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Scioglimento dei ghiacciai: virus congelato per 48500 anni nel permafrost della Siberia è tornato in vita

Alcuni virus sono stati scoperti da un gruppo di ricercatori dell'università francese di Aix-Marseille. L’incremento delle temperature sta causando il 'risveglio' di patogeni antichi di decine di migliaia di anni

Di GF - 28 novembre 2022 - 18:32

TRENTO. Rimasti congelati e sepolti per migliaia di anni nel permafrost siberiano ed ora riportati in vita. Stiamo parlando di virus e a “risvegliarli” è stato un team scienziati, coordinato da Jean-Michel Claverie dell’Università di Aix-Marseille. Il gruppo di esperti, secondo quanto spiegato, avrebbe riportato in vita, anche un virus proveniente da un campione risalente a 48.500 anni fa.

 

La notizia è stata riportata da diversi media. L'intervento per alcuni viene classificato come molto pericoloso ma da parte degli scienziati viene spiegato che operazioni simili in laboratorio, visto lo scioglimento sempre più veloce dei ghiacciai, sono fondamentali per essere preparati.

 

Gli organismi che per secoli sono rimasti bloccati e sepolti nei ghiacciai con lo scioglimento potrebbero, infatti, essere una minaccia riuscendo a conservare a lungo la loro capacità infettiva.

 

A causa del riscaldamento climatico, è stato spiegato dagli studiosi, lo scongelamento irreversibile del permafrost sta liberando materia organica congelata fino a un milione di anni, la maggior parte della quale si decompone in anidride carbonica e metano, aumentando ulteriormente l'effetto serra. Parte di questa materia organica è costituita anche da microbi cellulari rianimati (procarioti, eucarioti unicellulari) e da virus rimasti inattivi. (Qui lo studio)

 

Gli scienziati viene spiegato nello studio pubblicato, in particolare hanno ritrovato sette virus rimasti congelati e li hanno riportati in vita in laboratorio. E' stato scoperto un gruppo di virus più recenti, congelati per 27.000 anni e uno più vecchio, risalente a 48.500 anni fa.

 

Questi virus, che riprendono vita dopo secoli, sono stati definiti anche 'zombie' e in alcuni casi riescono a mantenere le proprie capacità infettive anche se hanno passato un periodo molto lungo nel suolo congelato. Alcuni tra i virus risvegliati sono risultati di nuovo in grado di infettare e replicarsi una volta liberati dal loro freddo contenitore: innocui per l'essere umano, gli animali e le piante, ma infettivi  per le amebe. 

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