo stress psicologico: “Abbiamo avuto una serie di casi in cui il ragazzo diceva di non vedere o vedere male, ma senza trovare nessuna causa. Queste sono forme di disturbi visivi funzionali, che non hanno una causa reale, se non su base dello stress emotivo”. Passata infatti la fase di stress acuto “tornano a vedere bene” perché “il corpo può esprimere anche così lo stress emotivo”.
Il calo della vista si è manifestato soprattutto nei bambini e negli adolescenti, proprio perché “gli adulti sanno gestire meglio l’attività con il pc e hanno l’occhio già sviluppato”. È quindi importante non sottovalutare la questione, per prevenire ogni forma di patologia che si potrebbe manifestare in futuro.