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"Lo studio e la libertà scientifica sono diritti umani violati in Afghanistan e Ucraina". La raccolta fondi dell'Università per aiutare docenti e studenti in fuga da paesi a rischio

È partita la campagna “UniTrento per l’Afghanistan e Ucraina”: attraverso le donazioni l’Università cercherà di finanziare diverse tipologie di borse di studio, dalle lauree triennali e magistrali alle attività di ricerca post laurea, borse di dottorato o assegni di ricerca. Deflorian: "Preserviamo e potenziamo il capitale culturale e il sapere scientifico delle comunità universitarie afghane e ucraine"

Di Camilla Dallago Istituto Marie Curie di Pergine - 06 aprile 2022 - 19:44

TRENTO. “Lo studio e la libertà scientifica sono diritti umani. In Afghanistan e in Ucraina oggi sono violati. Aiuta docenti e studenti in fuga da paesi a rischio a riappropriarsi del loro futuro”. È questo il messaggio della campagna “UniTrento per l’Afghanistan e Ucraina” che ha lanciato l’Ateneo trentino, attraverso l’apertura di una raccolta fondi.

 

“La drammatica situazione in Afghanistan e Ucraina richiama il mondo universitario, - commenta il rettore Flavio Deflorian - le istituzioni politiche e le reti della società civile a un senso di responsabilità per preservare e potenziare il capitale culturale e il sapere scientifico, dei membri delle comunità universitarie afghane e ucraine attualmente oggetto di persecuzioni”.

 

La campagna invita tutta la cittadinanza a mobilitarsi per una causa importante, dare sostegno concreto a chi scappa da guerra e da situazioni di pericolo e che desidera continuare a studiare e fare ricerca. Per dare un contributo alla raccolta fondi basta collegarsi alla pagina www.unitn.it/fundraising sul portale di Ateneo. Le donazioni a favore dell’Università di Trento sono deducibili dal reddito.

“Anche noi abbiamo voluto fare la nostra parte sostenendo le persone che sono a rischio con misure concrete – prosegue Deflorian – L’Ateneo infatti anticiperà le risorse necessarie all’attivazione delle borse di studio e degli assegni di ricerca, nella speranza di coprire i costi grazie alla generosità della comunità trentina, da sempre attenta e pronta a rispondere agli appelli della nostra università. È una scommessa che, sono sicuro, vinceremo”.

 

Un appello che si rinnova dopo la grande adesione alle iniziative lanciate negli anni scorsi dall’Università a favore delle studentesse e degli studenti, di studiose e studiosi rifugiati, a cui i trentini hanno risposto con grande generosità.

 

“Attraverso i canali Futura e Sar, l’Università di Trento sta ricevendo un numero crescente di richieste di supporto da studentesse e studenti, studiose e studiosi – spiega Ester Gallo, delegata del rettore alla Solidarietà accademica e internazionale – che sono stati costretti ad abbandonare il loro paese, e conseguentemente ad interrompere gli studi o il loro lavoro di ricerca”.

 

Attraverso le donazioni spontanee l’Università cercherà di finanziare varie tipologie di borse di studio. Alcune borse serviranno per sostenere gli studi per le lauree triennali e magistrali e altre invece saranno dedicate a studiosi e studiose per attività di ricerca post laurea, borse di dottorato o assegni di ricerca. Il progetto si rivolge a persone in esilio o che devono ancora lasciare il loro Paese, primariamente a cittadine e cittadini afghani e ucraini. Una particolare attenzione verrà anche riservata a chi si trova in condizione di fragilità per motivi etnici, di genere o di disabilità.

 

“Prima eravamo concentrati sulla situazione in Afghanistan – prosegue Gallo – Ora le richieste arrivano sempre più numerose anche dall’Ucraina. Due paesi 'simbolo' ma che certamente non sono i soli a soffrire casi di persecuzione e violenze contro le comunità universitarie. Abbiamo deciso di agire su entrambi i fronti, avviando un progetto unico, che non sia soltanto una mera accoglienza, ma un vero e proprio programma di inclusione scientifica e che possa essere esteso anche ad altri paesi e situazioni. Non ci limiteremo a valutare soltanto lo stato di rischio, ma avranno un peso importante anche le qualifiche di studio e il curriculum delle persone a cui daremo accoglienza”.

 

Il progetto è rivolto anche a chi si trova nei Paesi di prima accoglienza, in Italia o in un paese membro dell’Unione europea e che hanno fatto richiesta o già ottenuto domanda di asilo

(status di rifugiato o protezione sussidiaria). Infine è incluso anche chi è stato/a riconosciuto/a ‘a rischio’ da parte della rete Scholars at Risk o da altre organizzazioni internazionali riconosciute come lo Scholars Rescue Fund o il Council for At Risk Academics

 

 

Fondazione Caritro: già stanziati 100mila euro per le persone “a rischio”

 

La prima a partecipare, ancora prima del lancio ufficiale della campagna, è stata la Fondazione Caritro, che non ha fatto mancare il sostegno all’Ateneo anche per questa iniziativa. “Considerata l'attenzione che la Fondazione – commenta il presidente Mauro Bondi –  rivolge per il sostegno a progetti di ricerca, a percorsi di  formazione e crescita delle risorse umane, nonché ad interventi volti a favorire inclusione sociale di profili svantaggiati, si è ritenuto strategico investire nel progetto Scholars at risk e Futura, stanziando un importo di 100 mila euro, volto a co-finanziare borse di studio, borse di dottorato, assegni di  ricerca e spese di accoglienza, favorendo la contemporanea convergenza di questi intenti con  l'Università di Trento”.

 

Alla luce degli eventi e accadimenti che si sono susseguiti a livello internazionale negli ultimi mesi, “è apparso particolarmente urgente e doveroso, – conclude il presidente della Fondazione– non solo dal punto di vista umanitario, ma anche per garantire il diritto alla ricerca e alla formazione, accrescere ulteriormente la consapevolezza che il Trentino è una comunità accogliente e inclusiva”.  

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