Esercizi online contro il declino cognitivo: lo studio dell'Università di Trento per migliorare l'efficienza della "memoria di lavoro" negli anziani
Sulla rivista "Frontiers in ageing neuroscience" è recentemente apparso uno studio condotto in collaborazione con l'Università di Trento, che ha portato allo sviluppo di una nuova tecnologia in grado di contrastare il declino della "memoria di lavoro" in persone anziane

TRENTO. Sfuggente ma necessaria, la "memoria di lavoro" è fondamentale nello svolgimento delle attività di ogni giorno, perché consente di interagire con l'ambiente in modo efficace e efficiente, contenendo una quantità finita di informazioni in un breve intervallo di tempo. Un tipo di memoria che, tuttavia, con l'età peggiora, causando difficoltà quotidiane nelle persone con malattia di Parkinson, demenza e in chi è sopravvissuto a un ictus: un gruppo di scienziati dell'Università di Trento, della University of Birmingham e della Dalhousie University in Nuova Scozia ha recentemente presentato uno studio, che introduce una nuova tecnologia per contrastare questo declino.
Un'innovativa ricerca, quella pubblicata sulla rivista "Frontiers in ageing neuroscience" che racconta d'una tecnologia che funge da "allenamento per le esigenze e capacità cognitive", in grado di apportare importanti benefici in persone anziane che presentano scarsa capacità di memoria di lavoro. Frutto dello studio, la creazione di esercizi terapeutici online, sviluppati per migliorare questo di tipo di memoria, nonché l’attenzione e lo stato di veglia e confezionati con un tipo di interfaccia coinvolgente che suona familiare a chi usa app o giochi online.
La stimolazione cognitiva è per l'appunto somministrata attraverso un dispositivo wireless che, nel corso di una seduta, applica una debole (2 milliampere) stimolazione transcranica con corrente continua (tDCS). Giochi terapeutici online sviluppati da Gail Eskes, neuropsicologa e professoressa alla Dalhousie University: "Per migliorare la capacità o l’efficienza cognitiva occorrono esercizi intensivi del giusto livello di difficoltà - dichiara la neuropsicologa - gli aspetti ludici aumentano la motivazione e facilitano la partecipazione alle sessioni più impegnative".
Lo studio dei ricercatori ha coinvolto persone in salute tra i 55 e i 76 anni, suddivise in 2 gruppi che hanno svolto i giochi online per venti minuti al giorno per un periodo di cinque giorni. Un gruppo ha ricevuto anche la stimolazione tDCS, mentre l’altro ha indossato il dispositivo tDCS (che assomiglia a una cuffia da nuoto) senza però ricevere il trattamento. La capacità di memoria di lavoro dei singoli è stata misurata prima dell'inizio dello studio e, a due giorni dalla sua conclusione, è stato riscontrato che la capacità di memoria di lavoro era già migliorata considerevolmente in tutti i partecipanti, indipendentemente dal fatto che avessero ricevuto o meno la stimolazione tDCS: nelle persone più anziane (e con minore capacità di memoria di lavoro, sottocategoria che comprendeva persone fra i 69,5 e i 76 anni), la stimolazione tDCS ha tuttavia consentito vantaggi ulteriori, fin dal primo giorno delle attività proposte.
"Gli approcci seguiti per la riabilitazione ospedaliera sono difficilmente trasferibili a un contesto domestico - sottolinea Sara Assecondi, ingegnera biomedica del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello-CIMeC dell’Università di Trento - tuttavia il nostro approccio si basa su strumenti online e la somministrazione della stimolazione cognitiva avviene tramite un dispositivo che può essere utilizzato in qualsiasi luogo, con il dosaggio stabilito da remoto da un medico", precisa.
Insieme a Sara Assecondi, autrice principale dello studio, a lavorare allo sviluppo della tecnologia anche Kim Shapiro, neuroscienziato cognitivo e professore della Birmingham’s School of Psychology e del Centre for Human Brain Health, il quale racconta che "anche se il declino cognitivo delle persone anziane è inevitabile, approcci come quello che abbiamo sperimentato uniti all’esercizio fisico quotidiano possono contenerlo e garantire alle persone una migliore qualità della vita".
La volontà di ricercatori e ricercatrici è ora quella di trovare dei partner commerciali disposti a collaborare allo sviluppo di tecnologie che utilizzano questo approccio e a lanciarle sul mercato. Il lavoro degli studiosi continuerà, nel tentativo di "scovare" altri strumenti di stimolazione cognitiva che potrebbero essere ancora più efficaci.