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Le temperature più fredde mai registrate in Regione? In Alto Adige record (-41,3°) nel 2022: i dati estremi di Meteotriveneto

In occasione dell'avvio della nuova stagione di rilevazioni per Progetto di monitoraggio dei siti freddi dell'Associazione Meteotriveneto, gli esperti Riccardo Benetti e Giampaolo Rizzonelli hanno condiviso una serie di dati 'estremi' raccolti sul nostro territorio nel corso degli anni, tra i quali anche il record di temperatura più bassa mai registrato in Alto Adige

Di Filippo Schwachtje - 06 novembre 2022 - 09:32

BOLZANO. Erano le 6 e 50 del 7 gennaio 2022 quando, sull'Altopiano di Fanes, nel Comune di San Vigilio di Marebbe, una stazione dell'Associazione Meteotriveneto ha rilevato la temperatura più bassa mai registrata in Provincia di Bolzano, con -41,3 gradi centigradi. A riportarlo a il Dolomiti, in occasione dell'avvio della nuova stagione di rilevazioni del Progetto di monitoraggio dei siti freddi dell'associazione, sono i due esperti che guidano l'iniziativa, Riccardo Benetti e Giampaolo Rizzonelli, che hanno condiviso una serie di dati 'estremi' raccolti sul nostro territorio nel corso degli anni, dalle temperature storicamente più basse alle escursioni termiche più importanti mai registrate. Una lista che parte proprio dal record 'negativo' in Alto Adige: “Lo studio, sviluppatosi negli ultimi due anni, ha preso il via nell'ottobre 2021, quando sono state installate due centraline meteo, una alla Fopa di Medesc (Conca di Medesc 2395 metri di altitudine) e la seconda nei pressi del Lech Paròm (Lago Paròm, 2310 metri di altitudine). All'interno, due sensori datalogger che hanno registrato per tutto l'inverno e primavera dati riguardanti la temperatura esterna ogni 10 minuti memorizzandoli”.

 

Da questi dati è poi emersa la temperatura più fredda in assoluto: “Temperature così rigide – dicono gli esperti – si possono registrare solamente in determinati luoghi e condizioni. Nelle serene notti invernali la temperatura negli strati d'aria più bassi è normalmente inferiore a quella in quota, a causa dell'accumulo di aria fredda, e quindi più pesante, in basso. Questo fenomeno è evidente nelle conformazioni a conca del terreno (depressioni, doline), dove con specifiche condizioni meteorologiche (notti serene e senza vento, con aria secca e neve al suolo preferibilmente fresca) la temperatura può scendere a valori estremi, molto inferiori a quelli delle zone vicine o sulle cime delle montagne più altw circostanti”. In particolare sono state due le notti più fredde della scorsa stagione in Alto Adige: il 7 gennaio 2022 (-41,3°) ed il 13 febbraio 2022 (minima di -41,2°), entrambe alla Fopa di Medesc. Il Lago Paròm invece si è fermato a 'solamente' -39,2 gradi centigradi il 7 gennaio e -38,0 gradi centigradi il 13 febbraio. “Per effettuare dei confronti – scrivono gli esperti – abbiamo preso in considerazione la stazione meteorologica automatica della Provincia di Bolzano Alpe Cavallo” posizionata 10 chilometri più ad est dell’Altopiano di Fanes ad una quota di 2340 metri, pressoché la stessa. Durante la notte del 7 gennaio abbiamo avuto un raffreddamento massimo, rispetto alla libera atmosfera, di 31 gradi; quando all’Alpe Cavallo vi erano -10,3°C alla conca di Medesc sono stati registrati -41,3°C. Durante la seconda notte fredda del 13 febbraio invece è stato raggiunto un raffreddamento di ben 36,7 gradi, quando la stazione automatica segnava -4,5°C a Medesc vi erano ben -41,2°C”.

 

Per quanto riguarda il Trentino invece, dice Benetti: “La temperatura più bassa mai registrata è stata rilevata sulle Pale di San Martino, a circa 2.700 metri di quota, dove la colonnina di mercurio è scesa fino a -49,6 gradi centigradi. Si tratta della misurazione più bassa effettuata nei 13 anni di attività del nostro progetto, che dall'anno scorso vede anche la collaborazione ufficiale di Arpa Veneto". Oltre alle temperature più basse però, l'associazione raccoglie anche i dati relativi alle escursioni termiche più ampie nel più breve lasso di tempo, dice Rizzonelli: “L'altitudine certamente conta, ma la morfologia del terreno gioca un ruolo fondamentale insieme, ovviamente alle condizioni atmosferiche. Perché si verifichino escursioni estreme, innanzitutto deve essere presente un terreno innevato, in grado di riflettere la luce del sole, il cielo dev'essere sereno affinché il calore possa liberarsi in alto e non deve esserci vento, che potrebbe rimescolare l'aria”. Per quanto riguarda l'escursione termica, l'aumento massimo registrato in Trentino è stato di 33 gradi centigradi in appena 15 minuti alla Busa di Manna, sulle Pale di San Martino. A livello di diminuzione invece, continua Rizzonelli: “Abbiamo registrato il record, nella stessa posizione, di 16 gradi in meno in 15 minuti, un dato che è aumentato a 34 gradi centigradi nel giro di un'ora”.

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